Il 4 novembre e il ripudio della guerra. Intervento del magistrato Domenico Gallo



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Date: Sun, 16 Oct 2011 19:10:33 +0200 (CEST)
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Subject: - Un intervento del magistrato Domenico Gallo

 

Care amiche, cari amici,

gentili signore e signori,

spettabili redazioni,

sperando di far cosa gradita diffondiamo come anticipazione il seguente intervento dell'illustre magistrato Domenico Gallo che apparira' domani sul notiziario telematico quotidiano "Voci e volti della nonviolenza".

 

Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

 

Viterbo, 16 ottobre 2011

 

Mittente: "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo

e-mail: nbawac at tin.it

web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE. DOMENICO GALLO: 4 NOVEMBRE, ONORARE LE VITTIME, NON CELEBRARE LA MORTE

 

[Domenico Gallo, illustre giurista, e' nato ad Avellino nel 1952, magistrato ed acuto saggista, gia' parlamentare, tra gli animatore dell'Associazione nazionale giuristi democratici; tra i suoi scritti segnaliamo particolarmente: Dal dovere di obbedienza al diritto di resistenza, Edizioni del Movimento Nonviolento, Perugia 1985; Millenovecentonovantacinque, Edizioni Associate, Roma 1999; (a cura di, con Corrado Veneziano), Se dici guerra umanitaria. Guerra e informazione. Guerra all'informazione, Besa, 2005; (a cura di, con Franco Ippolito), Salviamo la Costituzione, Chimienti, Taranto 2006. Vari suoi scritti sono disponibili nel sito www.domenicogallo.it]

 

Come tutti sanno il 4 novembre, anniversario della fine della prima guerra mondiale, ricorre la festa delle forze armate e dell'unita' nazionale.

In linea di principio non c'e' niente di strano che un paese celebri una festa delle proprie forze armate per ricordare i caduti di tutte le guerre e non c'e' niente di strano che in Italia questa data venga fissata proprio il 4 novembre, anniversario della resa dell'esercito austriaco e quindi della fine della prima guerra mondiale.

Tuttavia e' innegabile che, in Italia, questa festa sconta un peccato originale. Essa e' stata istituita, all'indomani della guerra, per celebrare la cosiddetta "vittoria" di Vittorio Veneto, sotto la spinta dell'esigenza di elaborare il lutto, secondo il vecchio schema della retorica patriottica, trasformando la morte in "sacrificio", in offerta generosa delle vita per la salute della collettivita'. Per questo e' stato inventato il rito del "milite ignoto", che e' stato tumulato nel sacello dell'Altare della Patria il 4 novembre 1921.

Nella prima meta' del secolo scorso le nostre piazze e le nostre chiese, i nostri municipi si sono ammantati di lapidi che "celebravano" il sacrificio dei nostri combattenti, caduti per la Patria. Nello stesso tempo quelle lapidi, chiudevano la bocca ad ogni dissenso che potesse mettere in discussione i meccanismi della politica e del potere che quelle morti avevano prodotto.

Morire per la Patria era un evento sacro e generoso: solo con questa trasfigurazione ideologica della morte si poteva rendere accettabile alla coscienza collettiva il peso insostenibile del dolore che aveva devastato la vita di quasi tutte le famiglie italiane (dal momento che la grande guerra aveva prodotto circa 750.000 morti, il doppio dei caduti che si sarebbero avuti con la seconda guerra mondiale).

Se nella seconda meta' del secolo scorso quelle lapidi non sono state piu' erette, ed il culto della morte non e' stato piu' celebrato, cio' e' avvenuto perche' la politica (e la Costituzione) lo ha impedito. Proprio questo vuol dire il ripudio della guerra: che la morte e' stata tolta dagli utensili della politica, che deve perseguire i propri legittimi obiettivi con mezzi diversi dalla violenza bellica.

Sotto l'egida della Costituzione repubblicana, il mutato clima culturale, politico ed istituzionale ha trasformato il senso delle celebrazioni del 4 novembre rispetto all'impostazione originaria.

Senonche' da alcuni anni la situazione e' cambiata, con l'avvento al Governo di un ceto dirigente portatore di una cultura politica apertamente confliggente con i valori costituzionali, ivi compreso il piu' importante, il ripudio della guerra.

E' quindi diventato concreto il rischio di tornare alle origini e di trasformare nuovamente il 4 novembre in un momento di celebrazione della morte e di glorificazione della guerra: insomma una festa anti-ripudio della guerra.

Il 4 novembre bisogna reagire alla fanfara suonata dai pifferai del nichilismo oggi al potere, confrontandosi con la memoria storica e mettendo a nudo la falsita' dei miti con i quali si e' corrotta in passato e, oggi, si sta tentando di nuovo di corrompere la coscienza collettiva.

Bisogna ricordare che quella guerra e' uscita fuori da ogni schema razionale e che il progresso scientifico applicato all'arte della guerra ha trasformato il conflitto bellico in sterminio di massa ed ha aperto la strada ai fascismi del XX secolo, ad ulteriori barbarie e ad altri olocausti.

Non si deve dimenticare, ma bisogna di nuovo fare lezione dalle tragedie del passato per evitare che si ripetano nel nostro futuro.

La ricorrenza del 4 novembre deve essere utilizzata, non per glorificare la guerra "per la Patria", ma per celebrare la fine dell'orrendo massacro che ha insanguinato l'Europa e per riproporre l'impegno a salvare le generazioni future dal flagello della guerra che, nel secolo scorso, come recita il preambolo della Carta delle Nazioni Unite, per ben due volte, nel corso della stessa generazione ha causato sofferenze indicibili all'umanita'.

 

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Postilla: L'appello "Ogni vittima ha il volto di Abele"

 

UN APPELLO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO, DI PEACELINK E DEL CENTRO DI RICERCA PER LA PACE DI VITERBO PER IL 4 NOVEMBRE: OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE

 

Intendiamo proporre per il 4 novembre l'iniziativa nonviolenta "Ogni vittima ha il volto di Abele".

Proponiamo che il 4 novembre si realizzino in tutte le citta' d'Italia commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze.

Affinche' il 4 novembre, anniversario della fine dell'"inutile strage" della prima guerra mondiale, cessi di essere il giorno in cui i poteri assassini irridono gli assassinati, e diventi invece il giorno in cui nel ricordo degli esseri umani defunti vittime delle guerre gli esseri umani viventi esprimono, rinnovano, inverano l'impegno affinche' non ci siano mai piu' guerre, mai piu' uccisioni, mai piu' persecuzioni.

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Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente. Non devono dar adito ad equivoci o confusioni di sorta; non devono essere in alcun modo ambigue o subalterne; non devono prestare il fianco a fraintendimenti o mistificazioni. Queste iniziative di addolorato omaggio alle vittime della guerra e di azione concreta per promuovere la pace e difendere le vite, devono essere rigorosamente nonviolente.

Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.

Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.

Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perche' convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. Dimostrando che solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise. Affermando il diritto e il dovere di ogni essere umano e la cogente obbligazione di ogni ordinamento giuridico democratico di adoperarsi per salvare le vite, rispettare la dignita' e difendere i diritti di tutti gli esseri umani.

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A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.

Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.

Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

Ogni vittima ha il volto di Abele.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

Movimento Nonviolento

per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

Peacelink

per contatti: e-mail: info at peacelink.it, sito: www.peacelink.it

 

Centro di ricerca per la pace di Viterbo

per contatti: e-mail: nbawac at tin.it, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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