TuttoscuolaNEWS n. 95



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

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N. 95, 17 marzo 2003


SOMMARIO

1. A settembre l'inglese costa
2. Non uno di meno. Dall'Emilia-Romagna la prima legge ìanti-Morattiî
3. Scuola non statale e riforma: piu' rischi o opportunita'?
4. L'incerto futuro delle SSIS
5. Verso lo sciopero della scuola
6. Sandro Gigliotti: una vita per la scuola
7. Forum Scuola 2003



1. A settembre l'inglese costa

L'insegnamento della lingua straniera nelle  prime  due  classi  della
scuola primaria non e' una  novita'  assoluta.  Viene  gia'  impartito
infatti, secondo i dati ufficiali del ministero  dell'Istruzione,  nel
48%    delle    seconde    classi   e   nel   27%   delle  prime  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_95-1.doc ), cioe' in poco  piu'  di
19 mila classi delle  54  mila  (comprese  le  nuove  classi  per  gli
anticipi) che a settembre per prime applicheranno la riforma.
35 mila classi circa sono quindi in attesa dell'insegnante  di  lingua
straniera che la legge di riforma individua  genericamente  come  ìuna
lingua dell'Unione  europeaî,  ma  che  le  proposte  contenute  nelle
ìIndicazioni nazionaliî per la scuola  primaria  hanno  gia'  tradotto
nella sola lingua inglese.
Di queste 35 mila classi senza l'inglese, nella  fase  di  transizione
verso l'integrazione generalizzata della lingua  straniera  una  quota
verra'    certamente   coperta  dalla  ridistribuzione  delle  ore  di
insegnamento dei docenti di lingua straniera presenti,  visto  che  la
durata settimanale di questo insegnamento, almeno  per  le  prime  due
classi, sara' piuttosto contenuta.
Rimarranno comunque scoperte numerose classi  e  si  dovranno  percio'
assumere nuovi insegnanti, se si vorra' - come annunciato dal ministro
Moratti a ìPorta a portaî  -  garantire  l'insegnamento  della  lingua
straniera in tutte le  prime  e  le  seconde  classi.  Una  frase  che
potrebbe rivelarsi un po'  troppo  ottimistica,  perche'  condizionata
alla disponibilita' di risorse finanziarie e umane.
Se non verranno trovate soluzioni  alternative  per  insegnare  lingue
rispetto al tradizionale insegnamento frontale, si dovra' procedere ad
apposite assunzioni con oneri finanziari  aggiuntivi  da  quantificare
nel piano  programmatico  finanziario  da  predisporre  entro  novanta
giorni dall'entrata in vigore della nuova disciplina  e,  soprattutto,
da includere in un apposito intervento legislativo da approvare  entro
il mese di agosto.
Le parole (in italiano) non costano, l'inglese si'.


2. Non uno di meno. Dall'Emilia-Romagna la prima legge ìanti-Morattiî

Dovrebbe essere deliberata oggi  dalla  Giunta  Regionale  dell'Emilia
Romagna    una  proposta  di  legge  che,  secondo  quanto  annunciato
dall'assessore all'istruzione e alla  formazione  Mariangela  Bastico,
ìpur   rispettando  l'ordinamento  scolastico  nazionale,  limita  gli
effetti    piu'    negativi   della   legge  Moratti.î  Insomma  una
ìcontroriformaî regionale, intenzionalmente opposta a quella varata la
settimana scorsa dal Parlamento nazionale.
Sara'    interessante   capire  se  la  proposta  di  legge  regionale
emiliano-romagnola    vorra'    effettivamente   recuperare   quanto
l'opposizione ulivista nazionale non e' riuscita a  far  passare  alle
Camere oppure vorra' anticipare un proprio progetto  di  istruzione  e
formazione professionale, visto che il modificato articolo  117  della
Costituzione ne affida la competenza esclusiva proprio a ogni regione.
Sara' comunque una proposta  contro.  Si  sa  che  la  proposta  della
Bastico, gia' annunciata da tempo col nome di ìnon uno  di  menoî  sta
creando qualche malumore all'interno dello stesso consiglio  regionale
chiamato ad approvarla. Una cosa sembra certa: con  questa  iniziativa
legislativa, al di la' del merito della  proposta  che  conterra',  si
apre un nuovo scenario nel  quale  i  rischi  di  possibili  conflitti
istituzionali sono piu' che mai concreti.

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3. Scuola non statale e riforma: piu' rischi o opportunita'?

Nel decennio 1991-2001 sono state chiuse 2.539 istituzioni scolastiche
non statali (il 13,6%  del  totale)  e  sono  diminuiti  del  13%  gli
iscritti (-172.339 unita'), complice il decremento demografico che  ha
interessato    anche    le    scuole    statali    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_95-2.doc ). Mentre molte scuole non
statali chiudevano, le altre dovevano fare i conti con  il  necessario
aumento    di    insegnanti   (e   dei  costi),  che  sono  aumentati
complessivamente nel decennio di  oltre  10  mila  unita'.  Sono  dati
riportati in una recente pubblicazione del ministero dell'Istruzione (
www.istruzione.it ) sul mondo della scuola non statale.
Con l'introduzione delle innovazioni previste dalla  riforma  Moratti,
cosa cambiera' per l'universo delle scuole non statali?  Gia'  con  la
sperimentazione della riforma, attuata quest'anno in  251  istituzioni
scolastiche, le paritarie hanno avuto un ruolo di tutto riguardo.
Ma la riforma e' un'altra cosa: e' cambiamento,  e'  impegno  a  tutto
campo    e,   soprattutto,  e'  aumento  rilevante  di  spese.  Se  i
finanziamenti per l'attuazione della riforma nelle scuole  statali  e'
gia' oggi un grave problema, immaginiamo cosa possa significare per le
scuole paritarie - obbligate ad attuare anch'esse la riforma (e quindi
l'inglese per tutti, l'informatica, etc.) -  stare  al  passo  con  la
cronica incertezza del contributo finanziario dello Stato.
Ma  qual  e',  alla  vigilia  della  grande  riforma  del  sistema  di
istruzione, il rapporto di forze in campo tra statale e  non  statale?
Se si guarda alle classi funzionanti le non statali  rappresentano  in
media l'11,16% del totale delle classi funzionanti con  punte  estreme
delle  scuole  dell'infanzia  che  toccano  il  38,35%  delle  sezioni
dell'intero settore a fronte  del  3,36%  delle  classi  nella  scuola
media.
Gli alunni sono in proporzione al numero delle classi con un  rapporto
di poco superiore (11,54% del totale dei ragazzi iscritti).
Insomma e' bene ricordare che quando si parla di scuola non statale ci
si deve riferire soprattutto  alle  scuole  dell'infanzia  (religiose,
laiche e comunali) che da sole rappresentano piu' del 60%  dell'intero
sistema della non statale.


4. L'incerto futuro delle SSIS

Nel testo di riforma ìnon c'e' alcun accenno all'esperienza SSIS,  che
ha    rappresentato   un'innovazione  importante.  Se  ritorna  tutto
all'universita' credo che andra' perduta un'esperienza importante, con
uno spreco di risorse e di energieî. Cosi'  si  e'  espressa  Clotilde
Pontecorvo,    direttore    della   Scuola  di  Specializzazione  per
l'Insegnamento Secondario (SSIS) del  Lazio,  in  una  tavola  rotonda
organizzata dalla Ssis a Indirizzo  Linguistico  Letterario  di  ìRoma
Treî svoltasi nei  giorni  scorsi  a  Roma,  e  dedicata  alla  futura
formazione degli insegnanti di lettere.
Meno pessimista e' apparso Luca Curti, presidente della  Codissis  (il
coordinamento nazionale delle SSIS), che ha affermato che l'esperienza
delle SSIS ìe' stata interessante  e  ci  ha  reso  consapevoli  della
scarsa preparazione che le  universita'  danno  ai  nostri  laureatiî.
Quanto alla riforma Moratti, Curti  ha  osservato  che  essa  contiene
ìpiu' cose positive che negativeî, anche se non e' ancora chiaro se il
biennio di specializzazione prevede una conferma, una trasformazione o
una cancellazione della SSIS. Una  cosa  appare  chiara:  nella  nuova
strategia di formazione  degli  insegnanti  un  ruolo  decisivo  viene
assunto dall'universita', alla  quale  e'  attribuito  il  compito  di
definire la politica delle risorse professionali.
Quanto alla spinosa questione  del  punteggio  aggiuntivo  (30  punti)
assegnato da un decreto interministeriale del 1998  ai  ìsissiniî,  ed
ora   a  rischio  di  vanificazione  se  un  punteggio  analogo  sara'
riconosciuto anche agli altri abilitati, come vorrebbe un  ordine  del
giorno votato dal  Parlamento,  si  sono  udite  durante  il  convegno
proteste anche molto accorate, e minacce  di  ricorsi.  Comprensibili,
visto che i partecipanti  al  convegno  erano  per  la  maggior  parte
corsisti delle SSIS.


5. Verso lo sciopero della scuola

Non sono bastati quasi due mesi di verifiche e  controlli  tecnici  da
parte  del  ministero  dell'Economia  sui  conti  dell'Istruzione  per
accertare l'effettiva esistenza dei risparmi di sistema finalizzati  a
finanziare in parte il contratto della scuola.
Le trattative all'Aran, come si sa, si sono interrotte e  i  sindacati
confederali e lo Snals, dopo la proclamazione  della  mobilitazione  e
l'inutile tentativo di conciliazione, hanno indetto  l'astensione  dal
lavoro per il prossimo 24 marzo.  Anche  gli  altri  sindacati,  Gilda
compresa, vi aderiranno. Sara' quindi sciopero, a  meno  di  clamorosi
recuperi dei prossimi giorni.
Tuttavia, anche se si dovesse accertare  l'effettiva  esistenza  delle
risorse finanziarie per il  contratto,  a  suo  tempo  assicurate  dal
ministro Moratti, ben difficilmente  la  macchina  dello  sciopero  si
fermera'.
C'e' infatti la riforma appena varata dal Parlamento e non gradita  ai
sindacati.
Le dure posizioni espresse da alcune sigle sindacali,  e  la  volonta'
dichiarata di qualcuna di impugnare la nuova  norma  fino  alla  Corte
costituzionale stanno radicalizzando lo scontro politico con  evidenti
possibilita' di una saldatura con la  manifestazione  a  favore  della
scuola del 12 aprile sostenuta da cofferati e da  alcune  associazioni
professionali.
Se a tutto questo si aggiunge il tema della guerra e  della  pace,  si
puo' ben immaginare  quali  ragioni,  non  direttamente  contrattuali,
potrebbero spingere la scuola a scioperare, comunque.
Una novita' interessante  riguarda  le  modalita'  di  quantificazione
delle adesioni allo sciopero. Per la prima volta, finalmente, tutte le
istituzioni scolastiche, in base alla nota  ministeriale  n.  12427/mr
del 18.11.2002, comunicheranno in tempo reale on line al ministero  le
adesioni allo sciopero. Fine della guerra delle cifre.


6. Sandro Gigliotti: una vita per la scuola

L'improvvisa scomparsa di  Sandro  Gigliotti,  fondatore  nella  Gilda
degli insegnanti  (1987),  e  poi  promotore  e  presidente  dell'APEF
(Associazione Professionale Europea Formazione, 2002), e'  avvenuta  a
due giorni di distanza dall'approvazione della riforma  della  scuola:
una riforma per la quale egli si era  battuto,  anche  nell'altro  suo
ruolo    di   stretto  collaboratore  dell'on.  Ferdinando  Adornato,
presidente della Commissione Cultura della Camera, con l'obiettivo  di
stabilire una forte ed esplicita correlazione tra l'innovazione  degli
ordinamenti    e    il   cambiamento   della   figura  professionale
dell'insegnante. Un obiettivo solo in  parte  conseguito,  perche'  le
mediazioni politiche all'interno della stessa maggioranza di governo e
l'opposizione frontale dei sindacati avevano impedito di recepire  nel
testo della legge Moratti quel nuovo  stato  giuridico  del  personale
docente, sganciato dalla contrattazione,  che  a  suo  parere  avrebbe
dovuto    sanzionare   finalmente   la  natura  professionale  e  non
impiegatizia del lavoro degli insegnanti, e  costruire  per  loro  una
vera carriera.
In   questa  prospettiva  l'APEF  (  www.apefassociazione.it  )  aveva
recentemente sottoscritto un accordo con l'ANP ( www.anp.it ), che nel
suo ultimo congresso si era aperta alle ìalte professionalita'î, cioe'
a quelle figure professionali intermedie e ad elevata specializzazione
delle quali la scuola italiana, sosteneva  Gigliotti,  ha  assoluta  e
prioritaria necessita' per sostenere un autentico processo di riforma.
Un'idea che lo aveva indotto, nel 1987, a  fondare  la  ìGildaî  degli
insegnanti e a chiedere per essi un contratto specifico,  separato  da
quello    del   restante  personale,  salvo  poi  abbandonare  questa
organizzazione nel momento in cui, a suo parere, essa  si  era  troppo
ìsindacalizzata e burocratizzataî.

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7. Forum Scuola 2003

Si terra' a Roma nei giorni 1 e 2 Aprile 2003, presso il Summit  Hotel
in Via della Stazione Aurelia, 99, la quarta edizione del FORUM SCUOLA
2003 organizzato da Somedia - Gruppo Editoriale L'Espresso.
Durante le 2 giornate di convegno verranno trattati tra  gli  altri  i
seguenti temi:
- La valutazione delle Scuole, dei Dirigenti Scolastici e dei Docenti
- Come cambia il ruolo dei Dirigenti Scolastici,  dei  docenti  e  del
personale amministrativo
- Devolution: la Scuola dell'Autonomia. Dalle parole ai fatti
- Come cambia il rapporto tra insegnanti e studenti
- Dove e come avviene l'integrazione con il mondo del lavoro
- Le forme di organizzazione nella Scuola dell'Autonomia
- Come  reperire  finanziamenti  aggiuntivi  dei  Progetti  Europei  e
dell'apertura di laboratori alle aziende
- L'innovazione tecnologica nella Scuola dell'Autonomia
Per  dar  luogo  a  dibattiti  e  confronti  sul  tema  della  Riforma
interverranno  alcuni  tra  i  maggiori  esponenti  delle  istituzioni
coinvolti nelle problematiche della Scuola,  esperti  di  tecniche  di
formazione e specialisti di informatica applicata alla  didattica.  Ad
oggi si sono gia' iscritti oltre 200 tra docenti, Dirigenti scolastici
ed esperti di didattica.  Per  iscriversi  http://www.somedia.it  sez.
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