Lettera inviata al ministro dell'Ambiente e al Presidente della Repubblica



Testo della lettera inviata dal Comitato "Allarme rifiuti tossici" sul tema dell'emergenza tifiuti in Campania

Alla c.a. dell'Ill.mo on. Alfonso Pecoraro Scanio,
ministro dell'Ambiente e della tutela del Territorio

Ill.mo ministro.
la sospensione dei 17 decreti attuativi della delega ambientale da Lei voluta e le Sue severe parole sulle gravi deficienze politiche relative alla gestione dell'ormai cronica emergenza rifiuti in Campania sono state di non poco conforto per tutte quelle popolazioni che da anni denunciano il degrado ambientale e sanitario in cui versa questa infelice regione d'Italia.
Anche noi, come Lei, siamo convinti che il piano regionale dei rifiuti vada radicalmente ripensato, e che il problema non sia tanto lo smaltimento quanto la riduzione drastica dei rifiuti, possibile esclusivamente attraverso la raccolta differenziata.
Nulla in tal senso è stato fatto finora, nonostante si siano spesi ad oggi oltre mille miliardi delle vecchie lire. L'unico dato certo, come si evince dalla relazione finale della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, è che la Campania si è trasformata «nel vero e proprio laboratorio nazionale degli accordi corruttivo-collusivi e delle convivenze perverse tra politica, affari e criminalità».
Ma ben altro ci preoccupa: dietro l'emergenza determinata da un'inefficiente piano di smaltimento dei rifiuti preme un'emergenza ancor più grave riguardante l'aumento dei tumori fra la popolazione campana e lo sversamento di milioni di tonnellate di rifiuti tossici in cave, terreni agricoli e discariche abusive, come dimostrano le decine di inchieste svolte dalla magistratura.
Lo stato di emergenza dichiarato nel territorio del comune di Acerra per fronteggiare l'inquinamento da diossina, andrebbe esteso all'intera Regione Campania, perché è ormai certo che lo sversamento di rifiuti tossici, fattore determinante dell'inquinamento ambientale, compromette già gravemente, attraverso la catena alimentare, la salute pubblica.
Stiamo assistendo negli ultimi anni, oltre al generale aumento di quasi tutti i tumori maligni, anche all'incremento di alcuni tumori che fino a qualche anno addietro erano considerati rari, come ad esempio le neoplasie del pancreas. Sicuramente, come ha spiegato più volte nel corso di numerose assise cittadine il prof. Giuseppe Comella, primario oncologo dell'Istituto Nazionale Tumori di Napoli "G. Pascale", «l'inquinamento dei terreni e delle falde freatiche da parte di questi rifiuti è alla base di un impatto ambientale che favorisce l'insorgenza delle neoplasie».
Tutto ciò, però, non è tenuto in alcuna considerazione, e i provvedimenti presi non fanno altro che aggravare una già allarmante situazione ambientale e sanitaria. Il piano regionale dei rifiuti, per esempio, prevedendo gli inceneritori come impianti finali della filiera dello smaltimento, finirebbe solo per incrementare livelli di diossina già superiori alla media, e non solo ad Acerra.
Ancora, nonostante il fatto che per la SOGIN, società incaricata di effettuare indagini sulla contaminazione da diossina ad Acerra ed in altri comuni campani, la diossina è entrata a far parte stabilmente della catena alimentare, contaminando anche il latte materno, ad oggi non risulta operare alcun laboratorio regionale campano di tossicologia ambientale in grado di dosare routinariamente i livelli della diossina nell'uomo.
E per finire, dal 2004, anno in cui è scaduta l'ordinanza commissariale che vietava l'ingresso dei rifiuti tossici nel nostro territorio, non è stata ancora approvata una delibera che ripristini quel divieto, ma si consente di recuperare nella nostra regione tonnellate di rifiuti pericolosi. Intanto, nel solo 2005, nonostante il macchinoso controllo amministrativo predisposto dalla Regione Campania, come risulta dall'operazione "Madre Terra" condotta dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, aziende preposte al recupero hanno smaltito illecitamente oltre 1 milione di tonnellate di rifiuti tossici sversando sul territorio agricolo metalli pesanti, cromo, zinco, idrocarburi, liquami con una fortissima presenza di salmonella.
Per queste ragioni, noi diciamo no all'attuale piano dei rifiuti. Non solo perché lo riteniamo inadeguato, ma soprattutto perché non tiene conto dell'attuale situazione ambientale e sanitaria, tanto grave da richiedere un esodo biblico da queste terre.
Pertanto, Le chiediamo ufficialmente di essere ricevuti quanto prima al ministero per esporle nei dettagli le nostre preoccupazioni.

Alex Zanotelli
per il Comitato "Allarme rifiuti tossici",
e l'Assise della Città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia".