Re: niente imballaggio e il prezzo cala



In alternativa puoi sempre girarlo tu Raffaele al destinatario che ti interessa , basta cliccare su "inoltra".
Ciao,
Davide

ANDREA AGOSTINI ha scritto:
bisogna iscriversi sul sito di peacelink lista economia con l'indirizzo voluto

    ----- Original Message -----
    *From:* Procopio Raffaele
    <mailto:Raffaele.Procopio at snamprogetti.eni.it>
    *To:* economia at peacelink.it <mailto:economia at peacelink.it>
    *Sent:* Tuesday, March 25, 2008 4:52 PM
    *Subject:* R: niente imballaggio e il prezzo cala

Sarei grato se il messaggio lo inviaste anche a :raproco at alice.it Saluti R. Procopio
        -----Messaggio originale-----
        *Da:* economia-request at peacelink.it
        <mailto:economia-request at peacelink.it>
        [mailto:economia-request at peacelink.it] *Per conto di *ANDREA
        AGOSTINI
        *Inviato:* giovedì 20 marzo 2008 6.46
        *A:* economia
        *Oggetto:* niente imballaggio e il prezzo cala

DA REPUBBLICA GIOVEDÌ 6 MARZO 2008
        *_Niente imballaggio. E il prezzo cala del 30%
        _Rapporto Coldiretti: ecco quanto ci costano cartoni, lattine e
        cellophane*

        Un litro di latte: dei 42 centesimi incassati dal produttore, 25
        vanno al cartone
        ANTONIO CIANCIULLO

        ROMA - Paghiamo più il contenitore del contenuto, costa più il
        cellophane del pomodoro. Il mare di imballaggi che sommerge gli
        scaffali dei supermercati non rappresenta soltanto un problema
        ambientale ma comincia a diventare un peso economico. Secondo il
        rapporto-denuncia presentato ieri dalla Coldiretti, le
        confezioni incidono fino al 30 per cento sul prezzo di vendita
        dei prodotti e, nel caso degli alimenti, finiscono per
        inghiottire più soldi di quelli che arrivano nelle tasche del
        produttore.
        Il caso più clamoroso è quello dell´insalata. Un chilo di
        lattuga, che porta 40 centesimi a chi lo ha coltivato, costa 1,5
        euro al mercato, ma lavato e sotto cellophane schizza a 8 euro.
        Il paradosso vale anche per una scatola di pomodori da 700
        grammi: all´agricoltore va il 12 per cento, l´imballaggio divora
        una percentuale doppia. E per un litro di latte fresco (1,60
        euro al supermercato) il produttore incassa 42 centesimi e 25
        vanno all´imballaggio, mentre se si acquista in vendita diretta
        a un distributore automatico il prezzo scende a 1 euro.
        «Per combattere l´aumento dei prezzi bisogna fare due
        operazioni: ridurre gli imballaggi e ridurre il numero dei
        passaggi nella catena della distribuzione», osserva Stefano
        Masini, responsabile ambiente della Coldiretti. «In altre parole
        bisogna avvicinare il produttore al consumatore dando la
        possibilità di consumare cibo più fresco e con addosso meno
        chilometri e meno emissioni serra».
        Tra i consigli dati dall´associazione agricola per ridurre
        l´impatto ambientale degli imballaggi in campo agro - alimentare
        (rappresentano i due terzi del totale): comprare frutta e
        verdura di stagione e del luogo, utilizzare le vecchie borse
        della spesa o gli shopper in plastica biodegradabile, evitare i
        piatti e le stoviglie usa e getta, acquistare prodotti in
        confezioni riutilizzabili.
        «La tecnica degli imballaggi deve continuare a migliorare
        riducendo il peso e aumentando le prestazioni, come peraltro ha
        fatto negli ultimi anni», afferma Piero Capodieci,
        vicepresidente di Comieco, il consorzio per il recupero della
        carta. «Ma proprio perché gli imballaggi costano, se vengono
        usati c´è una ragione: rispondono a un cambiamento di abitudini
        e di stili di vita che ha portato a confezioni adatte a single
        con poco tempo a disposizione».
        Ma l´impatto crescente del problema rifiuti sta cambiando le
        abitudini di un numero crescente di consumatori. Una tendenza
        che si misura anche con il successo dei mercati per la vendita
        diretta dei prodotti alimentari, un´antica abitudine italiana
        riproposta con il nome anglosassone: farmer market.
        «Ci sono casi in cui gli imballaggi vanno non solo ridotti ma
        eliminati», propone Alberto Fiorillo, responsabile delle aree
        urbane di Legambiente. «Ad esempio ogni italiano consuma più di
        200 litri di acqua minerale: una follia perché l´acqua del
        rubinetto è quasi sempre buona. E anche i libretti delle
        istruzioni degli elettrodomestici, decine di pagine in 14 lingue
        che quando servono non si trovano mai, sarebbe molto più utili
su Internet».
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