"Una lampadina per Kimbau": perché non lo adottiamo a scuola come libro di lettura?



Ciao a tutti,
sono un docente di Lettere e insegno nella scuola media superiore a Taranto.

Nella seconda metà di maggio in tutt'Italia vi saranno i collegi dei docenti per l'adozione dei libri di testo e io vorrei proporre come libro di lettura "Una lampadina per Kimbau" (Mondadori), la storia della vita della dottoressa Chiara Castellani, scritto da lei stessa e con presentazione della giornalista Mariapia Bonanate.

E' un libro che sull'America Latina e l'Africa visto con gli occhi di una volontaria internazionale che - partita come dottoressa - è dovuta diventare chirurgo di guerra. E' la storia di chi ha voluto dedicare la propria vita agli ultimi, ai poveri, ai senza voce; e ad essi il libro restituisce voce, speranza e con essi la dignità di esistere e di essere finalmente raccontati. Per altre informazioni sul libro: http://italy.peacelink.org/pace/articles/art_5549.html

Ho fatto vari esperimenti quest'anno leggendo alcuni capitoli di "Una lampadina per Kimbau" e ho visto che i ragazzi rimanevano assorti e interessati. Perché è una lettura immediata, diretta alle emozioni, avvincente come un racconto avventuroso.

Il libro racconta, con la forza di una narrazione travolgente, quella passione e della forza di volontà e di riscatto che vorremmo trasmettere ai nostri ragazzi.

Ho intenzione pertanto di proporlo per l'adozione.

Ci ho pensato per un po' di tempo, rispetto alle possibili obiezioni di metodo e di merito.

Riporto qui sotto alcune norme e linee guida ministeriali, dentro le quali a mio parere si può legittimamente proporre l'adozione del libro di Chiara Castellani.

Il testo non è collocato dentro le collane scolastiche (e quindi non è provvisto di quei tallincini che consentono la distribuzione agli insegnanti come copia saggio) ma ciò non cambia nulla per gli studenti e non implica in alcun modo un'esclusione dall'ambito dell'adottabilità.

Rimando per il resto all'appendice normativa qui sotto sintetizzata.

Un cordiale saluto

Alessandro Marescotti
http://www.kimbau.org
http://ww.peacelink.it


NORME E LINEE GUIDA

La circolare più recente sull'adozione dei libri parla dei "testi scolastici che i docenti adotteranno nella espressione della libertà di insegnamento". Specifica: "L'adozione dei libri di testo rappresenta, come è noto, espressione dell'autonomia didattica delle istituzioni scolastiche, che si realizza anche con la scelta consapevole e mirata di strumenti didattici coerenti con il Piano dell'Offerta Formativa". Per i tempi: "Come per il passato, per consentire una migliore informazione editoriale da parte delle associazioni abilitate, è opportuno che le adozioni dei testi scolastici vengano deliberate, rispettivamente, nella seconda decade del mese di maggio per la scuola secondaria superiore e nella terza decade del medesimo mese di maggio per la scuola primaria e per la scuola secondaria di primo grado". (Circolare Ministeriale 22 aprile 2005, n. 46, prot. n. 3718; Oggetto: Adozione dei libri di testo nelle scuole primarie e nelle scuole e negli istituti di istruzione secondaria di primo e secondo grado per l'anno scolastico 2005/2006).
http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cm046_05.htm

La questione della libertà di insegnamento ricorre spesso, ad esempio: "L'adozione dei libri di testo (...) rappresenta una delle fondamentali espressioni della libertà di insegnamento e dell'autonomia didattica delle istituzioni scolastiche" (Circolare Ministeriale 31 marzo 2004, n. 38, prot. n. 6934).

Le scuole hanno un ampio margine di autonomia: "La scelta, l'adozione e l'utilizzazione delle metodologie e degli strumenti didattici, ivi compresi i libri di testo, sono coerenti con il Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e sono attuate con criteri di trasparenza e tempestività. Esse favoriscono l'introduzione e l'utilizzazione di tecnologie innovative" (Schema di regolamento in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, approvato dal Consiglio dei Ministri il 25 febbraio 1999).

Molto importente e significativa è la Circolare Ministeriale Pubblica Istruzione 27 marzo 1995, n. 105 (Oggetto: Piano per la promozione della lettura nelle scuole di ogni ordine e grado): "Questo Ministero considera l'educazione alla lettura come uno dei principali obiettivi della scuola, così come viene indicato anche nei più recenti documenti di innovazione curricolare sia di ordinamento sia sperimentale (...) Saper leggere (...) è soprattutto un problema di curiosità e di motivazione alla lettura in quanto tale e non solo alla lettura scolastica, basato sul superamento della scissione tra quello che si vuole e quello che si deve leggere; è in sostanza il passaggio da una concezione della lettura come dovere scolastico ad una lettura come attività libera e capace di porre il soggetto in relazione con se stesso e con gli altri (...) In particolare nella proposta di sperimentazione "Brocca" per il triennio della scuola secondaria di secondo grado, si legge che "una delle finalità formative comuni a tutti gli indirizzi è quella di suscitare l'amore e il gusto della lettura, l'acquisizione di capacità di giudizio, l'elevazione dei giovani ai valori della cultura". In tutti i programmi citati l'educazione alla lettura non è vista come obiettivo dell'educazione linguistica e dell'insegnante di lettere, ma deve divenire momento trasversale a tutte le discipline attraverso l'incentivazione della motivazione ad un leggere che coinvolga i processi cognitivi e quelli affettivo-emotivi. (...) Un primo momento progettuale-strategico per la promozione della lettura è la creazione del clima pedagogico che si può concretizzare esemplificativamente nel:
- creare spazi di lettura;
- leggere a voce alta in situazione collettiva; (in questa prospettiva assume grande rilevanza il ruolo dell'insegnante in quanto "sentire leggere l'adulto e veder leggere l'insegnante" fanno emergere "il bisogno e il piacere della lettura");
- produrre attività stimolanti..."
Reperibile su: http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/cm105_95.html

Per i programmi ministeriali degli Istituti Tecnici si parla per il triennio di "pratica estesa e organizzata della lettura, da esercitare nelle sue diverse forme, sia e ampiamente sui testi letterari e di commento ad essi, sia su testi di altra natura che vengano implicati dal progetto dei percorsi di studio".