2 DOCUMENTI SU BRASILE/MST



2 DOCUMENTI: 
1) intervista a Stedile di Globo Amazzonia: NON ESISTE POLITICA AGRARIA IN
AMAZZONIA  (10 novembre)

2) LETTERA DEI MOVIMENTI SOCIALI AL PRESIDENTE LULA (Presentata ad alcuni
ministri nell'incontro del 26 novembre)




NON ESISTE POLITICA AGRARIA IN AMAZZONIA

INTERVISTA A STEDILE DI GLOBO/AMAZZONIA10 novembre 2008

 
1.-Durante questa settimana, membri dell¹ MST sono accampati nella sede
dell¹Incra di Belem, chiedendo un cambiamento nella politica di riforma
agraria in Amazzonia. Qual è la proposta del MST per questo cambiamento?
 
Non esiste una politica di sviluppo agrario o fondiario per l¹Amazzonia. I
governi, sia statale che federale, stanno applicando la formula tanto
semplice quanto mediocre di distribuire solo terre pubbliche in progetti di
colonizzazione. Non c¹è  una politica effettiva, né una pianificazione. I
governi federale e statali hanno optato per la distribuzione di terre
pubbliche perché in questo modo non sono costretti a scontrarsi con il
latifondo e l¹agrobusiness. In questo modo non c¹è nessun danno economico a
fare la Riforma Agraria, né politico con lo scontro con il gruppo ruralista.
D¹altro lato, tutto questo si trasforma in buone statistiche per la
propaganda. Ossia, sono iniziative opportuniste del governo. Un esempio: la
sola sovrintendenza dell¹Incra a Santarem avrebbe ³insediato² per effetto di
propaganda più di 50.000 famiglie. Questo numero è superiore a quello dei
sei anni di insediamenti fatti dal governo Lula sommando tutti gli stati
della regione sud e sudest.
 
E¹ facile prevedere che nella regione di Santarém non ci siano 50.000
famiglie. E anche se hanno lottizzato le aree, si tratta di distribuzione di
terre pubbliche, dove dio e il diavolo si iscrivono all¹Incra e finiscono
per ottenere il titolo. Non esiste un progetto né una politica di sviluppo
per la regione dell¹Amazzonia. Le aree dove ci sono posseiros non hanno
strade, luce, scuola o ospedale. Una parte delle famiglie più povere, senza
appoggio pubblico e forme di creazione del reddito, sono obbligate a
disboscare il 20% dell¹area per raccogliere la legna o produrre carbone per
garantire la propria sopravvivenza. In questo modo finiscono in mano agli
industriali del legno che si approfittano del fatto che i lotti sono legali
e sfruttano il legname esistente in tutta l¹area senza nessun controllo.
 
I coloni di questi progetti, a volte, vendono il legname per prezzi
ridicoli; altre volte, in cambio di tavole per costruire le loro case o
semplicemente perché l¹imprenditore apra una strada in modo che il contadino
riesca ad arrivare al suo campo. I coloni poveri sono utilizzati come massa
di manovra per addomesticare la terra e dietro a loro arrivano gli
industriali del legname, gli allevatori o i latifondisti della soia che
fanno pressione per comprare le loro terre. Così si concentra di nuovo la
proprietà della terra, è un circolo vizioso. E¹ tutto sbagliato.
 
 
 
2.-Il MST afferma che il  modello di insediamento che propone rispetta
l¹ambiente e allo stesso tempo non distrugge la foresta. Come funziona
questo modello?
 
 
In primo luogo, il governo deve finirla con i progetti di colonizzazione.
Siamo contro la distribuzione di terre pubbliche da parte dell¹Incra e di
istituti statali  a chiunque. Sosteniamo, con i movimenti sociali
dell¹Amazzonia, la politica del Disboscamento Zero, insieme con Greenpeace e
organizzazioni della società civile. L¹area attuale che è già stata
disboscata è sufficiente per la produzione di alimenti e per lo sviluppo
della regione. Pertanto, dobbiamo fare un grande accordo nazionale per
garantire che non ci sia più nessun disboscamento totale di qualsiasi area
dell¹Amazzonia, da qui in avanti.
 
In secondo luogo. L¹accesso alla terra deve essere garantito alle famiglie
di lavoratori rurali poveri che abitano la regione, con l¹esproprio delle
grandi aziende destinate all¹allevamento, che sono già state disboscate. Si
veda per esempio il caso della Banca  Opportunity: una banca concentra nelle
sue mani 600.000 ettari di terra nel sud del  Pará.  Ci si potrebbero
insediare 10.000 famiglie. Ossia dobbiamo usare le aree già degradate e
disboscate per realizzare progetti di insediamento, il che è diverso da
progetti di colonizzazione in aree pubbliche.
 
I progetti di insediamento hanno bisogno di una pianificazione per produrre
alimenti, d¹accordo con la vocazione agricola della regione, ma anche per la
produzione di latte e frutta e per l¹allevamento di piccoli animali.
Dobbiamo combinare la creazione dell¹insediamento con l¹installazione di
piccole e medie agroindustrie cooperative per generare un maggior reddito
per gli insediati. Con questo, sarà possibile dare valore aggregato,
industrializzare e conservare gli alimenti,  che potranno essere trasportati
verso regioni urbane come Santarém, Belém, Manaus, Porto Velho, Marabá, dove
si concentra il mercato consumatore della regione
  
Oltre a questo, in ogni progetto è necessario costruire una villaggio
agricolo,  migliorando le condizioni di vita degli insediati con luce
elettrica, scuole, ospedali, svaghi e strade sicure. Così finisce
l¹assurdità compiuta dallo stato brasiliano di sistemare famiglie di coloni
nel mezzo della foresta, come se fossero animalli, rendendo impossibile il
loro sviluppo sociale ed economico, dopo aver abbattuto parte della foresta.
Senza la possibilità di avere un reddito e garantire la propria
sopravvivenza, le famiglie si spostano in città e lasciano la terra pronta
per il grande latifondista. Dobbiamo interrompere questo circolo vizioso
nella regione  con una vera politica da parte dello stato
 
 
3.- Il MST dà qualche tipo di orientamento agli insediati per evitare che
disboschino?  
 
Certo. Lottiamo per un altro modello di uso della terra e di produzione
(come ho spiegato sopra), siamo contro qualsiasi disboscamento.  Tuttavia,
purtroppo, in molte regioni, lavoratori rurali ricevono queste terre in
condizioni totalmente avverse, in luoghi lontani dal mercato dei consumatori
e senza nessun appoggio pubblico e comprendiamo che, per non morire di fame,
finiscano disboscando.
 
 
4.-Perché il MST è contro la creazione di un nuovo organo per la
regolarizzazione fondiaria in Amazzonia come propone il ministro
Mangabeira Unger?
 
La sfida per l¹Amazzonia fu presentata dallo stesso ministro: si tratta di
avere una politica di sviluppo e un riordino fondiario chiaro, che permetta
a tutti di avere i titoli della proprietà. Ma per questo non bisogna perdere
tempo e denaro per un nuovo organo ma prendere una decisione politica,
coordinare e articolare le azioni  dell¹Incra con gli istituti della terra
statali e con l¹Ibama. Noi crediamo che la creazione di un nuovo organo,
come fu il GETAT, possa trasformarsi solo in una politica centralizzatrice,
per facilitare la liberazione di latifondi per grandi gruppi economici,
nella forma più rapida, come vogliono le grandi imprese e gli speculatori.
 
Il problema non è la mancanza di un organo pubblico, ma l¹assenza di un
progetto per la regione, a parture da una riflessione sul futuro del nostro
paese. Purtroppo fino ad ora, anche nel governo Lula, predomina per la
regione amazzonica solo il modello di dominazione del grande capitale
nazionale alleato con le transnazionali, che guardano all¹Amazzonia solo
come a una grande riserva di accumulazione di capitale. Per questo, le
imprese nazionali e straniere come la Compagnia Vale e le grandi banche
stanno investendo miliardi in compagnie idroelettriche, siderurgiche e in
attività di sfruttamento delle miniere e estrazione del legno Š tutto questo
va ad arricchire il capitale internazionale mentre il popolo della regione
continuerà a vivere in difficoltà. Basta vedere che villaggi a 60 km
dall¹idroelettrica di   Tucuruí, la 2ª per dimensioni al mondo, non hanno
ancora luce elettrica. Questo avviene perchè l¹obiettivo di quest¹opera  è
rendere possibile la produzione di alluminio per l¹esportazione e non
migliorare la vita del popolo locale.
 
 
5.-C¹è una protesta molto forte del settore dell¹agricoltura e
dell¹allevamento rispetto all¹esigenza di mantenere un 80% di foresta nelle
proprietà rurali dell¹Amazzonia, voi siete d¹accordo con questa percentuale?
 
Questo è il minimo. I grandi gruppi capitalisti brasiliani e internazionali
vorrebbero disboscare tutto e purtroppo  tanto fazendeiros che imprese che
operano in Amazzonia si comportano come gigolo della natura. Vogliono lo
sfruttamento massimo, non gli importa delle generazioni future né della
Costituzione brasiliana  che stabilisce che le risorse naturali appartengono
al popolo. Per questo, per impedire questo atteggiamento nei confronti della
foresta sosteniamo il Disboscamento Zero.
 
 
 
6.- Insediati del nord del Mato Grosso si lamentano di avere lotti molto
piccoli. In una regione come quella, quale dovrebbe essere la dimensione
giusta dei lotti perché potessero garantire la sussistenza di una famiglie e
mantenere la riserva legale? Quale tipo di attività gli insediati dovrebbero
portare avanti in quella zona?
 
Il problema non è la  dimensione del lotto. Se si concedono 50 ettari ne
chiedono 100, se se ne danno 100 ne vogliono 200 e i latifondisti pensano
che 5 mila o 10 mila ettari siano ancora poco. Il problema ­ come ho
spiegato sopra  - è che abbiamo bisogno di una politica di sviluppo, nella
quale i lavoratori rurali poveri e gli insediati possano migliorare le
condizioni di vita e aumentare il reddito attraverso il loro lavoro. Questo
non dipende esclusivamente dalla grandezza del lotto. Chi vuole sempre più
terra è perché sogna di tagliare la legna e vedere se c¹è garimpoŠUna
famiglia può vivere molto bene con 15 ettari se ha appoggio pubblico per
sviluppare attività che generino reddito, come la combinazione
dell¹insediamento con una agroindustria.
 
 
7 Nella graduatoria della azioni negative nei confronti dell¹ambiente
realizzata dall¹IBAMA dal 2006, pubblicata recentemente dal ministero
dell¹ambiente, l¹INCRA appare  in cima alla  lista. Difendendosi,
l¹organismo ha detto che non è ragionevole comparare insediati a grandi
disboscatori. Qual è la posizione del MST in relazione a questa lista?
 
La ³condanna² dell¹Incra è stata frutto di una vergognosa manipolazione di
tecnici malintenzionati dell¹Ibama che hanno consegnato la lista al Ministro
senza nessun criterio. Poi, la stampa ha ancor più manipolato le cose,
tentando soltanto di attribuire tutte le colpe agli insediati. Vari grandi
giornali, che non capiscono niente di Amazzonia, come il giornale  O Globo
di Rio Janeiro, hanno fatto titoloni con il MST come campione del
disboscamento, nonostante nessuno di quei progetti appartenesse al nostro
movimento e avessimo chiarito in precedenza tutto questo alla stampa.
Nessuna delle aree della lista riguarda progetti di riforma agraria ma
progetti di colonizzazione. Legati a una politica che favorisce
latifondisti, imprenditori del legname e grandi aziende  e non la riforma
agraria.
La copertura data dalla stampa su questo caso dimostra la manipolazione dei
grandi monopoli dell¹informazione, che usano il loro potere per lottare
contro la Riforma Agraria. Nessuno fa titoli sui 600.000 ettari della Banca
Opportunity, del signor Daniel Dantas, che disbosca. Nessuno fa titoli sui
disboscamenti operati dalla ³Vale²  e sulle sue aggressioni all¹ambiente per
estrarre minerali, mandarli in Cina e quindi depositare il profitto sul
conto degli azionisti all¹estero. Il popolo brasiliano e, soprattutto, i
popoli dell¹Amazzonia restano con distruzione e disboscamento. Di questo
nessuno parla. Purtroppo, anche il Ministro dell¹Ambiente si è prestato a
questa manipolazione.
 
 
 
8. Lei concorda con l¹idea che la riforma agraria collegata al
disboscamento è una valvola di fuga per la questione fondiaria nelle aree
del sud/sudest del paese? La riforma agraria nella regione è possibile?
 
Il governo Lula ripete la politica del governo Cardoso e usa i progetti di
colonizzazione, la distribuzione di terre pubbliche in Amazzonia per
compilare statistiche e ³provare² che sta facendo la Riforma Agraria. La
Riforma Agraria vuol dire distribuzione della proprietà della terra, con la
divisione delle grandi proprietà e la distribuzione ai poveri. Stiamo
assistendo alla maggiore concentrazione della proprietà della terra della
storia, dall¹ultimo secolo. Ossia, è in corso una politica reale di
contro-riforma agraria. Questo sta succedendo in tutte le regioni agricole
del paese e specialmente nel centro-ovest e nell¹Amazzonia
 
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 °°°LETTERA DEI MOVIMENTI SOCIALI AL PRESIDENTE LULA

 

 

Presidente Lula,  

  

Siamo contenti che il governo federale  abbia preso l¹iniziativa di
ascoltare i movimenti sociali, sindacali, popolari, le pastorali sociali e
gli enti che operano organizzando il nostro popolo, di fronte al grave
quadro di crisi che già si fa sentire e che ­ tutto porta a credere ­ si
approfondirà, colpendo la nostra economia, la nostra società e soprattutto
il popolo brasiliano

 Vogliamo approfittare di questa opportunità per manifestare le nostre
proposte concrete che riteniamo il governo federale debba assumere per
preservare, soprattutto, gli interessi del popolo e non soltanto quelli
delle imprese e del profitto del capitale.
   

L¹insieme di queste proposte si inserisce nell¹idea che ci accomuna tutti
che dobbiamo approfittare della breccia della crisi per cambiare la politica
macroeconomica di natura neoliberista e andare costruendo un nuovo modello
di sviluppo nazionale, basato su altri parametri, soprattutto sulla
distribuzione del reddito, sulla creazione di posti di lavoro e sul
rafforzamento del mercato interno.

  

La nostra preoccupazione fondamentale è far sì che la necessità di un
cambiamento porti ad assumere misure concrete che puntino a migliorare le
condizioni di vita del nostro popolo, garantendo i diritti all¹educazione
pubblica, gratuita, democratica e di qualità a tutti i livelli, ad
abitazioni dignitose,  all¹accesso alla cultura e alle riforme urbana e
agraria. 

 

Purtroppo, la maggioranza del nostro popolo non ha accesso a questi diritti
basilari. Sappiamo che i forti interessi dei capitalisti locali, delle
imprese transnazionali e, soprattutto del sistema finanziario concentrano
sempre più ricchezza, reddito e impediscono che il nostro popolo usufruisca
della ricchezza che produce.

 

 Siamo ormai stanchi di tanta dominazione capitalista e ora assistiamo alle
crisi finanziarie e all¹offensiva degli interessi dell¹impero che controlla
le ricchezze naturali, minerali, l¹acqua, i semi, il petrolio, l¹energia e i
frutti  del nostro lavoro.

 

  Di fronte a questo, vogliamo presentarle alcune proposte concrete per
poter risolvere realmente i problemi del popolo e impedire che di nuovo le
grandi imprese transnazionali e le banche trasferiscano sul popolo il costo
della crisi. 

 

 

Proposte di organizzazione internazionale

  

1.   Sosteniamo come risposta alla crisi il rafforzamento della strategia di
integrazione regionale, che si materializza a partire da meccanismi come:
MERCOSUL, UNASUL e ALBA.

 

2.   Appoggiamo misure come la sostituzione del dollaro nelle transazioni
commerciali con monete locali, come recentemente hanno fatto Brasile e
Argentina, e suggeriamo che questa misura debba essere adottata dall¹insieme
dei paesi dell¹America Latina

 

3.   Sosteniamo il consolidamento più rapido possibile della BANCA DEL SUD,
come un agente che promuova lo sviluppo regionale e che aiuti la crescita
del mercato interno tra i paesi dell¹America Latina e come un meccanismo di
controllo delle nostre riserve, per impedire la speculazione delle banche,
del FMI e degli interessi del capitale degli USA

 

4.   Affermiamo che l¹attuale crisi economica e finanziaria è responsabilità
dei paesi centrali e degli organismi diretti da loro, come il WTO, la Banca
Mondiale e il FMI.Sosteniamo un nuovo ordine internazionale, che rispetti la
sovranità dei popoli e delle nazioni.

 

5.   Chiediamo il vostro impegno per il ritiro immediato di tutte le forze
straniere da Haiti. Nessun paese dell¹America Latina deve avere basi e
presenza militare straniera. Proponiamo, invece, la costituzione di un fondo
internazionale solidale per la ricostruzione economica e sociale di quel
paese. Ci dichiariamo inoltre contrari alla riattivazione della Quarta
Flotta della Marina da Guerra degli USA in acque latinoamericane.

 

 

PROPOSTE DI POLITICA INTERNA

  

1.   Mettere sotto controllo e ridurre immediatamente i tassi di  interesse

 

2.   Imporre un rigoroso controllo dei movimenti del capitale finanziario
speculativo, istituendo quarantene e impedendo la libera circolazione,
penalizzando con elevate tasse i profitti speculativi.

 

3.   Sosteniamo che tutti i governi devono utilizzare le ricchezze naturali,
dell¹energia, del petrolio, dei minerali, per creare fondi solidali da
investire in una soluzione radicale dei problemi del popolo, cioè dando
attuazione al diritto al lavoro, all¹educazione, alla terra, alla casa. Per
questo il governo brasiliano deve cancellare immediatamente  la nuova asta
del petrolio fissata per il 18  dicembre

 

4.   Il governo federale deve rivedere la politica relativa al mantenimento
del  superávit primário, che è un vecchio e superato orientamento del FMI ­
uno dei responsabili della crisi economica internazionale. E dobbiamo usare
le risorse  del superávit primário per fare grandi investimenti governativi,
finalizzati alla costruzione di trasporti pubblici e di case popolari per i
bassi redditi, dando così grande valore alla riforma urbana e agraria,
incentivando la produzione di alimenti per l¹agricoltura familiare e
contadina. Sono necessari investimenti massicci nella costruzione di scuole,
per pagare gli insegnanti, per universalizzare l¹accesso all¹educazione dei
nostri giovani, a tutti i livelli, in scuole pubbliche, gratuite e di
qualità.  

 

5.   Riteniamo che il governo debba stabilire degli obiettivi per la
creazione di nuovi posti di lavoro, a partire da un ampio programma di
incentivazione alla creazione di posti di lavoro formali, in particolare per
i giovani. Innalzare immediatamente il salario minimo e i benefici della
previdenza sociale, come principale forma di distribuzione del reddito tra i
più poveri  

 

6.   Mettere sotto controllo i  prezzi dei prodotti agricoli pagati ai
piccoli produttori, realizzando un massiccio programma di garanzia degli
acquisti di alimenti, attraverso la CONAB. Oggi, le imprese transnazionali
che controllano il commercio agricolo stanno penalizzando gli agricoltori,
riducendo del 30% in media i prezzi pagati per il latte, il mais, i suini e
i polli. Ma, al supermercato il prezzo continua a salire.

 

7.   Revocare la Legge Kandir e tornare a mettere tasse sulle esportazioni
di materie prime agricole e minerali perchè la popolazione non sia
penalizzata nello sforzo di stimolare l¹esportazione

 

8.   Il governo federale non può usare denaro pubblico per sussidiare e
aiutare a salvare le banche e le imprese speculatrici, che hanno sempre
guadagnato molto denaro e ora, nella crisi vogliono trasferire i loro oneri
sulla soceità intera. Chi ha sempre difeso il mercato come il proprio
³dio-regolatore² ora deve accettarne le conseguenze. In questo senso le
banche  pubbliche  (BNDES, Cassa Econômica Federale e Banca del Brasil)
dovrebbero essere indirizzate non a soccorrere il grande capitale ma a
operare a beneficio dei popoli

 

9.   Ridurre la giornata lavorativa in tutto il paese e in tutti i settori,
senza riduzione di salario, come una delle forme per aumentare i posti di
lavoro. E penalizzare duramente le imprese che stanno licenziando.

 

10.I media sono sempre concentrati nelle mani di pochi gruppi economici.
Questo quadro rafforza la diffusione di un pensiero unico che privilegia il
profitto a danno delle persone e esclude la visione di segmenti della
società e delle loro organizzazioni dal dibattito pubblico. Per rovesciare
questa situazione e collocare i media al servizio della società bisogna
ampliare il controllo della popolazione sulle concessioni di radio e TV,
rafforzare la comunicazione pubblica e garantire le condizioni per il
funzionamento di radio comunitarie, ponendo fine alla repressione nei loro
confronti.  Per tutto questo è urgente che il governo federale convochi la
Conferenza Nazionale per la Comunicazione.

 

11.Per garantire i territori e l¹integrità fisica e culturale dei popoli
indigeni e dei quilombos come stabilisce la Costituzione, il Governo
federale deve continuare a delimitare le terre e rendere effettiva la
liberazione di questi territori in tutto il paese, senza cedere alle
crescenti pressioni di settori anti-indigeni ­ sia politici che economici.
Nella lotta per i propri diritti territoriali, i popoli indigeni e dei
quilombos hanno affrontato violenze e discriminazione sempre più forti in
tutto il paese. Chiediamo una attenzione particolare, in questo momento, di
fronte all¹urgenza di delimitare le terre tradizionali del popolo  indigeno
Guarani Kaiowá che vive nel Mato Grosso do Sul. Attualmente sono confinati
in infime porzioni di terra e, soprattutto a causa di questo, c¹è un alto
indice di suicidi tra il popolo.

 

12.Realizzare una  ³auditoria integral² sul debito pubblico per lanciare le
basi tecniche e giuridiche per la rinegoziazione sovrana del suo montante e
del suo pagamento, considerando i debiti storici sociali e ambientali
rispetto ai quali il popolo lavoratore è creditore

 

13.Sosteniamo una riforma politica che ampli gli spazi di partecipazione del
popolo alle decisioni politiche. Una riforma non solo elettorale ma che
accresca gli strumenti di democrazia diretta e partecipativa

 

14.In tempi di crisi c¹è una aggressione predatoria nei confronti delle
risorse naturali, come forma di accumulazione facile e rapida. Per questo
non possiamo accettare le proposte irresponsabili di cambiamenti nella
legislazione ambientale da parte dei rappresentanti dell¹agrobusiness, che
pretendono di ridurre le aree di riserva legale in Amazzonia e altre aree
(...)  in ciò che resta della Mata Atlatica. Proponiamo la creazione di una
politica di preservazione e recupero delle biomasse brasiliane

 

15.Contro la criminalizzazione della povertà e dei movimenti sociali. Per la
fine della violenza e per il libero diritto di manifestazione di chi lotta
in difesa dei diritti economici, sociali e culturali dei popoli

 

 

Speriamo che il governo aiuti a lanciare un ampio processo di discussione
nella società, in tutti i segmenti sociali, perchè il popolo brasiliano
capisca la gravità della crisi, si mobiliti e lotti per il cambiamento.

  

Atenciosamente, 

  

Via Campesina
Assembléia Popular ­ AP
Coordenação dos Movimentos Sociais ­ CMS
Grito dos Excluídos Continental
Grito dos Excluídos Brasil
Associação Nacional de Ong¹s ­ ABONG
Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra ­ MST
Central Única dos Trabalhadores ­ CUT
União Nacional dos Estudantes ­ UNE
Marcha Mundial de Mulheres ­ MMM
Central dos Trabalhadores e Trabalhadoras do Brasil ­ CTB
Central Geral dos Trabalhadores do Brasil ­ CGTB
Central de Movimentos Populares ­ CMP
Associação Brasileira de Imprensa ­ ABI
Confederação das Associações das Associações de Moradores ­ CONAM
Caritas Brasileira
CNBB/Pastorais Sociais
Comissão Pastoral da Terra ­ CPT
Conselho Indigenista Missionário ­ CIMI
Movimento dos Pequenos Agricultores ­ MPA
Movimento dos Atingidos por Barragens ­ MAB
Movimento das Mulheres Camponesas ­ MMC
União Brasileira de Mulheres ­ UBM
Coordenação Nacional de Entidades Negras ­ CONEN
Movimento dos Trabalhadores Desempregados ­ MTD
Movimento Trabalhadores Sem Teto ­ MTST
União Nacional Moradia Popular ­ UNMP
Confederação Nacional das Associações de Moradores ­ CONAM
Movimento Nacional de Luta por Moradia ­ MNLM
Ação Cidadania
Conselho Brasileiro de Solidariedade com Povos que Lutam pela Paz ­ CEBRAPAZ
Associação Brasileira de Rádios Comunitárias ­ ABRAÇO
Coletivo Brasil de Comunicação ­ INTERVOZES
Rede Brasil sobre Instituições Financeiras Multilaterais
Jubileu Sul Brasil
Movimento pela Libertação dos Sem Terras ­ MLST
União Estudantes Secundaristas ­ UBES
União Juventude Socialista ­ UJS
Evangélicos pela Justiça ­ EPJ
União nacional de Entidades Negras ­ UNEGRO
Federação Estudantes de Agronomia do Brasil ­ FEAB
Pastoral da Juventude do Meio Rural ­ PJR
Associação dos Estudantes de Engenharia Florestal ­ ABEEF
Movimento dos Trabalhadores Desempregados ­ MTD
Confederação Nacional Trabalhadores Entidades de Ensino ­ CONTEE
Confederação Nacional Trabalhadores da Educação ­ CNTE
Confederação Nacional do Ramo Químico ­ CNQ/CUT
Federação Única dos Petroleiros ­ FUP
Sindicato Nacional dos Aposentados e Pensionistas ­ SINTAP/CUT
Associação Nacional de Pós-graduandos ­ ANPG
Confederação Nacional dos Metalúrgicos ­ CNM/CUT
Movimento Camponês Popular ­ MCP
Coordenação das Organizações Indígenas da Amazônia Brasileira ­ COIAB
Conselho Indigenista de Roraima ­ CIR
Federação Trabalhadores Metalúrgicos do Rio Grande do Sul
Ação Franciscana de Ecologia e Solidariedade
Instituto Nacional Estudos Sócio-econômicos - INESC
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