Un plauso a Viale ed un auspicio







Ai tempi d'oro dell'evoluzione sociale, prima del processo di decadenza che abbiamo un po' tutti subìto negli ultimi quarant'anni (soprattutto a causa di un sopraggiunto associazionismo che ha cancellato la genuinità del pensiero, relegandoci in modelli d'impegno preconfezionati), Guido Viale scriveva:

"... l'università funziona come strumento di manipolazione ideologica e politica teso ad instillare negli studenti uno spirito di subordinazione rispetto al potere (qualsiasi esso sia) ed a cancellare, nella struttura psichica e mentale di ciascuno di essi, la dimensione collettiva delle esigenze personali e la capacità di avere dei rapporti con il prossimo che non siano puramente di carattere competitivo ..." (da Contro l'università)

http://www.tecalibri.info/R/ROSTAGNO-M_universita.htm


Ecco, quelli erano i bei tempi in cui si andava al sodo senza aver timore di dirigere lo sguardo laddove occorreva, in questo caso verso una Università ancor oggi, anzi: sempre più baronale e produttrice di replicanti privi di una propria sensibilità (dell'uno come dell'altro sopraggiunto modello, non più solo "di destra" ma pure "di sinistra"). Per la qual cosa plaudo a Viale per essersi espresso, la bellezza di 42 anni fa, "Contro l'università". Contemporaneamente esprimo l'auspicio che egli possa, magari dedicando un po' meno tempo al tema oggi di moda: la monnezza, tornare a focalizzarsi sulla Università e pure sulla Scuola.


Viviamo infatti l'improrogabile necessità di aprire l'intera Funzione Pubblica, a cominciare appunto da Scuola ed 
Università, al contributo di ogni cittadino competente e desideroso di prestare servizio. Senza rimuovere la discriminazione sociale, un vero e proprio muro di sbarramento, generata dall'assunzione a vita che contrappone statali da una parte a cittadini dall'altra, non vi sarà mai ricambio di persone ed idee nè questa caotica società potrà trasformarsi in una solidale comunità. Spero dunque ritroveremo tutti presto quella freschezza, quella spontaneità, quella veracità d'analisi, che nel '68 era all'ordine del giorno.


Cordiali saluti,

Danilo D'Antonio