Re: la ballata dei diritti edificatori





ANDREA AGOSTINI wrote:

* La balla dei “diritti edificatori”
*Data di pubblicazione: 01.11.2009




E del fatto che tali diritti sono stati indebitamente tolti alle singole persone, agli esseri umani, riversandoli poi nelle mani di speculatori ed imprese, 'sti grandi docenti ed urbanisti come mai non dicono niente? Come mai costoro tacciono sul fatto che noi umani siamo stati proditoriamente defraudati del sacro diritto di vivere sulla nostra terra, uno dei più fondamentali tra i diritti, per affermare il quale sono state combattute le più sanguinose lotte?


Possibile che noi cittadini, noi persone comuni, dobbiamo ancora ascoltare in silenzio tutti 'sti tatali e professionisti parastatali, i quali non fanno altro che i comodi loro e del marcio sistema che li tiene assunti ed ingaggiati a vita? E' tempo che noi umani, noi "persone comuni", noi semplici cittadini, la smettiamo di farci incantare da chi si è inchinato alla autoritaria cultura dominante divenendone rappresentante. E' tempo che noi umani concepiamo da soli il nuovo mondo in cui vogliamo vivere, senza professori, urbanisti ed altri emeriti rappresentanti della cultura statale che siano.


Il principio fondamentale è: una persona sulla sua terra può fare quel che vuole, purché non disturbi nulla e nessuno. Al contrario una impresa sovrafamigliare è tenuta a rispettare regole stabilite collettivamente, dai cittadini, non dagli statali, dalle caterve di docenti che mettono al centro dell'Universo, immobile, il loro posto fisso e tutto quel che questo comporta.


E' fondamentale che le persone possano vivere sulla loro terra, in modo che possano realizzare una propria economia domestica (anche in accordo coi principi della decrescita). Se alle persone viene tolto il diritto di vivere e svolgere piccole attività sulla propria terra, esse vengono condannate a rimanere prigioniere delle industrie. Le persone sono state impoverite proprio togliendo loro il sacro diritto di vivere sulla loro terra. E' così che in tanti sono stati schiavizzati dall'economia di mercato.


Le imprese che coinvolgono più di una famiglia vanno cerrtamente poste sotto rigoroso controllo e regolamentazione collettiva. Ma non i singoli individui ed i nuclei famigliari.

Basta con l'andare dietro ai docenti universitari ed ai professionisti. Questi si fanno solo i comodi loro. Noi cittadini il mondo ce lo dobbiamo costruire da soli, servendoci di essi e non venendone invece asserviti.



Danilo D'Antonio


Il modo corretto di gestire il territorio
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