test INVALSI



Spett.:
-MIUR
-INVALSI
-Dirigente scolastica Montaldo - Genova
-Organi di informazione
-Organizzazioni sindacali
- Coordinamenti genitori insegnanti

I e le sottoscritti insegnanti della suola Anna Frank (circolo didattico
Montaldo - Genova) dichiarano di non condividere da un punto di vista
didattico la somministrazione dei test INVALSI in atto in questi giorni per
la seguenti motivazioni
1 - I test proposti non possono essere collegati alle programmazioni ed alle
modalità di valutazione normalmente adottate nelle nostre scuole e quindi
risultano del tutto estranei nella forma e nella sostanza all'esperienza dei
bambini
2- Veicolano una cultura frammentaria e frantumata al contrario di quanto si
è andato negli ultimi anni affermando nella scuola primaria:
approfondimento, collaborazione, progettazione, verifiche mirate ed
articolate
3 - Non garantiscono ai bambini l'anonimato, in quanto il sistema dei codici
ed i suggerimenti proposti lasciano ampie possibilità di controllo sulle
prove die singoli alunni
4 - Risultano gravemente discriminanti nei confronti dei bambini disabili e
stranieri, i quali vengono sottoposti a prove differenziate, che peraltro
non saranno inviate dell'INVALSI: il nostro circolo ha sempre lavorato
all'integrazione dei bambini disabili e stranieri con precisi progetti
didattici e ritiene le modalità proposte per le prove in contraddizione con
questo tipo di lavoro
5 - Così strutturati, i test provocano ansia ed agevolano solo alcuni, non
tenendo conto delle varie e diverse intelligenze e dei ritmi di lavoro
individuali. Gli estensori non hanno considerato che all'interno delle
nostre classi, oltre agli alunni diversamente abili riconosciuti e
certificati, esistono casi di disagio e di difficoltà, che necessitano di
modalità e tempi adeguatamente calibrati.
6 - Il linguaggio utilizzato nelle consegne non è sempre di facile né
immediata comprensione; alcune soluzioni proposte risultano ambigue, e
provocano nei bambini indecisione e frustrazione: sembrano studiate apposta
per trarre in inganno alunni che, teniamo a ribadire, hanno sette e dieci
anni. Considerata l'età anagrafica degli alunni interessati, la quantità
delle domande e la complessità dei dati in esse esposte hanno evidenziato la
difficoltà di lettura come comprensione  nel tempo previsto. Senza contare
che spesso si passa da richieste in positivo a richieste in negativo,
soprattutto nei test a carattere scientifico.
Sembra accertato che il pensiero astratto per rispondere in modo adeguato a
quesiti di questo tipo si raggiunga intorno agli undici anni.
7 - Estremamente negativo è il giudizio sulle istruzioni dettagliate
contenute nel manuale del "somministratore" e sull'indicazione data agli
insegnanti di non svolgere le prove all'interno della propria classe e
nell'ambito loro assegnato; si ritiene infatti che dovrebbero essere
soddisfatte tutte le richieste di spiegazione, di discussione, di aiuto e
tutte le strategie didattiche utili a far comprendere i test. In questo
atteggiamento si riscontra sfiducia nei confronti degli insegnanti e volontà
di creare un clima di competizione fra di essi.
8 - Nella nostra scuola è prassi abituale dichiarare esplicitamente gli
alunni l'utilità e le finalità di ogni prova. Ciò consente loro di
rafforzare la propria autotomia o, se ne viene ravvisata la necessità, di
individuare un percorso migliorativo. Ci chiediamo dunque come giustificare
agli alunni l'utilità delle prove INVALSI. E ci chiediamo anche in che modo
i risultati i tale rilevamento potranno influire positivamente sul
funzionamento della scuola in generale e di ciascuna scuola in particolare
Gianfranca Mozzone, Patrizia Fareri, Barbara Comparini, Immacolata Gelvi,
Antonella La Micela, Alessandra Berti, Antonella genovese, Anton Maria
Chiossone, Norma Bertullacelli, Giuseppina Pendola, Simonetta Stoppino,
Liliana Borgati, Annamaria Asborno, Antonella Matrella, Carla Cevasco, Rita
Bonelli