latti speciali. C'è chi fa il furbo alcuni sono allungati con l'acqua



Latti speciali, c'è chi fa il furbo: alcuni sono allungati con l'acqua

L'inchiesta su Il Salvagente in edicola domani. Test sui prodotti "arricchiti".

Marta Strinati
 
Più vitamine, più acidi grassi preziosi per la salute. Vacche libere di pascolare e alimentate con erbe che si traducono in un prodotto profumato e ricco di nutrienti. Sono queste le promesse dei latti “speciali”, che in cambio di un prezzo elevato finiscono sulla tavola degli italiani che cercano di mangiare meglio. Latti che però qualche volta tradiscono le aspettative, e finiscono per essere un prodotto meno pregiato del dovuto, o persino annacquato. Come spiega il test del Salvagente in edicola questa settimana e in vendita nel nostro negozio on line.
 

In laboratorio 7 prodotti

È quanto testimonia il test che il Salvagente pubblica nel numero in edicola da giovedì 10 maggio, condotto su 7 latti, 3 di piccole e presunte accurate produzioni locali, una bolognese, una beneventana e una bolzanina. E altri 4, di carattere più industriale: il Mukki benessere cuore con omega 3; il latte Primavera di Tre valli e due varietà della Centrale del latte di Roma, quella di Alta qualità e quella Gran sapore. Obiettivo: misurare proteine, grassi “buoni” e più in generale la qualità del latte per verificare la reale utilità di pagare un prezzo più alto.

Il valore acqueo


La prima grande sorpresa emersa dalle analisi è un caso di frode. Riguarda il Latte nobile dell’appennino campano. Il latte di eccellenza, sponsorizzato e finanziato dalla Regione Campania, e promosso a primo presidio del latte di Slow Food, è annacquato, dice il test condotto dal Labs, il Laboratorio alimenti, benessere e sicurezza della facoltà di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli guidato da Alberto Ritieni.
 

La frode Campana

Da quanto tempo vada avanti la frode non è chiaro. Anche perché manca un monitoraggio del parametro rivelatore. A quanto ci risulta, non esistono analisi ufficiali della Asl sul latte nobile campano. E i test per l’autocontrollo commissionati dai produttori non contemplano la crioscopia, l’esame in grado di svelare l’annacquamento del latte. Peraltro, a dispetto del suo carattere locale - a km zero - il latte nobile viene analizzato su base volontaria in Sicilia, dal Corfilac, un centro di ricerca accreditato, nonostante sul territorio di produzione siano presenti diversi laboratori specializzati.

Le ragioni dell'azienda

Gioacchino Majone, proprietario dell’azienda Vallepiana che cura il confezionamento del latte nobile, sentito dal settimanale dei consumatori, sembra assumere su di sé la responsabilità dell’annacquamento. Dichiara infatti che “essendo il latte lavorato in maniera distinta dall’altro latte, seppure di alta qualità, necessita di una ‘spinta’ con acqua in fase iniziale e in fase finale del processo per evitare assolutamente la ‘confusione’ con altro latte seppure buono ma non con la tracciabilità del nobile”. Sembra insomma che per evitare il contatto con latte meno pregiato si preferisca il contatto con l’acqua.
 

A Bologna poco affidabili

Il secondo scivolone emerso dalle nostre analisi riguarda un altro prodotto di nicchia, il latte fresco di Bologna delle Mucche di Guglielmo: in questo caso il test del Salvagente ha evidenziato che il prodotto risulta “cotto”, vale a dire trattato ad alta temperatura, e con un contenuto di grassi inferiore al dichiarato.
Nei due latti locali citati come nel resto del campione, non emerge alcuna criticità sanitaria: la prova sulla carica batterica è sempre negativa. Ma un difetto comune all’intera rosa selezionata è la scarsa affidabilità delle informazioni nutrizionali riferite nell’etichetta. Proteine, grassi e calcio sono quasi sempre presenti in quantità inferiori al dichiarato. E i tanto ricercati grassi “buoni” sono notevolmente inferiori alle aspettative. Salvo quando vengono addizionati al latte, come nel latte Mukki con olio di pesce.
Allegato Rimosso