"sei ancora quello della pietra e della fionda"



La guerra, ormai ripetutamente annunciata e minacciata,questa assurda
modalità di risolvere le controversie,è arrivata,è una triste,vergognosa
realtà! Rabbia e sconforto convivono con la consapevolezza che non è
possibile arrendersi, che bisogna continuare a lottare, a credere che
nasceranno davvero tempi nuovi, tempi di serenità e di pace. Mi trovo in
profonda sintonia con i versi di Salvatore Quasimodo "Uomo del mio tempo"

                        Sei ancora quello della pietra e della fionda
                       uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
                       con le ali maligne, le meridiane di morte,
                       -t'ho visto-dentro il carro di fuoco, alle forche,
                       alle ruote di tortura. T'ho visto: eri tu,
                       con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
                       senza amore, senza Cristo.Hai ucciso ancora,
                       come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
                       gli animali che ti videro per la prima volta.
                       E questo sangue odora come nel giorno
                      quando il fratello disse all'altro fratello:
                      "Andiamo ai campi".E quell'eco fredda, tenace,
                      è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
                     Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
                     salite dalla terra, dimenticate i padri:
                     le loro tombe affondano nella cenere,
                     gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.


un saluto a tutti,

Chiara