Famiglia Cristiana: Sostegno in classe l'unione fa la forza



Disabili troppo spesso il ragazzo rimane isolato con il suo tutore
Sostegno in classe l'unione fa la forza

Gli studenti con problemi che frequentano a vario titolo la scuola
italiana sono 140 mila. Per loro 70 mila docenti.

«Non parliamo di integrazione, parliamo di qualità della vita, che è
più bello». Carmen Rotoli rappresenta l'opinione e le aspettative
dei genitori di bambini e ragazzi disabili. E' la presidentessa
dell'Agpd (Associazione genitori e persone con sindrome di Down-
Onlus) che ha sede a Milano e opera soprattutto in Lombardia, ma è
in contatto con associazioni analoghe che operano in altre regioni
italiane.
L'Agpd segue tutto il percorso scolastico dei bambini, dalla materna
alle superiori, tramite équipe formate da personale specializzato,
medici, psicologi, pedagogisti: si tratta quindi di un osservatorio
privilegiato per misurare l'integrazione dei ragazzi con sindrome di
Down e il rapporto con l'insegnante di sostegno, figura chiave per
il rapporto coi disabili nella scuola italiana.
«Devo dire che la nostra esperienza in genere è positiva: ci sono
ancora casi in cui il bambino viene isolato in una classe col suo
insegnante a disegnare, ma sono casi non frequenti, in ogni caso da
combattere. Da parte dell'insegnante di sostegno è necessaria
soprattutto una grande disponibilità all'ascolto: non ci piace
considerarlo come una specie di angelo custode. Al contrario deve
coordinare e collaborare con gli altri colleghi, entrando a pieno
titolo nella programmazione della classe». Secondo i dati presentati
dal sottosegretario Valentina Aprea nella sua relazione alla
Commissione bicamerale sull'infanzia dello scorso ottobre, in Italia
gli insegnanti di sostegno sono circa 70.000. Gli
studenti "disabili" che frequentano i vari ordini di scuola sono
140.000, con un aumento del 34,4 per cento in dieci anni.

L'obiettivo è l'integrazione

«Sono numeri eccezionali, la nostra esperienza non ha eguali in
Europa ed è oggetto di studio da tutte le parti del mondo», conferma
Nicola Quirico, di Ferrara, insegnante di sostegno e presidente del
Fadis, Federazione delle associazioni docenti per l'integrazione
scolastica, «proprio per questo si tratta di un'esperienza che deve
essere continuamente qualificata e aggiornata».
Il Fadis si occupa di formazione e informazione, non solo degli
insegnanti di sostegno «perché l'integrazione è l'obiettivo di tutti
i docenti». Ha un sito Internet (www.integrazionescolastica.it), e
un notiziario telematico, con oltre mille iscritti.
«E' molto positivo il fatto che oggi la formazione degli insegnanti
di sostegno sia affidata alle università, è negativo che sia troppo
breve: solo 400 ore, un terzo di quelle previste in passato.
Chiediamo una normativa che sani questa incongruenza e che estenda
tale tipo di formazione a tutti gli insegnanti, perché il bambino
non deve essere affidato al solo insegnante di sostegno, ma a tutto
il consiglio di classe».

Sulla carta i numeri ci sono. E' rimasta invariata la proporzione che
prevede un insegnante di sostegno ogni 138 alunni iscritti, con
possibilità di deroghe, indipendentemente dal numero dei soggetti
portatori di handicap. L'ultima Finanziaria aveva cercato di alzare
il rapporto a 1 a 145, ma dopo la protesta il tentativo è rientrato.
In media abbiamo un insegnante ogni due alunni, anche se non sempre
la distribuzione è omogenea. Accanto a una quotidianità
sostanzialmente positiva i problemi comunque non mancano.
«Il problema principale attualmente è la carenza di insegnanti col
titolo specifico, che spesso si traduce in mancanza di continuità»,
spiega Rosetta Mazziotta, della Cisl, «inoltre non c'è omogeneità
nella certificazione dell'handicap, e questo produce gravi disparità
tra regione e regione».
Ma l'inconveniente più grave potrebbe derivare dai tagli previsti
per il prossimo anno scolastico, col conseguente aumento del tetto
massimo di alunni per classe. «E' previsto un taglio di 12.500
insegnanti e 3.200 bidelli: tutto questo avrà conseguenze gravi
sulla qualità dell'offerta della scuola, soprattutto per gli alunni
svantaggiati».
Simonetta Pagnotti

Fonte: Famiglia Cristiana n. 7 del 16 febbraio 2003
URL: http://www.sanpaolo.org/fc/0307fc/0307fc48.htm



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