Emma Bonino: "in Venezuela non esistono istituzioni democratiche"



Emma Bonino: "in Venezuela non esistono istituzioni democratiche"
di Gennaro Carotenuto

Emma Bonino, in un'intervista pubblicata con la massima evidenza sul Corriere della Sera di oggi concessa a Gianna Fregonara e leggibile qui, si lancia in un'arditissima comparazione: "Esistono Paesi in cui ci sono elezioni senza istituzioni democratiche, penso al Venezuela di Chavez, al partito unico di Ben Alì in Tunisia".

Cosa vuol dire che in Venezuela non esistono istituzioni democratiche? Cosa vuol dire comparare la democrazia venezuelana alla dittatura di Ben Alí in Tunisia? La Bonino è troppo esperta, troppo preparata, troppo accorta per parlare a caso.

Non è possibile che si confonda tra Venezuela e la vicina Colombia? Lì il presidente eletto Uribe governa in un regime di terrore usando gli squadroni della morte ogni volta che gli fa comodo, dove si ammazzano 150 sindacalisti e una decina di giornalisti l'anno e dove il sistema di terrore rende oggettivamente il potere giudiziario vittima quotidiana delle intimidazioni di un potere narcopolitico contiguo al potere esecutivo. Non è possibile dunque che la Bonino volesse dire Uribe e per errore abbia detto Chávez.

Voleva proprio dire Chávez la Bonino, ma ognuno è responsabile delle proprie azioni e delle proprie affermazioni e quindi dovrà spiegare in che senso "non esistono istituzioni democratiche" in Venezuela. Se darà spiegazioni concrete ed oggettive bene, altrimenti la Bonino, per disinformazione o malafede si sarà prestata alla campagna di diffamazione in atto contro i governi progressisti latinoamericani. Le cose sono due: o esistono "istituzioni democratiche in Venezuela" o non esistono. O la Bonino ha ragione o ha torto, con l'aggravante che se ha torto si presta alla destabilizzazione di un paese straniero per gli stessi fini che nel 2002 armarono la mano ai golpisti dell'11 d'aprile.

Forse non esiste divisione dei poteri in Venezuela? E allora come mai una corte suprema nominata in larga maggioranza dall'attuale opposizione nel 2003 ha scritto una sentenza farsa nella quale affermava contro ogni evidenza e con sprezzo del ridicolo che l'11 di aprile 2002 non ci fu nessun colpo di stato in Venezuela? Non esiste un potere legislativo indipendente? Le ultime elezioni parlamentari hanno dato un'inequivocabile maggioranza al Movimento V Repubblica. Le elezioni, come tutte le precedenti, sono state ratificate da tutte le organizzazioni internazionali che hanno monitorato il voto, a partire dalla OEA al Centro Carter, come libere e trasparenti. Una parte dell'opposizione, la più corrotta e senza prestigio, legata all'ultradestra ed al regime bipartitico fondomonetarista che ha governato il Venezuela per 40 anni, ha fatto molto chiasso ritirandosi dalle elezioni a pochi giorni dal voto. Alla prova dei fatti, meno di un candidato su dieci della variegata opposizione (spesso più che degna e legittima) si ritirò dalle elezioni. Il resto ha partecipato democraticamente garantendo la rappresentatività del potere legislativo venezuelano. Forse la Bonino si preoccupa del sistema elettorale cileno della magnifica democrazia cilena dove per eleggere un deputato ci vuole più del 10% e fino al 20% dei voti? La Bonino in Cile non sarebbe mai stata eletta a nessuna carica. Dunque in Venezuela esistono istituzioni democratiche, divisione di potere (ma c'è stato l'assassinio del giudice Danilo Anderson che lavorava sul ruolo statunitense nel colpo di stato dell'11 d'aprile) c'è una democrazia multipartitica, c'è libertà di stampa ed i media sono tuttora all'80% nelle mani dell'opposizione, non esistono prigionieri politici né terrorismo di stato come nella vicina Colombia alla quale ben più distrattamente guarda la Bonino. Non solo, i piani di alfabetizzazione, le strutture sanitarie messe in piedi da zero in pochi anni sono oggettivamente "istituzioni democratiche" create dal nulla o quasi dal nulla. Cos'hanno che non va, cara Emma gli ambulatori che punteggiano a migliaia per la prima volta nella storia ogni quartiere povero o villaggio isolato in tutto il Venezuela? Perché ti disturbano tanto?

In Venezuela ci sono mille problemi, la polizia a volte è bestialmente violenta, ma non lo è per motivi politici, lo è per una cultura lenta da cancellare che è comune ad altri paesi del continente a cominciare dagli Stati Uniti. Il governo di Hugo Chávez, non certo esente da errori, in questi anni ha avuto una sola stella polare: quello dell'aumento della partecipazione in un paese dove la cosa pubblica -le "istituzioni democratiche"- erano monopolio di pochi. Oggi in Venezuela esistono quattro milioni di cittadini in più, persone che sulla carta non esistevano. La costituzione bolivariano è in senso partecipativo e le ricchezze del paese che prima prendevano la via di paradisi fiscali, sono in quote crescenti -e da accrescere ancora- destinate a politiche di inserimento sociale in una situazione ancora difficile, dura, brutale, ma dopo che per 40 anni i governi succedutisi non avevano fatto altro che aumentare l'esclusione. Non credo sia questo che possa disturbare la Bonino.

Ma la Bonino fa di più: paragona la democrazia di Chávez alla dittatura di Ben Alí. E' chiarissimo l'intento diffamatorio ma la Bonino casca male, parla male perché forse pensa male, detto morettianamente. E pensa male forse perché si informa male, almeno mi auguro che sia così. La dittatura fondomonetarista ed amica dell'occidente di Ben Alí, mette in galera e tortura gli oppositori e si tengono elezioni farsa dove il dittatore ottiene il 99% di voti. Si mettono in galera i ragazzi che tengono un blog e si oscurano decine di siti dall'estero, tra i quali, lo dico con orgoglio, anche questo, http://www.gennarocarotenuto.it oscurato da mesi nel paese nordafricano.

La Bonino è troppo esperta, troppo preparata, troppo accorta per parlare a caso o per essere così malinformata di cose venezuelane. Dove si informa di cose venezuelane? Come si informa? Soprattutto: in che lingua si informa? In inglese forse? Perché si presta alla campagna diffamatoria in atto contro i governi progressisti latinoamericani? Con quali fini? Cosa pensa la Bonino di quello che dice Donald Rumsfeld sull' "asse del male latinoamericano da colpire"?

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