Dichiarazione finale dell'incontro andino "impatto economico e ecologico dell'Alca"



Quito, 29-30 marzo 2001
Noi, uomini e donne contadini, indigeni, afroamericani, membri di
organizzazioni non governative, accademici e cittadini di Ecuador, Perù,
Colombia, Bolivia, Messico e Uruguay ci siamo riuniti nell'incontro andino
"l'Alca, il suo impatto economico e ecologico" per riflettere e conoscere i
processi che i governi dei nostri paesi stanno sviluppando alle spalle dei
propri popoli, dei parlamenti e contro i propri interessi.

Considerando che la proposta di creazione di un'Area di libero commercio
delle Americhe:

1) Subordina i diritti fondamentali, la sostenibilità, i diritti dei
lavoratori, i diritti dei popoli indigeni e degli stati nazionali agli
interessi delle imprese e degli investitori internazionali.

2) Provoca più disuguaglianza sociale e maggior concentrazione della
ricchezza.

3) Aggrava lo spostamento forzato e la migrazione di massa di rifugiati
economici ed ecologici

4) Promuove la privatizzazione di servizi essenziali, come l'istruzione, la
salute, l'acqua.

5) Include la diversità agricola e silvestre nel sistema dei brevetti

6) Aggrava il degrado degli ecosistemi, la perdita della diversità biologica
e gli effetti dei cambiamenti climatici.

7) Annulla la sovranità alimentare e culturale dei popoli dell'America
Latina

8) Distrugge le basi produttive dei paesi, convertendoli in importatori di
alimenti, beni, servizi e tecnologia.

Pertanto:

Respingiamo gli accordi dell'Alca, le intenzioni egemoniche, di dipendenza
subordinata e i meccanismi antidemocratici della sua elaborazione.

Esigiamo dai governi e dai parlamenti, e chiamiamo i popoli dell'America
Latina a lavorare su una proposta di agenda di cambiamenti sociali, in cui
il commercio non sia un fine in se stesso, ma uno strumento il cui proposito
centrale risponda alle necessità di uno sviluppo umano sostenibile nei
nostri paesi, e per tanto:

Rispetti i diritti fondamentali degli esseri umani, delle collettività e dei
popoli indigeni;

Sia giusta, equa e in armonia con la natura

Rispetti le sovranità nazionali (alimentare, politica e culturale)

Sia subordinata agli accordi internazionali e multilaterali sull'ambiente

Si basi sui bisogni dei popoli e non sugli interessi delle multinazionali.

Chiediamo che tutto l'accordo internazionale sia sottoposto a un processo di
verifica pienamente partecipativo e controllato dai popoli e dagli spazi
democratici di decisione.

Esortiamo le organizzazioni partecipanti a sviluppare azioni nazionali per
mettere i nostri governi di fronte alla necessità di rispondere alle
necessità delle nostre società nel loro complesso.

Chiamiamo a uno sforzo congiunto, con Alleanza sociale continentale e tutte
le organizzazioni impegnate in proposte alternative per lo sviluppo di una
agenda dei popoli.