L'ECONOMIA NELLA TERRA DI TANGENTOPOLI.



IL POPOLO SOVRANO HA PERSO IL CAPPELLO.

 

Da qualche parte ho letto gli ultimi saranno i primi, lasciando ad intendere che forse un giorno anche il sottoscritto: ultimo dei Mohicani, potrà insediarsi alla Presidenza.

Da quando la vergogna è diventata un pregio dell’alta Politica, si può notare quanto è andato in basso l’uomo, pensando esclusivamente ai benefici personali nella Terra di Tangentopoli.

 

Per millenni ci hanno estasiati con l’amore, la rettitudine, la saggezza, la preghiera e l’occhio vigile di Dio che ci segue anche in bagno, mentre dall’altra parte con la mano lunga, hanno saccheggiato impunemente il frutto del nostro lavoro.

 

Il sapere e la rettitudine in Politica sono morti. Il Potere impegna tutta la possibile spregiudicatezza nell’imporre la distruzione dello Stato Sociale, promettendo pacche ai Sindacati in cambio di favori, e per trionfare nel loro intento malvagio, hanno interrotto ogni possibilità di comunicazione da parte dei cittadini.

 

E’ vero che il Paese è sotto Commissariamento, imposto dai creditori i quali ci scrutano dai satelliti su tutti i nostri movimenti, ma è completamente errato il comportamento mantenuto dai diretti colpevoli, i veri responsabili, per nulla toccati dalla crisi, tutti uniti nel ricattare la cittadinanza senza possibilità di esprimersi.

Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato.

Da consigli al saggio e diventerà ancora più saggio.

Istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere.

 

Queste frasi considerate semplici filosofie create dai visionari della pace,  certamente non si addicono al nostro Paese. Qui si ruba, si imbroglia, si specula, stracciano le lettere affrancate indirizzate alle Autorità per non rispondere ai problemi aggiuntivi creati dalle Istituzioni.

I Capitali fuggono, le Ditte fuggono e i Saggi stanchi e delusi, si sono ritirati a vita di campagna, abbandonando i propri  fratelli al gioco del destino.

 

Eppure è risaputo: Un Paese sano è formato da un ponte di contatto diretto fra l’autorità preposta e i Cittadini, mentre in Italia l’unico contatto con i cittadini è attraverso i danni procurati dai manganelli, che vanno a pesare ulteriormente sul sistema sanitario nazionale.

 

Questi sistemi sono stati già provati nel tempo e non hanno dato risultati favorevoli, anzi contribuirono alla recessione totale dei Paesi malcapitati.

Soltanto la Russia ha avuto la prontezza di spirito di voltare pagina dimenticando il passato, convertendosi al Capitalismo. Naturalmente, vi sono varie forme di Capitalismo, quello Finanziario e quello speculativo, quello Cooperativo e quello schiavista, quello del Bunga Bunga e quello……………...

 

In Italia non si può parlare di ripresa se prima non intervengono sulla Giustizia. Difatti il debito dello Stato è in ascesa, aggiungendo in pochi mesi altri 35 miliardi al farraginoso debito Pubblico.

 

A fermare l’orologio, le tante rivendicazioni di vecchia data che frenano un sano approccio allo sviluppo. Siamo tutti aggrappati su un treno fermo che malgrado le varie iniziative di speranza, fatica a muoversi a causa delle Lobby, Monopoli, i tanti giochi d’azzardo che distruggono ulteriormente i più deboli, il sistema di ingiustizie Politiche create per sostenere Tribunali, Avvocati, Sindacati, che dolorosamente dimostrano il marcio nelle Istituzioni.

 

La Lombardia, Governata da Comunione e Liberazione dove vige il sistema mazzette per far funzionare la sedicente Democrazia. Affacciatevi nei Tribunali, andate dai Giudici di Pace ed allungate l’orecchio per rendervi conto di quanta malafede  regna nella Regione più Spirituale del Paese. Qui non si accontentano della carità, portano via le case già pagate, fottono gli innocenti, proteggendo i beati impuniti i quali riescono a sorridere senza strozzarsi col il doppio boccone in bocca.

 

Per la difficile ripresa del nostro Paese, che appare come un complicato infinito enigma, sarebbe preferibile che i nostri Economisti ricevessero una formazione più aggiornata in merito alle discipline Economiche, nel tentativo di rinfrescare i concetti basilari sulla produzione competitiva relativa al Capitale e al lavoro, soffermandosi sulle varie funzioni capillari, in primo luogo la Giustizia, seguita dai Capitali, le Tecnologie Produttive, le Politiche Fiscali, e su larga scala come valore intrinseco di costo puro, l’Energia la quale determina il costo della vita.

 

In sostanza, l’efficienza produttiva e i costi su basi competitive, sono dominati essenzialmente dal Capitale, dalle Tecnologie Produttive, dal prelievo fiscale diretto ed indiretto, dall’Efficienza del lavoro subordinata alla felicità dei prestatori d’opera e dall’energia. Cinque fattori chiave completamente trascurati nel nostro Paese, già affidato al Commissariamento.

 

Questo è il motivo che ha indotto molte Industrie Nazionali a trasferirsi o chiudere del tutto, creando disoccupazione e malessere generale, favorendo le Industrie di Stato, le quali non pagano l’IVA e sono fortemente favorite nel deviare le regole di mercato.

 

Un noto Manager di una catena alberghiera sostiene che il 30% delle spese generali e dei costi operativi dei suoi alberghi dipende dai consumi energetici e costituiscono la seconda voce del costo aziendale.

 

In  America, Governo e Aziende si sostengono grazie alla maggiore considerazione per il Cost Improvement, che permette di ridurre i costi gestionali e produttivi, incluso il numero dei pubblici servitori e gli stipendi ai dirigenti Pubblici, per poter far fronte alla spietata concorrenza promossa soprattutto da Aziende Asiatiche, considerando che il costo della Politica in quel Paese è determinato da logiche Economiche che non siano di intralcio alla concorrenza del libero mercato, eliminando la burocrazia per favorire la produzione concorrenziale.

 

I moderni sistemi di vita ed il continuo progresso scientifico e tecnologico, sono condizionati in gran parte dalle disponibilità energetiche che rappresentano il progresso dei popoli, e richiedono un accurato controllo nella riduzione costi, affermando che l’efficienza produttiva per una crescita economica sana, dipendono da un attento controllo sui costi delle cinque funzioni primarie che rappresentano l’Economia sana di una Nazione.

 

Se l’America smettesse di fare continue guerre e di esplorare l’infinito, sarebbe la Nazione più avanzata e più vivibile del pianeta.

 

Ogni era economica è programmata nello sviluppo di sistemi energetici al passo con i tempi. Nell’era attuale l’interesse dei grandi gruppi di Potere guidano alla dipendenza di sistemi Solari o azionati dal Vento, sotto inteso quando c’è il sole o il vento, benché  l’efficienza di tali sistemi non sono proporzionali ai costi, considerando oltretutto che i metodi summenzionati si sviluppano su grandi estensioni di terre utili alle piantagioni, creando la desertificazione, e comunque per gli accaniti sostenitori,  non saranno sufficienti a coprire il fabbisogno energetico delle singole Nazioni Industrializzate, senza dimenticare la possibile carenza di materiali rari, qual’ora questi dovessero raggiungere il picco di richieste.  Rame od altri prodotti della Silicon Valley i quali con l’aumento della richiesta, subirebbero una impennata dei costi delle materie prime e l’intero baldacchino crollerebbe esattamente come il Nucleare, disciolto in una bolla di sapone.

La copertura di alcuni tetti di abitazioni, senza considerare i costi del capitale investito proporzionale ai ricavi, sono semplici illusioni che accalappiano gli allocchi.

Un semplice impianto da 3 kw dal costo fra i 15.000/20.000 Euro é considerato una spesa superflua, poiché il Produttore nazionale fornisce la corrente elettrica ad  un costo medio fatturato di 600 o 1.000 Euro annui compreso di IVA, senza contare le operazioni aggiuntive come spalare la neve, rotture da grandinate, polvere, uccelli, oppure sostituzioni di componenti dovuti all’invecchiamento, dove il costo salirebbe nell’arco dei 20 anni senza previsioni.

 

Sembrerebbe che ci sia una corsa a spogliare il pianeta in modo egoistico senza pensare al domani, a garanzia della vita delle generazioni future.

 

Ritornando alle Politiche Economiche completamente sfasate del nostro Paese, non si nota nessuna volontà a ridurre i costi della Politica, unitamente ai costi esorbitanti dell’energia che stanno schiacciando l’economia, la produttività concorrenziale e la vita dell’intero Paese.

Nella logica di giudicare la Politica Economica in modo Democratico, l’Illustrissimo Presidente della Repubblica, forse estraneo ai problemi reali del Paese, avrebbe avuto a disposizione altre scelte migliori, da formulare su concorsi di capacità riscontrabili sull’immenso capitale umano disponibile nel Paese, anziché imporre forzature negative con risultati che mantengono il bicchiere da mezzo pieno a mezzo vuoto, trascinando la Nazione in azioni visibilmente controproducenti, con  ripercussioni negative interne ed estere di lunga durata nel tempo.

Anthony Ceresa.