ITALIA: STATO LAICO O STATO CONFESSIONALE? (Filippo Gentiloni)




Bologna, 24 giugno 2004

Ora di religione cattolica nelle scuole primarie, accordo firmato dal
ministro Moratti e cardinal RuiniŠ (vedi qui di seguito e anche in allegato)

Mi viene un dubbio: lo stato Italiano è uno stato laico o uno stato
confessionale?

Shalom-salaam a tutti, ma proprio a tuttiŠ compresi naturalmente tutti gli
episcopi della CEI, l'unto del Signore Berlusconi ed il ministro MorattiŠ

Domenico Manaresi

A scuola di valori

di FILIPPO GENTILONI - da Il Manifesto di domenica 13 Giugno 2004


L'accordo sull'ora di religione cattolica nelle scuole primarie firmato
pochi giorni fa dal cardinale Ruini e dal ministro Moratti merita qualche
riflessione: la logica concordataria vi trova non una svolta ma un
approfondimento.

Il testo recita:

«Intesa sugli obiettivi specifici di apprendimento per l'insegnamento della
religione cattolica (IRC) nella scuola secondaria di primo grado».

Alcune affermazioni più significative:

«La Chiesa italiana attraverso l'insegnamento dell'ora di religione
rivendica il suo diritto di orientare la formazione culturale dei giovani,
di indicare valori nella società italiana e concorrere alla convivenza
civile».

E ancora:

«L'obiettivo è privilegiare una corretta visione antropologica, al servizio
della verità nella carità, finalizzata a impedire al pluralismo di
tramutarsi in confuso relativismo».

E ancora:

«La Conferenza episcopale fornisce il proprio apporto per un insegnamento
della religione cattolica armonicamente integrato nel sistema scolastico e
dinamicamente idoneo a interagire con le altre discipline».

Dunque non un`ora specifica, accanto alle altre ma dalle altre
indipendente. I termini chiave sono infatti «integrazione armonica»,
valori, coronamento di tutta la formazione scolastica. Un ruolo, quindi,
per tutti e che tocca tutte le materie, coordinandole e coronandole e
integrandole.

Un testo significativo. Vi appaiono chiaramente quelli che sono oggi i
capisaldi della posizione del cattolicesimo. Non tanto, dunque , e non
soltanto l'insegnamento di una verità particolare, quella cattolica, ma una
funzione di orientamento e di formazione per tutti. La logica concordataria
fa passi avanti, sempre nella linea del do ut des.

Lo stato riconosce, implicitamente, il fallimento della sua presunta
laicità: insegna matematica e scienze, italiano e latino, ma non riesce ad
insegnare quei «valori» che sono assolutamente necessari per l'etica della
convivenza civile. Chiede aiuto alla chiesa che, a sua volta, richiede un
certo compenso. Non a caso proprio in questi giorni e mesi, ben
quindicimila insegnanti di religione hanno ottenuto il passaggio in ruolo
(pur mantenendo la nomina da parte dell'autorità ecclesiastica): non è poco
di questi tempi.

L'impostazione vaticana è ormai chiara e la ritroviamo anche nella polemica
per il richiamo alle «radici cristiane» nella costituzione della nuova
Europa. La chiesa cattolica si pretende infatti maestra universale. Una
impostazione con la quale, volenti o meno, dovremo fare i conti. Ma non
possiamo non chiederci se questa implicita rinuncia ai valori etici laici
non danneggi l'esistenza civile di uno stato nel quale il pluralismo è
necessario e non conduce necessariamente al relativismo. I credenti, poi,
non possono non chiedersi se questo appiattimento del cristianesimo a
livello di un magistero di «educazione civica» non sia un tradimento della
specificità rivoluzionaria del vangelo.

Filippo Gentiloni

da il Manifesto di domenica 13 Giugno 2004





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