1 maggio lettera al Presidente Lula di intellettuali, vescovi, uomini di spettacolo brasiliani sull'ALCA e la Privatizzazione della Banca centrale



LETTERA  AL  PRESIDENTE LULA

Caro Presidente

Questa lettera le viene inviata da persone che apprezzano il suo
percorso politico e desiderano prestarle ogni possibile aiuto, perché
Lei possa corrispondere alle enormi speranze che la sua vittoria ha
risvegliato nel popolo brasiliano.

        Consci della situazione economico-finanziaria del paese, abbiamo
una chiara percezione delle difficoltà interne ed esterne che hanno
portato il governo ad emettere misure di restrizione delle spese e di
elevazione degli interessi. Sappiamo, oltre a ciò, che la
globalizzazione ha provocato modificazioni sostanziali nell'economia
mondiale e che sarà molto difficile sviluppare il paese senza
partecipare in qualche modo alla comunità finanziaria internazionale.
        Questi condizionamenti non possono tuttavia significare la
rinuncia alla nostra sovranità
         Due misure sono particolarmente preoccupanti in relazione a
questo aspetto: il negoziato sull'ALCA e la pretesa autonomia della
Banca Centrale.
         Il primo, come alcuni di noi hanno già argomentato con lunghi e
ripetuti ragionamenti, esporrà i nostri produttori industriali, agricoli
e dei servizi a una concorrenza assolutamente diseguale, la cui prima
conseguenza sarà una denazionalizzazione ancora maggiore del nostro
apparato produttivo. Per la sua estensione, che va ben al di là degli
accordi commerciali,   coinvolgendo l'agricoltura, gli investimenti, gli
acquisti statali, la moneta, i servizi, questo negoziato manifesta
chiaramente l'intenzione del Governo statunitense di ricolonizzare il
continente, favorendo soltanto  i propri interessi.
         La seconda implica l'affidamento del controllo della  nostra
moneta ai capitali esteri e, quindi, la rinuncia al progetto nazionale.
Non si può nascondere che, essendo i settori più dinamici della  nostra
economia nelle mani di imprese straniere, l'autonomia della Banca
Centrale significa trasferire a loro la fissazione del valore della
nostra moneta.
        Per queste ragioni, abbiamo  preso la decisione di inviarle
questa lettera. Noi pensiamo che tanto l'ALCA quanto l'autonomia della
Banca Centrale siano questioni non negoziabili, visto che hanno a che
fare con l'intangibilità della stessa sovranità della Nazione. Una
decisione di una tale importanza deve essere presa dal detentore di
questa sovranità: il popolo brasiliano. Così, ogni brasiliano e ogni
brasiliana dovrebbero essere chiamati a pronunciarsi su entrambe le
questioni attraverso un plebiscito convocato proprio per questo scopo.
         Il plebiscito farebbe nascere una grande discussione nazionale
sui due temi, fornendo in questo modo le basi per una decisione
realmente democratica su di essi.
        Siamo convinti  che un atteggiamento fermo del Brasile
modificherà la posizione di forze che stanno facendo pressione su di noi
e aprirà il cammino perché possiamo costruire autonomamente i percorsi
più utili al nostro sviluppo.
           Tuttavia, se così non sarà, e il governo sarà messo nella
condizione di rompere con le forze che stanno facendo pressione su di
esso, creda, Signor Presidente, che le rappresaglie non saranno
insopportabili. La nostra economia è sufficientemente forte per
resistere ad esse,  e il nostro popolo è sufficientemente politicizzato
per darle l'appoggio necessario in questo scontro.

                                                             Brasile, 1
maggio  2003

-  Alfredo Bosi, critico letterario, membro dell'accademia  brasiliana
delle lettere
- Ana Maria Freire, educatrice, vedova di  Paulo Freire
- Ana Maria Castro. Educatrice,  figlia di   Josue de castro
- Ariovaldo Umbelino de Oliveira,  geografo della  USP
- Augusto Boal, regista
- Benedito Mariano, ricercatore
- Bernardete de Oliveira, antropologa della UNESP
- Carlos Nelson Coutinho, politologo e filosofo
- Chico Buarque, musicista e scrittore
- Dom Demetrio Valentini, vescovo
- Dom Paulo Arns, cardinale
- Dom Pedro Casaldaliga, vescovo
- Dom Tomas Balduino, vescovo
- Emir Sader, politologo
- Fabio Konder Comparato, giurista
- Fernando Morais, scrittore
- Francisco de Oliveira, sociologo
- Haroldo Campos, poeta e traduttore
- Joanna Fomm, attrice
- Leonardo Boff, teologo, filosofo e scrittore
- Luis Fernando Verissimo, scrittore
- Margarida Genovois,  attivista dei diritti umani
- Maria Adelia de Souza, geografa , ricercatrice  con Miltom santos
- Manuel Correia de Andrade, geografo, specialista del nordest
brasiliano
- Marilena Chauí, filosofa
- Nilo Batista,  giurista
- Ervino Schmidt. Pastore della chiesa luterana e direttore del   CONIC
- Plínio Arruda Sampaio,  consulente  FAo sulle questioni agrarie,
direttore del periodico "Correio da cidadania"
- Oscar Niemeyer, architetto
- Ricardo Antunes, politologo
- Sergio Haddad, Educatore e presidente di  ABONG (Associazione
Brasiliana delle ONGs)
- Sergio Ferolla, brigadeiro de la Aeronáutica
- Tatau Godinho, femminista
- Valton Miranda, psichiatra