Perché il problema rifiuti in Campania e cosa si dovrebbe fare per risolverlo



Riportiamo di seguito il contenuto di un volantino prodotto da Pio Russo Krauss (Lilliput Napoli) del Comitato Allarme Rifiuti Tossici, di cui fa parte anche PeaceLink Campania, nel quale viene spiegato perchè in Campania esiste un problema rifiuti e quali sono le strategie da perseguire per la sua soluzione.


 Perché esiste un problema rifiuti in Campania. 


Cosa si dovrebbe fare per risolvere il problema rifiuti?


I termovalorizzatori non sono la soluzione perché non possono bruciare la frazione umida dei rifiuti (pari al 40%) né l´inerte (sabbia, metalli, vetro ecc. che ammonta al 10-15%) e non è conveniente che brucino carta e plastica , il cui riciclaggio è molto meno inquinante e più conveniente dal punto di vista del risparmio energetico (riciclare plastica fa risparmiare il doppio dell´energia che si ricava bruciandola) ed anche dal punto di vista economico. Infatti il costo dell´energia elettrica prodotta è superiore a quella prodotta da petrolio, metano, eolico, idroelettrico e solare a concentrazione (fonte: ANEA) e la convenienza è solo degli imprenditori che possono intascare anche i 55 euro per ogni tonnellata bruciata, perchè la legge italiana considera l´incenerimento dei rifiuti un´energia rinnovabile da sostenere economicamente. 

Si deve ricordare inoltre che i termovalorizzatori producono ceneri e fanghi (pari a quasi il 30% in peso dei rifiuti bruciati) da smaltire poi in discariche e quindi non sono un sistema per eliminare il ricorso alle discariche. 

La strategia che abbiamo indicato è perfettamente in linea con le direttive europee e con quanto si va facendo in molti Paesi europei: in Austria il 64% dei rifiuti è riciclato, il 23% va in discarica e solo il 13% è bruciato; in Germania il 71% è riciclato, il 14% va in discarica e il 15% è incenerito (fonte: European Topic Centre on Resource and Waste Management 2005). 


Comitato Allarme Rifiuti Tossici 

http://www.allarmerifiutitossici.org