TuttoscuolaNEWS n. 84



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

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N. 84, 6 gennaio 2003


SOMMARIO

1. Scuola e Handicap/1: cosa bolle in pentola
2. Scuola e Handicap/2: 2003, anno europeo dei disabili
3. Scuola e Handicap/3: un decennio di integrazione
4. Iscrizioni: le opzioni per i 2 milioni di famiglie interessate
5. Se arriva l'obbligo di frequenza anti-occupazione studentesca
6. Intesa tra MIUR e Legambiente: e' disgelo?
7. Collaboratori scolastici: l'invasione di campo del Parlamento
8. La festa del tricolore di Reggio Emilia
9. La scuola in Europa/1: Francia, la nouvelle vague delle cattoliche
10. La scuola in Europa/2: Spagna, qualita' nell'educazione



1. Scuola e Handicap/1: cosa bolle in pentola

Sostegno all'handicap a rischio proprio nel  2003,  anno  europeo  dei
disabili? C'e' chi ha  agitato  questo  spauracchio  riferendosi  alla
Finanziaria appena approvata dal Parlamento. L'art. 35 c.7 ha  rivisto
le regole per l'attivazione dei posti  di  sostegno  in  deroga  e  ha
affidato la  ridefinizione  dei  criteri  per  l'individuazione  degli
alunni portatori di handicap a un decreto da emanare entro la fine  di
febbraio.
Nell'anno in corso il numero complessivo degli insegnanti di  sostegno
ha raggiunto il livello record di 74 mila unita', con  quasi  26  mila
docenti nominati in deroga  al  rapporto  insegnanti/alunni  stabilito
dalla legge n.449/97. Un'incidenza di docenti in deroga che il MIUR ha
ritenuto eccessiva, e da qui l'intervento previsto in Finanziaria.
C'e' da augurarsi che, proprio nell'anno dei disabili,  nel  tentativo
di arginare un incremento incontrollato dei docenti di  sostegno,  non
si    assumano   decisioni  tali  da  rendere  difficoltosa  la  piena
integrazione che negli ultimi anni la scuola italiana, piu'  di  altri
paesi, e' riuscita a garantire.


2. Scuola e Handicap/2: 2003, anno europeo dei disabili

In effetti, rispetto  alla  maggioranza  degli  altri  Paesi  europei,
l'Italia da anni ha realizzato pressoche' completamente l'integrazione
dei bambini e dei giovani disabili, mediante  il  diretto  inserimento
nelle strutture scolastiche normali. Cio'  non  vuol  dire  che  siano
anche state predisposte in maniera generalizzata le  condizioni  e  le
strutture   adatte  a  mettere  gli  studenti  disabili  in  grado  di
frequentare    al    meglio    le   aule   scolastiche.  Allo  stato
dell'integrazione  nelle  scuole  italiane  il  mensile  ìTuttoscuolaî
dedichera' un ampio speciale nel numero di febbraio.
Le politiche educative  di  integrazione  generalizzata  nella  scuola
dell'obbligo  sono  state  definite  in  Italia  con  i  provvedimenti
legislativi n. 360 del '76 e n. 517 del '77. La legge  quadro  n.  104
del 1992 per l'assistenza, l'integrazione e i  diritti  della  persona
handicappata ha definito le regole per  la  piena  integrazione  nelle
classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle universita'.
La legge quadro ha determinato tra l'altro un notevole incremento  del
numero dei disabili inseriti e dei relativi posti  di  sostegno  anche
nella scuola secondaria  superiore,  per  aver  voluto  assicurare  un
rapporto docente-alunno pari a quello previsto per i gradi  inferiori,
con un minor numero di alunni nelle classi in cui i  giovani  disabili
si trovano inseriti.  La  legge  ha  previsto  inoltre  la  formazione
specialistica per i docenti utilizzati in attivita' di sostegno.
L'obiettivo di innalzare sempre  di  piu'  l'integrazione  e'  sentito
anche    a  livello  europeo.  Il  Consiglio  dell'Unione  europea  ha
dichiarato (con decisione n. 2001/903/CE) il  2003  anno  europeo  dei
disabili, impegnando al meglio  tutti  i  Paesi  membri  a  realizzare
interventi per la piena integrazione dei disabili nella societa'.
In campo scolastico gli obiettivi dell'anno  europeo  dei  disabili  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_84-1.doc ) sono di due livelli:
-    parita'  di  trattamento  dei  bambini  e  dei  giovani  disabili
nell'insegnamento,
- cooperazione degli insegnanti di sostegno a livello europeo.
Anche l'Italia, come paese membro, e' impegnata a realizzare in  tutti
i campi gli obiettivi di questa che  non  deve  essere  solamente  una
celebrazione.


3. Scuola e Handicap/3: un decennio di integrazione

Le polemiche di questi mesi sui possibili tagli  agli  organici  degli
insegnanti di sostegno e le controaccuse del Ministero dell'Istruzione
per    un   presunto  uso  disinvolto  delle  certificazioni  per  il
riconoscimento della condizione di disabilita' degli  alunni  ai  fini
dell'inserimento scolastico assistito,  non  inficiano  certamente  il
risultato ampiamente positivo del costante aumento di  inserimento  di
alunni portatori di handicap nelle strutture scolastiche ìnormaliî.
Tra il 1989 e il 2000,  in  oltre  un  decennio  di  vita  scolastica,
l'inserimento di bambini e di giovani disabili nelle  scuole  di  ogni
ordine e grado  e'  cresciuto  costantemente,  segno  non  solo  della
fiducia nei riguardi degli interventi  della  scuola,  ma  soprattutto
della    consapevolezza   del   diritto  dei  portatori  di  handicap
all'integrazione e al recupero.  Pur  in  presenza  di  un  decremento
continuo  della  popolazione  scolastica,  i  disabili  inseriti  sono
passati    da    112    mila   nell'89   a   130   mila  nel  99  (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_84-2.doc
), con un aumento di oltre 18 mila unita' (+ 16%).
Il dato quantitativo non e'  certamente  prova  anche  della  qualita'
degli interventi, ma e' indubbiamente segno che la scelta  dell'Italia
per l'integrazione e il recupero all'interno delle  normali  strutture
scolastiche,    senza   separare  gli  interventi  riabilitativi,  e'
fortemente condivisa dalla gente.
Tra l'89 e il 2000 il quoziente di inserimento  per  ogni  100  alunni
presenti e' passato da 1,17 su 100 a 1,56, con incremento  percentuale
del 33%.
Il dato piu' vistoso e' quello degli istituti di istruzione secondaria
superiore che nell'anno scolastico 89/90 avevano fatto  registrare  un
quoziente di inserimento dello 0,11 su 100 e che, nel  99/2000,  hanno
raggiunto lo 0,90, dovuto alle politiche di integrazione generalizzata
previste dalla legge quadro 104/92.  In  valori  assoluti  i  disabili
inseriti negli istituti superiori sono passati da 3.071  nell'89/90  a
21.330 nel 99/00 (pari a + 595%), a fronte degli  oltre  40  mila  che
frequentano le medie.
Se, dunque, il dato quantitativo degli  inserimenti  e'  in  crescita,
occorre ora  garantire,  come  richiama  la  decisione  del  Consiglio
dell'UE per l'anno dei disabili, ìpari trattamento  nell'insegnamento,
in modo da favorire e  sostenere  la  loro  piena  integrazione  nella
societa'î.

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4. Iscrizioni: le opzioni per i 2 milioni di famiglie interessate

Entro il 25 gennaio 1.948.000 famiglie sono chiamate a  scegliere  una
nuova scuola per i propri figli. Dal conteggio vanno  sottratte  pero'
le 221 mila famiglie che hanno i propri figli  attualmente  in  quinta
elementare all'interno di istituti  comprensivi  (ossia  istituti  che
comprendono sia una scuola elementare che una scuola media),  che  non
dovranno far nulla perche'  l'iscrizione  viene  fatta  d'ufficio;  se
pero' vogliono scegliere un'altra scuola media, dovranno  chiedere  il
nulla-osta.
Chi iscrive i propri figli in una nuova scuola ha  diritto  a  diverse
opzioni. Un ampio vademecum per le iscrizioni e' on line sul  sito  di
Tuttoscuola ( http://www.tuttoscuola.com  ),  con  dati  statistici  e
tutte le informazioni su costi, orari e regole da  conoscere.  Qui  ne
sono riepilogate per argomento alcune.
RELIGIONE
Gli studenti debbono scegliere se avvalersi o  meno  dell'insegnamento
della religione cattolica (la scuola mette a  disposizione  un  modulo
apposito), optando, in caso  negativo,  per  attivita'  alternative  o
studio libero (nelle superiori).
ORARI
Per la scuola dell'infanzia statale l'iscrizione comporta  la  normale
frequenza per l'intera giornata  (otto  ore  con  sabato  chiuso).  Le
famiglie possono tuttavia chiedere solo il turno antimeridiano.
La    futura    scuola   dell'infanzia,   attualmente   in  fase  di
sperimentazione, prevede quattro  possibilita'  di  scelta  di  orario
delle  attivita'  scolastiche:  difficile  prevedere  ora  che  questa
opzione possa essere fatta gia' per il prossimo settembre.
Per la scuola  elementare,  laddove  viene  organizzato,  le  famiglie
possono chiedere il tempo pieno (otto ore al giorno con sabato  chiuso
e mensa a scuola) al posto  del  normale  orario  con  alcuni  rientri
pomeridiani e senza obbligo di mensa.
Per la scuola media, laddove viene organizzato,  le  famiglie  possono
chiedere il tempo prolungato al posto del normale  orario  di  30  ore
settimanali (tutte al mattino)  ed  eventualmente  la  seconda  lingua
straniera (con eventuale rientro pomeridiano).
INDIRIZZI
Negli istituti superiori, dove l'offerta e' ampia e varia,  la  scelta
puo' avvenire tra diversi indirizzi, ponendo tuttavia attenzione, come
ha ricordato il Ministero nella circolare per le  iscrizioni,  che,  a
seguito della riforma imminente, taluni indirizzi  troppo  particolari
potrebbero rischiare di andare fuori ordinamento e di non avere quindi
un futuro assicurato ( http://www.tuttoscuola.com/ts_news_84-4.doc
).


5. Se arriva l'obbligo di frequenza anti-occupazione studentesca

Tra le novita' delle ìIndicazioni  nazionaliî  per  la  scuola  media,
pubblicate alla vigilia di Natale dal MIUR ( www.istruzione.it )  c'e'
quella dell'obbligo minimo di frequenza delle lezioni da  parte  degli
studenti,    quantificato    in    825    ore    annue    (
http://www.tuttoscuola.com/ts_news_84-3.doc
). Qualcuno l'ha  confuso  con  l'orario  annuale  obbligatorio  delle
lezioni, cioe' quello che  le  scuole  sono  tenute  in  ogni  caso  a
organizzare, che viene invece quantificato in 900 ore complessive  (90
in meno rispetto all'orario obbligatorio attuale,  v.  TuttoscuolaNEWS
n.83).
Le 825 ore (che consentono quindi un massimo  di  75  ore  di  assenza
all'anno, cioe' non oltre 15 giorni complessivi) sono invece il  tempo
minimo di frequenza che ciascun studente  deve  garantire.  Come  dire
che, qualora quel minimo fosse prescrittivo, per chi non lo  raggiunge
l'anno scolastico potrebbe essere considerato  d'ufficio  non  valido,
indipendentemente - sembra di capire - dal profitto scolastico.
La quantita' minima di frequenza non e' una novita'  assoluta  per  la
scuola italiana. Non mancano infatti  in  anni  molto  lontani  talune
esperienze di questo tipo.
Quale    lo   scopo?   Quest'obbligo  minimo  di  frequenza  potrebbe
rappresentare un deterrente in qualche area del Paese per contenere la
dispersione scolastica, che  si  identifica  anche  in  una  frequenza
saltuaria delle lezioni.
Ma l'indicazione potrebbe preludere a una scelta analoga anche per  la
scuola secondaria superiore, per arginare  -  chissa'  -  il  fenomeno
delle occupazioni.
Si sa che da molti anni in Italia, indipendentemente dal  ministro  di
turno (di sinistra, di centro o di destra) in autunno, come frutto  di
stagione, matura l'occupazione degli studenti.
I motivi (o i pretesti)  sono  tanti,  viste  le  numerose  situazioni
critiche del sistema scolastico, e non mancano mai sostegni del  mondo
politico o sindacale. Che non si stia  ora  pensando,  come  antidoto,
all'obbligo anti-occupazione?

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6. Intesa tra MIUR e Legambiente: e' disgelo?

Il    Ministero    dell'Istruzione   e   Legambiente  collaboreranno
nell'attuazione di un programma comune a favore delle scuole  di  ogni
ordine e grado in materia di ricerca, progettazione e  formazione  dei
docenti nel campo dell'educazione  ambientale,  della  qualita'  dello
sviluppo   e  dell'esercizio  della  cittadinanza  attiva  per  quanto
riguarda il rapporto tra la scuola e il territorio. La  collaborazione
e' stata  formalizzata  in  un  protocollo  d'intesa  che  prevede  la
costituzione  di  un  Comitato  tecnico-scientifico  paritetico  di  8
componenti. Il protocollo ha la validita' di tre anni, e potra' essere
modificato e rinnovato d'intesa tra le parti.
Legambiente sara' di fatto rappresentata  da  una  sua  organizzazione
specializzata,  l'îAssociazione  professionale  Legambiente  Scuola  e
Formazioneî. E' interessante notare che questa organizzazione  non  ha
lesinato critiche, anche assai dure, al  ministro  Moratti,  riportate
nei    dieci   numeri  finora  pubblicati  nella  newsletter  mensile
ìScuolambiente newsî  (  www.legambiente.com/canale6/scuola  ).  Siamo
forse in presenza di un piccolo (ma significativo) segnale di  disgelo
tra i ìmovimentiî, o almeno alcuni di essi,  e  il  ministro  Moratti?
Forse e' proprio sulla concretezza dei problemi e delle cose  da  fare
che si puo' avviare un dialogo, che puo'  rivelarsi  certamente  utile
per la scuola.
Intanto l'Ulivo svolgera' sabato 11 a Bologna  un'assemblea  nazionale
sulla scuola, nella quale verranno  lanciate  ''proposte  concrete  da
porre sul tavolo del dibattito politico e istituzionale''.


7. Collaboratori scolastici: l'invasione di campo del Parlamento

Il Parlamento e' sovrano nella  determinazione  delle  leggi,  ma  non
sempre rispetta ruoli e  competenze  delle  parti  sociali.  La  legge
Finanziaria 2003 lo testimonia, ai danni della scuola.
Ci riferiamo alle modifiche di funzioni dei collaboratori  scolastici,
introdotte dall'art.  35,  comma  3  secondo  cui  ìRientrano  tra  le
funzioni dei collaboratori scolastici l'accoglienza e la  sorveglianza
degli alunni e l'ordinaria vigilanza e assistenza agli alunni  durante
la consumazione del pasto nelle mense scolasticheî.
Nel merito si puo' anche convenire, ma nel metodo, in base a quel  che
dicono i sindacati di categoria, proprio  no,  perche'  si  tratta  di
materia contrattuale,  rimessa  esclusivamente  alle  decisioni  delle
parti che contrattano.
Il Parlamento si e' sostituito dunque alla contrattazione tra  Aran  e
rappresentanti dei lavoratori.
A dire il vero non e' la prima volta che capita, ma  sembrava  che  le
invasioni di campo fossero finite,  tant'e'  che  in  occasione  della
legge 53/2000 sui congedi parentali (materia  per  eccellenza  rimessa
alla contrattazione) il Parlamento, dopo varie modifiche sulle assenze
per maternita' e paternita', aveva previsto nell'occasione  una  norma
di salvaguardia che comunque faceva salve  le  condizioni  di  miglior
favore decise dai contratti nazionali: affermazione  della  sovranita'
del Parlamento e rispetto della contrattazione. Questa volta no.


8. La festa del tricolore di Reggio Emilia

Il 7 gennaio a Reggio Emilia, come e' ormai  tradizione,  si  svolgono
numerose celebrazioni per l'anniversario della nascita  del  tricolore
(7 gennaio 1797), e le scuole saranno protagoniste.
Nella storica sala dove, su proposta di Giuseppe Compagnoni di Lugo, i
rappresentanti emiliani (Bologna, Ferrara, Modena e Reggio) adottarono
il tricolore per la Repubblica Cispadana, verra' consegnata a  diverse
scuole    reggiane   la   bandiera  italiana  e  quella  europea.  In
considerazione della coincidenza dell'anno europeo dei  disabili,  una
bandiera verra' consegnata al Centro Romagnoli per  la  riabilitazione
di bambini e alunni  non  vedenti  o  con  gravi  minorazioni  visive,
funzionante presso l'Istituto Garibaldi.
A tutti i sindaci della provincia verra' invece consegnata  copia  del
primo tricolore.
Il sindaco di Reggio ha invitato il presidente della Repubblica Ciampi
a   presenziare  l'anno  prossimo  alle  celebrazioni  che  potrebbero
coincidere con la festa nazionale del tricolore che il  presidente  ha
proposto nei giorni scorsi.
Vi e' stato un ampio consenso a questa proposta di  Ciampi,  anche  se
non sono mancate alcune prese di  distanza  da  parte  soprattutto  di
esponenti  della  Lega  che  hanno  liquidato  l'idea  della  giornata
nazionale del tricolore come ìoccasione  per  un  semplice  giorno  di
vacanza scolastica in piu'î.

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9. La scuola in Europa/1: Francia, la nouvelle vague delle cattoliche

La svolta di un rinnovamento pedagogico,  didattico  e  organizzativo,
formalmente deliberata un anno fa dalle organizzazioni rappresentative
delle scuole cattoliche francesi, comincia ora a dare i primi  frutti:
ìLe Monde de l'educationî di dicembre ( www.lemonde/mde  )  dedica  un
ampio dossier alla decisione delle scuole private cattoliche  francesi
di cambiare il proprio modo di impostare la didattica.
Le principali innovazioni, non lontane da analoghe iniziative  avviate
in Italia (da noi, in prevalenza, nelle scuole statali), riguardano la
maggiore flessibilita' degli orari, col superamento  del  tradizionale
orario giornaliero e settimanale, la modularizzazione  e  la  maggiore
individualizzazione    dei    percorsi,    un   maggiore   grado  di
interdisciplinarita' a tutti i livelli.
Le    ragioni   che  hanno  indotto  le  scuole  cattoliche  francesi,
frequentate dal  19%  della  popolazione  scolastica  complessiva  (in
Italia non si arriva al  10%  fra  scuole  cattoliche  e  laiche),  ad
imboccare con decisione la strada di un forte rinnovamento  pedagogico
e didattico vanno individuate, secondo l'autorevole mensile  francese,
nell'esigenza    di    evitare   la  ìbanalizzazioneî,  vale  a  dire
l'appiattimento delle scuole  private  cattoliche  sul  modello  delle
scuole pubbliche, piu' rigido e uniforme. Alla  base  della  decisione
non sta dunque una ragione  di  tipo  confessionale  (per  esempio  la
ricerca di una piu'  esplicita  identita'  religiosa),  ma  quella  di
rispondere  meglio  alla  domanda  sociale  di  un  insegnamento  piu'
efficace e personalizzato.
Non manca pero'  chi  teme  una  ìderiva  privatisticaî  delle  scuole
cattoliche, che in nome della  qualita'  e  dell'efficacia  potrebbero
finire per trascurare o respingere gli allievi  piu'  fragili  o  meno
motivati, provenienti in genere da famiglie socialmente svantaggiate o
di recente immigrazione.


10. La scuola in Europa/2: Spagna, qualita' nell'educazione

A fine dicembre il Parlamento spagnolo ha approvato in via definitiva,
dopo   mesi  di  intenso  dibattito,  una  nuova  legge  quadro  (ìley
organicaî) che riordina il  sistema  educativo  nazionale.  Si  tratta
della piu' importante riforma educativa varata dal governo Aznar,  che
finora si era limitato a gestire la grande riforma di sistema  (LOGSE)
introdotta dal socialista Felipe Gonzales nel 1990.
Gli obiettivi della nuova ìlegge sulla qualita' dell'educazioneî  sono
i seguenti:
- prevenire e combattere la dispersione, che tocca attualmente il  25%
della popolazione studentesca;
- migliorare il livello di formazione degli studenti soprattutto nelle
materie di base;
- ampliare la  gamma  delle  opportunita'  per  tutti,  garantendo  il
massimo grado di integrazione;
- diffondere la cultura della valutazione;
- migliorare le condizioni di esercizio della funzione docente.
La novita' sono molte, ma quelle di maggior rilievo sono l'istituzione
di un esame alla  fine  degli  studi  secondari  (ìPrueba  General  de
Bachilleratoî), da sostenere di fronte ad una commissione  esterna,  e
l'inserimento   nel  secondo  ciclo  della  scuola  media  (ìEducacion
Secundaria Obligatoriaî, di durata quadriennale, dai 12 ai  16  anni),
che la riforma del 1990 aveva unificato, di due (nel terzo anno) e poi
tre ìitinerariî (nel quarto anno), con la possibilita' di uscire dalla
scuola a 15 anni e di  completare  l'obbligo  nei  corsi  biennali  di
formazione professionale iniziale.
Al terzo anno gli allievi  potranno  scegliere  tra  due  ìitinerariî:
scientifico-umanistico o tecnologico; al  quarto  anno  gli  itinerari
diventano tre: scientifico, umanistico e tecnologico.


Nel    prossimo  numero  pubblicheremo  gli  esiti  del  sondaggio  su
ìTuttoscuolaNEWSî svolto tra i lettori qualche settimana fa.

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