Re: Vince uribe



“/Giallo/” rosso sangue
di Simone Bruno

Con il 62% dei voti Alvaro Uribe Veléz è stato rieletto presidente della Colombia.

Una vittoria schiacciante, dove neanche l’ombra dei brogli può far pensare ad un esito distinto. Basta pensare che anche a Bogotà il dato rispetta l’andamento nazionale e qui in città non ci sono gruppi armati che accompagnano i contadini a votare sotto minaccia.

Hanno vinto le parole vuote, le mani sul cuore, le promesse disattese e rinnovate, il culto personale, la destra reazionaria e violenta.

Nessuno poteva realmente pensare in un esito differente, ma con una vittoria così schiacciante al primo turno, la più grande della storia del paese, il presidente si sentirà investito da un plebiscito di approvazione, e quindi legittimato nella sua “seguridad democratica”, nel suo trattato di libero commercio con gli stati uniti, nella sua lotta armata alla guerriglia. La sua linea dura e inconcludente.

Si sentirà legittimato nel continuare a smantellare lo stato sociale, legalizzare gli assassini, magari rendersi rieleggibile una terza volta, poco conta che il 55% degli elettori ha scelto di non scegliere rimanendo a casa.

Unica nota positiva è che grazie alla leadership di Carlos Gaviria e del suo polo democratico sembra che finalmente anche la Colombia sia entrata nelle dinamiche regionali che voglio forti movimenti e partiti politici di sinistra guadagnare consensi in larghi strati della società, ma purtroppo bisognerà attendere altri quattro anni, anni in cui il paese scivolerà fino a toccare il fondo, si isolerà ancora di più dai suoi vicini e sarà il cancello d’entrata delle forze militari e dell’influenza nord americana.

Il /Polo democratico Alternativo/, il partito che ha appoggiato la candidatura di carlos Gaviria con il suo 22% rappresenta il più grande successo di una formazione propriamente di sinistra in una elezione presidenziale Colombiana, il precedente record era detenuto dalla scomparsa Union Patriottica, la UP, scomparsa perché quasi 4000 dei suoi esponenti sono stati trucidati dai gruppi paramilitari e lo stillicidio continua ancora oggi.

Nelle ultime settimane quasi tutte le organizzazioni di diritti umani Colombiane, gli esponenti politici alternativi, i giornalisti, i sindacalisti, le organizzazioni indigene hanno ricevuti pesanti e continue minacce: “non siate troppo contenti, tutte quelle magliette gialle diventeranno rosse..”. Giallo è il colore del polo, delle spillette con “Gaviria presidente” scritto sopra che portavano i suoi sostenitori e che venivano derise dalla polizia per le strade della città, giallo era il colore della piazza Bolivar nella partecipata cerimonia conclusiva della campagna presidenziale del ex presidente della corte costituzionale.

L’esercito è già fuori controllo, solo nella settimana scorsa è avvenuta la fucilazione misteriosa della miglior squadra anti droga del paese per opera di effettivi militari per motivi ancora sconosciuti ma facilmente immaginabili, per non parlare degli assalti alle comunità e le continue minacce.

Il paese rischia di andare fuori controllo, dopo la legalizzazione dei sanguinari paramilitari è avvenuta l’approvazione popolare all’operato del governo, la violenza degli ultimi tempi rischia solamente di aggravarsi.