TUTTOSCUOLA NEWS n. 63



Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola.
La  newsletter  settimanale  di  Tuttoscuola, la rivista per
insegnanti, genitori e studenti.

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N. 63, 5 agosto 2002


SOMMARIO

1. La riforma che non c'e': quando la stampa italiana si sveglia
2. Una settimana incandescente per la scuola
3. Cosa succedera' a settembre?
4. Le linee programmatiche del ministro. Un anno dopo
5. La Moratti e il consiglio dei ministri: la  prima  si  perdona,  la
seconda...
6. Sperimentare bene fa bene
7. Cosa sperimentare nella scuola dell'infanzia
8. Cosa sperimentare nella scuola elementare
9. L'orario antimeridiano nella primaria
10. Delenda Laetitia
11. Ci rivediamo tra 3 settimane



1. La riforma che non c'e': quando la stampa italiana si sveglia

La scuola torna ancora una  volta  sulle  prime  pagine  dei  giornali
italiani, e, purtroppo, non sono belle notizie. Non che i  lettori  di
questa newsletter  possano  stupirsi,  anzi:  cio'  che  hanno  potuto
leggere in vari articoli ed editoriali dei principali quotidiani, sono
questioni  gia'  anticipate  e  dibattute  da  questo  notiziario.  Fa
impressione    scorrere   titoli  e  titoloni  sulla  crisi  di  Viale
Trastevere, i soldi che mancherebbero, la riforma sperimentale che poi
non arriva. etc, etc e sapere che circa  20  mila  addetti  ai  lavori
(piu' o meno i nostri lettori) erano gia'  stati  informati  con  vari
giorni d'anticipo.
E' stata una settimana di fuoco  per  la  scuola.  Si  e'  aperta  con
l'annuncio a sorpresa di una maxisperimentazione della nuova riforma a
poche settimane dall'inizio dell'anno scolastico, e si e' conclusa con
il colpo di scena dello stop imposto dal Consiglio dei  ministri,  che
ha concesso alla Moratti solo un "mini" test,  da  effettuare  per  di
piu' "sotto tutela", con la collaborazione del sottosegretario  Gianni
Letta. L'operazione sara' infatti "limitata  e  contenuta  soltanto  a
qualche unita' geograficamente  distribuita",  secondo  un  piano  che
dovra' essere concordato  con  la  Presidenza  del  Consiglio:  se  il
ministro aveva chiesto il 20 per cento  degli  istituti  italiani,  il
governo ne ha concesso circa una ventina.
Una procedura senza precedenti nella storia della scuola  italiana,  e
un segno evidente del  fatto  che  lo  stesso  Presidente  Berlusconi,
mentre da' una mano al ministro in difficolta',  la  inchioda  ad  una
prospettiva minimalistica. Si va dunque verso un  minipiano  nazionale
di sperimentazione, limitato e controllato.
Considerata la rilevanza delle novita' proposte e i tempi estremamente
ristretti - che avevamo subito rilevato nella scorsa newsletter -, non
e' male che cio' accada, sempre che il  "test",  come  lo  chiamano  a
Palazzo    Chigi,  sia  sufficientemente  significativo.  Peccato  che
all'approccio sperimentale, in questo caso certamente auspicabile,  si
sia arrivati nel modo peggiore.
Ma cerchiamo di  ricapitolare  quanto  accaduto  in  questi  frenetici
giorni e di capire i possibili effetti.


2. Una settimana incandescente per la scuola

La miccia e' stata innescata dalla notizia, diffusa sette giorni fa da
Tuttoscuola (v.  "TuttoscuolaNEWS"  n.  62  del  29  luglio),  che  il
ministro Moratti,  con  la  discussione  in  commissione  parlamentare
ancora in corso, si preparava a emanare  dei  decreti  per  anticipare
aspetti importanti della "sua" riforma gia' da  settembre.  Riapertura
delle iscrizioni inclusa.
La  stampa  nazionale  sulle  prime  non  ha  preso  tanto  sul  serio
l'indiscrezione, preferendo dare spazio,  sui  giornali  di  martedi',
all'ormai   chiara  impossibilita'  di  approvazione  entro  le  ferie
parlamentari della riforma almeno in commissione (conclusione cui  era
arrivata   la  nostra  newsletter  piu'  di  venti  giorni  prima,  v.
"TuttoscuolaNEWS" n.  59).  La  notizia  invece  era  che  la  riforma
partiva, e in maniera piuttosto obliqua, da subito. Da  mercoledi'  in
poi, finalmente, grandi titoloni su quanto i  lettori  di  Tuttoscuola
sapevano da oltre 48 ore, cioe' sulla sperimentazione di settembre.
I primi segnali di bagarre, invece, c'erano gia' stati lunedi'  29  in
Parlamento, con la richiesta da parte della senatrice diessina  Pagano
di differire la ripresa dei lavori in commissione a un intervento  del
ministro Moratti in  parlamento.  In  particolare  e'  stato  ritenuto
"offensivo per la commissione"  il  riferimento,  fatto  dal  ministro
nella comunicazione al Cnpi, all'ordine  del  giorno  di  un  paio  di
giorni prima (pubblicato anche questo da  Tuttoscuola)  con  il  quale
alcuni parlamentari richiedevano al Governo di avviare  da  subito  la
sperimentazione. Nella lettera a firma Moratti inviata il 26 luglio al
Consiglio nazionale si chiariva infatti che il  progetto  sperimentale
nasceva anche "dall'ordine del giorno della  settima  commissione  del
Senato", lasciando intendere che fosse un'iniziativa  approvata  dalla
commissione.
Anche il presidente azzurro della commissione Asciutti ha ritenuto che
la  formulazione  della  richiesta  di  parere  fosse  "oggettivamente
errata". Il ministro Moratti  ha  subito  corretto  il  tiro  con  una
seconda lettera al Cnpi per rettificare l'errore  relativo  all'ordine
del giorno parlamentare. Un chiaro sintomo che l'intera operazione  e'
stata orchestrata in gran fretta e  non  senza  contrasti  all'interno
della maggioranza e dello stesso Ministero.
Nel    frattempo,   nel  mondo  della  scuola  si  levavano  critiche
all'operazione. Non tanto sul merito di sperimentare, quanto sui tempi
(a distanza di un mese) e sui modi (con la discussione ancora in corso
in Parlamento e brandendo un ordine del  giorno  poi  rinnegato  dalla
stessa maggioranza). Sindacati in allarme, Anci sul piede  di  guerra,
molti esponenti della stessa maggioranza critici e indispettiti per il
tentativo    surrettizio   di  far  ottenere  copertura  parlamentare
all'operazione. Fino ad arrivare allo stop del consiglio dei  ministri
di venerdi'. Un gran pasticcio.


3. Cosa succedera' a settembre?

Il mini test, concesso apparentemente per non screditare del tutto  il
ministro Moratti, e forse anche per valutare se e  quali  risparmi  il
nuovo modello puo' garantire (e' stato lo stesso sottosegretario Aprea
ad affermare in commissione istruzione che la sperimentazione si  pone
l'obiettivo    di   corrispondere   ai  dubbi  emersi  nel  dibattito
sull'anticipo   dell'eta'  scolare,  verificandone  le  ricadute,  gli
elementi di criticita', i costi)  a  questo  punto  passa  in  secondo
piano.
Le centinaia  di  migliaia  di  famiglie  e  di  operatori  scolastici
allarmati perche' potenzialmente coinvolti dal blitz di mezza  estate,
possono rilassarsi. La sperimentazione  tocchera'  un  campione  molto
limitato.
L'attenzione    invece    ritorna   prepotentemente   sul  dibattito
parlamentare, che potrebbe anche prendere una piega diversa  dal  muro
contro muro in cui e' finito.  Anche  a  seguito  di  possibili  fatti
nuovi.
Vediamo intanto cosa prevede l'agenda parlamentare.  Il  10  settembre
riprenderanno i lavori in commissione, fermi all'articolo 3. E' atteso
per quei giorni  anche  il  parere  del  Cnpi  sulla  sperimentazione,
ammesso che non venga ritirata la richiesta del parere stesso. Per  il
17 settembre e' prevista, dopo mesi, la  partecipazione  del  ministro
Moratti ai lavori della commissione, mentre il 24  settembre,  secondo
la tabella di marcia della maggioranza, il testo del disegno di  legge
delega potrebbe andare in aula al Senato.
Ce la faranno? Sono centinaia gli emendamenti ancora da esaminare, non
sembra facile. Ma quello  che  ora  e'  cambiato  e'  il  contesto  di
riferimento. Non c'e' piu' una fretta assillante, e si apre la  strada
a qualche modifica sostanziale a un  testo  che  il  ministro  Moratti
inizialmente aveva cercato  di  proporre  come  "chiuso",  prendere  o
lasciare.
Non c'e' dubbio che il reclamato approfondimento  dei  temi,  fino  ad
oggi   impedito  da  uno  spirito  di  contrapposizione  frontale  tra
maggioranza  e  opposizione,  possa  trovare,  con  la  posizione  del
ministro dell'istruzione indebolita sul piano dei  rapporti  di  forza
politica, nuove condizioni per un approccio bipartisan.  Un  clima  di
maggiore    distensione    e   serenita',   che  veda  una  possibile
collaborazione tra maggioranza e  opposizione,  si  addice  del  resto
molto di piu' alla riforma  della  scuola  in  un  paese  democratico.
L'effetto potrebbe essere un forte restyling delle riforma Moratti (ma
a quel punto verrebbe chiamata ancora cosi'?).


4. Le linee programmatiche del ministro. Un anno dopo

Il ministro Moratti presentava al Parlamento nel luglio  del  2001  le
linee generali del suo programma, nel quale fissava obiettivi anche  a
breve scadenza. Abbiamo verificato i piu' importanti.
"Il decreto legge varato per l'avvio dell'anno scolastico  costituisce
un primo passo per rilanciare il ruolo dell'amministrazione scolastica
nella    sua   funzione  di  servizio  rispetto  alla  organizzazione
scolastica":    e'   stato  il  primo  passo  importante,  deciso  con
tempestivita' e senza esitazione (anche se per quest'anno le  premesse
per bissare e consolidare il successo dell'anno  scorso  non  sembrano
proprio esserci).
"Percorso di revisione parlamentare della legge 30 in tempo utile  per
avviare    il   nuovo  anno  scolastico  2002-2003  secondo  le  nuove
indicazioni": Berlinguer e' stato cancellato, ma il disegno  di  legge
di revisione non ha ancora avuto la prima approvazione in  Parlamento;
difficile che diventi legge dello Stato entro il 2002.
"Una vera autonomia delle  istituzioni  scolastiche  comporta  che  si
prevedano al  piu'  presto  organi  di  governo  all'interno  di  ogni
istituto": ma il disegno di legge di riforma degli  organi  collegiali
d'istituto e' rimasto impantanato  alla  Camera;  se  ne  parlera'  in
autunno, forse.
"Appare opportuno  definire,  tempestivamente,  uno  specifico  ambito
contrattuale per il personale docente ed una disciplina  coerente  con
la piena attuazione dell'autonomia delle scuole": il ministro Frattini
ha respinto la richiesta giudicandola inattuabile.
"Bandiremo al piu' presto il primo concorso, dopo ormai  dodici  anni,
per il reclutamento dei dirigenti scolastici": l'ennesimo incontro per
definire l'avvio delle procedure di bando il 30 luglio di un anno dopo
e' stato rinviato a data da destinarsi.
Dopo un anno, anche il ministro Moratti forse scopre a sue  spese  che
governare il sistema scolastico italiano e' molto piu'  difficile  che
amministrare la RAI o  una  grande  azienda.  E  che  e'  diverso  dal
comandare.


5. La Moratti e il consiglio dei ministri: la  prima  si  perdona,  la
seconda...

Torniamo ai fatti  di  questi  giorni.  Una  bocciatura  dai  colleghi
ministri il titolare dell'istruzione l'aveva  gia'  presa.  Ricordate?
Era gennaio, quando il ministro Moratti si presento' in Consiglio  dei
ministri con la sua proposta  di  legge  delega  per  la  riforma  del
sistema scolastico: fu inesorabilmente fermata  da  diversi  colleghi,
primo tra i quali il ministro Tremonti che pretese di  vederci  chiaro
nei conti.
Altri ministri dell'area cattolica criticarono  il  merito  di  alcuni
aspetti della proposta e il metodo seguito dal ministro che  li  aveva
di fatto posti di fronte al fatto compiuto.
Quando venerdi' scorso il ministro dell'istruzione  ha  presentato  in
Consiglio dei ministri la sua nuova proposta di sperimentazione  della
riforma    per    aggirare   l'ostacolo  della  mancata  approvazione
parlamentare, si e' trovata di fronte ad un deciso altola' per  alcune
questioni    di  merito  (Tremonti,  mancano  i  soldi)  e  di  metodo
(Giovanardi, non si fanno le riforme senza il Parlamento).
Ci sarebbe da chiedersi come mai queste disavventure capitano solo  al
responsabile del dicastero dell'istruzione. Evidentemente il complesso
e  paziente  lavoro  preparatorio  che  tradizionalmente  caratterizza
l'istruttoria    di  una  decisione  di  natura  collegiale  e'  stato
affrettato  e  incompleto  e  percio'  non  idoneo  a  realizzare  una
condivisione preventiva da parte dei colleghi di governo.
Una domanda che  il  ministro  potrebbe  rivolgere  al  proprio  staff
politico.

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6. Sperimentare bene fa bene

Sono stati in molti in questi giorni a demonizzare la sperimentazione,
perche' riguarderebbe "materie non previste dalla legge". Ma  da  piu'
di un quarto di secolo nella  scuola  italiana  si  puo'  sperimentare
anche cio' che non e' ancora previsto dalla legge.
Fu uno dei decreti delegati del 1974 a  prevederlo,  consentendo  alle
scuole di attuare liberamente la sperimentazione strutturale, cioe' la
modifica   e  l'innovazione  di  parte  degli  ordinamenti  scolastici
vigenti.    La   sperimentazione  doveva  rispondere  a  requisiti  di
scientificita' ed essere preventivamente autorizzata.
Vi sono stati molti casi  di  progetti  sperimentali  predisposti  dal
ministero e fatti propri liberamente dalle  scuole.  Fu  il  caso,  ad
esempio, degli ordinamenti della scuola elementare (i  moduli  con  il
team degli insegnanti) che nel triennio che precedette  l'approvazione
della legge (n. 148/1990) vennero sperimentati  liberamente  da  molte
scuole, sulla base di un progetto di sperimentazione nazionale.
Nella    nuova    scuola   dell'autonomia   questa  possibilita'  di
sperimentazione viene confermata.
Niente    di   nuovo  sotto  il  sole,  dunque,  per  il  progetto  di
sperimentazione della scuola dell'infanzia  e  della  scuola  primaria
proposto dal ministro Moratti. Del resto, se si  sperimentasse  quello
che c'e' gia', che sperimentazione sarebbe?
La questione e' un'altra: la sua fattibilita', prima di  tutto,  e  la
condivisione. Per essere  una  sperimentazione  efficace  e  credibile
avrebbe dovuto essere lanciata  gia'  prima  dell'estate,  altrimenti,
oltre    a   rischiare  scarsa  diffusione,  potrebbe  non  conseguire
l'obiettivo di preparare effettivamente la strada alla riforma.


7. Cosa sperimentare nella scuola dell'infanzia

A questo  punto  non  e'  chiaro  come  sara'  il  "test"  che  verra'
effettuato da settembre in poche scuole: riguardera' l'anticipo  o  il
maestro prevalente, o tutti e due? E l'inglese dalla prima elementare?
Nei prossimi giorni dovrebbe esser data risposta a queste domande. Nel
frattempo, andiamo a vedere i contenuti di quanto sottoposto al  Cnpi.
Cominciamo dalla scuola dell'infanzia.
I contenuti della sperimentazione che il MIUR intende proporre ad  una
manciata  di  scuole  dell'infanzia  (sezioni  dei  piu'  piccoli)  ed
elementari (prime classi), sono indicati  nella  richiesta  di  parere
rivolta al Consiglio nazionale della pubblica istruzione.
Per la scuola dell'infanzia  la  sperimentazione,  per  chi  la  vuole
adottare, dovrebbe riguardare:
1. Attuazione obbligatoria delle "Indicazioni"  per  il  conseguimento
dei livelli essenziali di prestazione (cosa  fare  e  cosa  insegnare,
secondo un documento predisposto dal MIUR);
2. Attuazione flessibile delle "Raccomandazioni"  per  lo  svolgimento
delle attivita'  educative  e  didattiche  (come  organizzare  e  come
realizzare gli interventi, secondo il documento del MIUR);
3.    Predisposizione   dei  "Piani  Personalizzati  delle  Attivita'
Educative" per ciascun bambino;
4. Portfolio (cartella) delle competenze che  raccoglie  il  curricolo
del bambino con i suoi percorsi formativi con  aggiornamento  continuo
delle competenze acquisite;
5. Flessibilita' organizzativa per la riorganizzazione delle  sezioni,
la   ristrutturazione  degli  spazi,  la  rimodulazione  dei  tempi  e
l'accoglienza per i bambini piu' piccoli;
6. Anticipo delle iscrizioni dei bambini che compiono i 3  anni  entro
il 28 febbraio 2003, d'intesa con gli Enti locali;
7. Continuita' con la scuola primaria e  con  i  servizi  all'infanzia
come impegno da realizzare d'intesa;
8. Formazione in servizio, risorse e organismi  di  supporto,  secondo
opportunita' formative offerte dall'Amministrazione scolastica.


8. Cosa sperimentare nella scuola elementare

Le poche scuole elementari che saranno coinvolte nel test ministeriale
potranno accogliere in tutto o in parte  le  proposte  di  innovazione
predisposte dal MIUR, e attuarle solamente per  le  prime  classi.  La
possibilita' di sperimentare e' offerta anche alle  scuole  paritarie.
Questi i possibili interventi.
1. Iscrizione di alunni che compiono i sei anni entro il  28  febbraio
2003. Verranno impartite istruzioni per la riapertura dei termini  per
le iscrizioni.
2. Qualita' del percorso educativo.  Gli  obiettivi  di  apprendimento
sono riformulati, in base a  capacita'  ed  esperienza  degli  alunni,
prevedendo anche l'insegnamento dell'inglese e dell'informatica.
3. Continuita' educativa. Costituzione di un team integrato di docenti
di elementare e di materna per valorizzare le esperienze  dei  bambini
nella fase di passaggio.
4. Accoglienza degli alunni e loro osservazione nella fase di avvio.
5. Collaborazione con le famiglie. Stretto rapporto  per  definire  il
piano di studi personalizzati.
6. Flessibilita' organizzativa (tempo  scuola).  Le  famiglie  possono
scegliere il tempo normale (27 ore alla settimana) o  il  tempo  pieno
(30 ore piu' mensa).
7.   Maestro  prevalente  con  21  ore  settimanali  di  insegnamento,
coordinatore del team docenti, tutor degli alunni,  referente  diretto
con le famiglie.
8.   Portfolio  delle  competenze.  Come  nella  materna  documenta  e
accompagna il percorso formativo di ciascun alunno.
9. Formazione dei docenti. Viene prevista un'attivita'  di  formazione
degli    insegnanti    per   l'acquisizione  delle  nuove  competenze
professionali.


9. L'orario antimeridiano nella primaria

Cade un tabu' durato  12  anni  nella  elementare:  si  puo'  svolgere
l'intero orario settimanale tutto al mattino. Lo prevede  la  proposta
di sperimentazione che e' anche la base di riforma del ministero.
La riforma degli ordinamenti nel 1990 della  scuola  elementare  aveva
introdotto un aumento di orario delle attivita' didattiche (passato da
24 a 27/30 ore settimanali) con l'obbligo di  effettuare  uno  o  piu'
rientri pomeridiani.
I rientri pomeridiani erano stati per alcuni anni  il  tormentone  che
aveva messo in crisi genitori, amministrazioni comunali (per i servizi
di mensa e trasporto) e docenti, tanto che la stessa legge  istitutiva
aveva concesso una deroga temporanea in attesa  della  predisposizione
dei necessari servizi e attrezzatura dei locali.
Gradualmente le scuole si erano riorganizzate con uno o  piu'  rientri
pomeridiani; erano stati previsti servizi di mensa e potenziamento dei
trasporti scolastici. Un riordino organizzativo  di  notevole  impegno
anche    finanziario   (in   alcuni  casi  poco  onorato  nelle  zone
centro-meridionali) per assicurare ai ragazzi tempi  distesi  per  gli
apprendimenti.
Ora non piu'. Nella proposta ministeriale di progetto  sperimentale  e
negli    esempi   orari  allegati,  i  rientri  pomeridiani  diventano
un'opzione con previsione anche di tutto l'orario delle lezioni (27  o
30 ore) tutto al mattino per sei giorni alla settimana.
E' la fine di una linea pedagogica  dell'uso  del  tempo  in  funzione
della qualita' degli apprendimenti; e' un'occasione  insperata  per  i
Comuni per risparmiare su mense e servizi; e' la restituzione di  piu'
tempo libero  pomeridiano  per  i  ragazzi.  Alcune  famiglie  saranno
contente  (specie  chi  intende  far  svolgere  ai  bambini  attivita'
extrascolastiche), per altre si porranno problemi di assistenza. Fermo
restando che l'orario antimeridiano e' solo una delle opzioni  che  si
intende offrire alle famiglie.


10. Delenda Laetitia

Un "pamphlet", scritto a piu' mani con espliciti intenti demolitori, e
dedicato ad personam al ministro Moratti. Questa e'  l'apparenza  (non
giudichiamo le intenzioni) di un fascicoletto di 32 pagine, intitolato
"Libro bianco sulla scuola", appena  pubblicato  dalla  Edit  Coop  di
Roma, con prefazione di Sergio Cofferati e testi di vari autori, tra i
quali anche alcuni parlamentari DS.
Si tratta di un vero e proprio "j'accuse", con  il  quale  l'ala  piu'
dura dell'opposizione di sinistra si prepara a dare battaglia non solo
e non tanto in Parlamento quanto nelle scuole e  nelle  piazze,  e  su
tutti i fronti: la legge delega, la politica del personale, l'anticipo
dell'ingresso nella scuola dell'infanzia ed elementare, le Intese  con
le Regioni, il "doppio canale", il buono scuola.
Su tutti questi punti l'appello, ripetuto da Cofferati 3  volte  nella
sua breve introduzione  (due  pagine),  e'  alla  "mobilitazione".  Il
timore e' che in questo modo le ragioni della politique politicienne e
della polemica aprioristica travolgano quelle del confronto di  merito
nelle sedi istituzionali, che potra' essere aspro fin che si vuole, ma
e' sempre preferibile, come il presidente  Ciampi  non  si  stanca  di
ricordare, allo scontro muro contro muro.


11. Ci rivediamo tra 3 settimane

La newsletter di Tuttoscuola si  prende  un  momento  di  pausa  e  di
riposo. Ritornera' nelle vostre caselle di posta elettronica  tra  tre
settimane.
Auguriamo ai lettori un periodo di ferie riposanti e serene.
Al personale amministrativo delle segreterie scolastiche che  continua
il suo lavoro negli uffici per contribuire ad  un  regolare  avvio  di
anno scolastico, diciamo grazie, anche a nome degli insegnanti  e  dei
genitori.
A quelle scuole che si preparano al test della sperimentazione Moratti
auguriamo proficuo lavoro e risultati di qualita'.


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