Sulla irreversibilità della crisi



 
Ci sono dei sapientoni che soffrono se non sparano idiozie. Sulla crisi sono partiti all'attacco, quasi fossero sincronizzati da una forza della natura: "Non ci sono crisi irreversibili!", "La loro cratteristica è di essere cicliche!", "A ogni crisi segue un boom!", e così via. Tranquilli, nessuno vuole spaventarvi: per questa volta, alla "ripresa", avrete ancora modo di crogiolarvi nell'orgia dei consumi. Forse. Quello che non avete capito è che il capitalismo si salva con le crisi cicliche ma soffre di una crisi storica. Della quale si parla da mezzo secolo. E' quella che è irreversibile, è quella che lo ucciderà, sollevando il proletariato. La crescita esponenziale non può essere infinita e un punto di flesso è già stato raggiunto a livello mondiale. La legge della caduta tendenziale del saggio di profitto mostra appunto la tendenza locale (crisi e boom) e l'esito storico (la sussunzione reale del lavoro al Capitale, la liberazione di forza-lavoro con l'aumento della produttività). Va letta come una legge fisica; e certo piccoli politicanti immediatisti non la possono capire.