la mobilità sostenibile è lontana anche dalla gente?



da greenreport.it
15/12/2008
 
La mobilità sostenibile è lontana, anche dalla ´gente´?
 
LIVORNO. Il rapporto tra smog e traffico auto dovrebbe essere abbastanza chiaro ai più. Si calcola (dati Oms) che solo in Italia siano 8mila i morti ogni anno causati dai gas che fuoriescono dai tubi di scappamento. Se a questi si aggiungono i costi (economici e in vite umane) degli incidenti stradali e delle ore passate in fila, ce ne è abbastanza per capire l´urgenza di un nuovo modello di mobilità. Una mobilità più sostenibile per ottenere la quale al momento ci sono poche strade: la chiusura dei centri storici; auto con emissioni ridotte; maggior utilizzo dei mezzi pubblici e alternativi che poi sono principalmente la bicicletta normale o con pedalata assistita.

Le istituzioni possono incidere moltissimo in questo senso facendo leva anche attraverso tasse che inducano gli automobilisti a un uso più razionale del proprio mezzo; oppure con incentivi che orientino le loro scelte verso forme di mobilità diverse come il carsharing ad esempio. A poco servono invece le domeniche senza auto, tranne che come promozione - anch´essa fondamentale - di una cultura diversa di mobilità che punti alla riscoperta e alla riconquista degli spazi cittadini.

Il costo del petrolio alle stelle - lo abbiamo registrato - ha fatto nei mesi scorsi più di tutte queste iniziative messe insieme e non è un granché come lezione da imparare, così come è piuttosto allarmante che in Inghilterra e precisamente a Manchester sia stato bocciato il referendum per l´ecopass, che laggiù si chiama congestion charge. Dopo le picconate dell´attuale sindaco di Londra, Boris Johanson, alla congestion charge della City, i cittadini - il Sole24Ore dà la colpa alla crisi - di Manchester dicono no al pagamento di 5 sterline per entrare in centro con l´auto nonostante questo avrebbe fatto incassare al Comune 500milioni di sterline concesse dal Governo per finanziare nuove infrastrutture nei trasporti.

Sul Sole si legge inoltre che sono andati in massa a votare e la proporzione con cui i ´no´ hanno vinto sui ´sì´ è stata di 4 a 1. Schiacciante insomma. Questione di tasche vuote? Può darsi. Fatto sta che un´iniziativa buona proposta dall´amministrazione comunale è stata bocciata clamorosamente dai cittadini. Un po´ come quello che è accaduto a Firenze dove il referendum sulla tramvia ha visto vincere (pur senza aver raggiunto il quorum) i contrari a un´opera che ha come obiettivo quello che ridurre il traffico nel capoluogo toscano. Azione che Firenze deve promuovere perché si dà il caso che sia la quarta città in Italia con più sforamenti del pm10. Non solo, c´è pure un´indagine in corso della magistratura contro la giunta fiorentina perché rea di aver fatto poco per combattere lo smog.

Insomma, un cortocircuito bello e buono. Perché senza semplificazioni il quadro per quelli attenti alle questioni toscane almeno vede una maggioranza di cittadini che si oppone a ogni iniziativa che miri a cambiare le sue abitudini. Qualcuno si ricorderà degli Euro 0 e della manifestazione dei proprietari di questi mezzi dopo che la proposta dell´assessore Del Lungo contro questi veicoli fu bocciata dal Tar.

Così quando leggiamo che Toccafondi, consigliere comunale fiorentino del Pdl, chiede all´amministrazione fiorentina «che cosa ha fatto in questi anni per limitare l´emissione di polveri sottili», più che rispondere banalmente con lì´lenco del fatto e non fatto, ci muove una riflessione sul dovere delle istituzioni e sul rapporto con la cosiddetta ´gente´. Poco o tanto che sia il contributo della tramvia se fosse stato per la ´gente´ a Firenze si sarebbero di nuovo chiusi i cantieri.

Partecipazione o non partecipazione se chiudi il centro alle auto e fai pagare una tassa, le maggioranze - si scopre anche fuori dall´Italia - non sempre sono d´accordo, anzi. Se limiti la circolazione dei mezzi più inquinanti - vedi Euro 0 - viene vista anche giuridicamente come una mossa ingiusta nei confronti di chi non può permettersi un altro mezzo (che è un argomento, per carità).

Il problema è che la sommatoria di tutti questi pezzi di verità e di ragioni della ´gente´ non costruisce una strategia di mobilità sostenibile, anzi ne mina in radice proprio ogni tentativo. Se ignorare però questi ´pezzi´ non è democratico, inseguirli è puro marketing. Le istituzioni hanno l´obbligo di fare scelte anche se impopolari, perché come si vede non tutto quello che viene dal basso è per sua natura buono. E questo è sconsolante davvero, perché se non ci resta che sperare nel ritorno del prezzo del barile a 150 dollari per vedere più auto a gas e meno in giro per le strade significa che stiamo buttando via del gran tempo quando è proprio il tempo quello che manca...