L’ AVANZATA DI OBAMA IN USA E’ RIFLESSO DELLA CRISI DEI MUTUI AMERICANI ?



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21/02/2008 
L’ AVANZATA DI OBAMA IN USA E’ RIFLESSO DELLA CRISI DEI 
MUTUI AMERICANI ?

L’ AVANZATA DI OBAMA IN USA E’ RIFLESSO DELLA CRISI 
DEI MUTUI AMERICANI ?
L’ articolo qui riportato integralmente di Naomi 
Klein offre interessanti chiavi di interpretazione non solo su un 
processo che si è delineato in USA ma anche da noi e in Uk con il 
collasso della Northen Bank .La Klein fissa lucidamente alcuni elementi 
chiave anche di approccio sociologico all’ ideologia della “società dei 
proprietari “ o anche degli individui e/o consumatori che è il 
fondamento del pensiero neoliberista che ha interessato anche il nostro 
paese .Berlusconi è stato ed è il principale megafono organizzato di 
questa ideologia che attraverso la crescita parossistica della sua tv 
commerciale ha avuto il potere di influenzare anche la RAI, negli anni 
anche precedenti il suo governo 2001/2006 . 
L ‘analisi della Klein che 
è stata tra le voci piu’ autorevoli del movimento noglobal fine anni 90,
ci fa’ ben comprendere che il Berlusconi italiano non è altro che un 
ingranaggio assieme ad altri di un gigantesco progetto che vede la luce 
con la Reganomics degli anni 80 ,Bush senior ,Clinton e Bush figlio .
Un progetto strutturato alla perfezione che ha messo insieme pezzi 
giganteschi di finanza internazionale fino alla” banca centrale 
europea”,un'unica linea e progetto potentemente gestito dal crescere in 
tutta l’ unione di modelli televisivi simili ,(anche se non con le 
nostre contraddizioni ) e gli effetti cosi’ uguali ,circa l’ 
indebitamento delle famiglie che con i famigerati “mutui a tasso 
variabile”,sono la prova evidente di un processo “ mercatista “che 
attraverso la disinformazione ,praticata in tutto l’ occidente era 
volta a creare consensi all’ idea della “societa’ aclassista” dei 
cittadini consumatori,… cioe’ l’ affermazione “metafisica “ e surreale 
che i cittadini sono eguali semplicemente perche’ consumano le stesse 
merci ,solo che con ben differenti possibilità tra chi possiede 
miliardi di dollari ed euro e chi invece si ritrova la casa ipotecata 
per insolvenza del pagamento della rata mutuo , come stà invece 
avvenendo sia qui che in USA e UK .

Questo dovrebbe anche far 
comprendere bene la natura del passaggio all’ Euro in Europa ,fattore 
che ha in misure differenti, sconquassato il potere d’ acquisto di 
tutte le classi medie europee .

Quindi Berlusconi nel 2002 quando non 
controllo’ il raddoppio di tutti i listini ,i prezzi al dettaglio,i 
servizi , le tariffe,non fece altro che applicare quanto anche all’ 
estero veniva attuato, nel quadro d’ una generale offensiva che qui da 
noi si sustanzio’ con l’ aumento dei costi bancari ,delle assicurazioni 
,e di un processo devastante di aumento del costo vita ., i cui effetti 
oggi sono ben visibili in loro drammaticità .

La Klein e Rifkin altro 
grande descrittore del processo globalista, hanno avuto il merito di 
offrire in un periodo di assenza / inifluenza/silenzio dei movimenti 
operai socialisti e/o comunisti nel mondo,una interpretazione lucida ed 
utilissima a comprendere la natura devastante ed ingovernabile del “ 
neoliberismo “sistema criminale d’ organizzazione sociale che nell’ 
inizio di questo secolo ha visto ben 2 guerre svilupparsi a oriente in 
Afganistan e Irak ,mosse solo dalla pulsione all’ accaparramento di 
territori utili al controllo o allo sfruttamento di materie prime e 
combustibili fossili, mentre dall’ altro si è fatto si’ che con la 
disinformazione in Europa, si creasse un modello di federazione di 
stati assolutamente funzionale a questo disegno ove il collante tra le 
nazioni diventava non una costituzione ma solo l’ operare perverso di 
un elitaria comunita’ di banchieri e finanzieri, gli stessi che 
quotidianamente controllano e sgridano gli europei sul pil ,o i punti 
di debito pubblico, da non sforare ma in un ottica succube e contigua 
agli opachi interessi di parte delle multinazionali europee beneficiate 
dalla libera delocalizzazione delle produzioni e dai bassi salari 
asiatici,con iperprofitti fuori controllo ormai e da tempo ,che 
puntualmente ingigantiscono i forzieri incontrollati dei paradisi 
fiscali europei e non .

La societa’ quindi del bengodi aclassista, si 
stà inceppando sia in Italia che in Inghilterra che in USA e mostra il 
vero volto di un sistema economico di rapina ,rozzo ed inadeguato alla 
complessita’ di questo 21° secolo ,poiche’ ha come unici effetti 
visibili ,non la crescita generalizzata del benessere liberale ma se 
mai lo spostamento rapido e violento di risorse gigantesche a vantaggio 
di minoranze ricchissime contro maggioranze che anche in occidente ,
(quella che fu la vetrina buona dell’ anticomunismo) ,si stà inceppando 
nella caduta dei consumi e nella riduzione generalizzata del potere d’ 
acquisto .

Fattore che si assomma ovviamente all’ esercizio criminale 
di un capitalismo totalitario cinese ed asiatico che esclude diritti 
sindacali e che fonda solo sullo sfruttamento di centinaia di milioni 
di lavoratori il puntello ad un ordine sociale sempre piu’ 
ingovernabile e errato .

L’ Europa è cosi’ passata dal 1989, da un 
sistema protezionistico e garantito al mercatismo piu’ spinto ,
adottando le regole del WTO 1995 su libera circolazione delle merci ,
oggi il sistema sta’ colassando ,…e ancora qualcuno non riesce a 
comprendere ad esempio nello schieramento del nostro centro sinistra, 
come si fa a competere con l’ operaio vietnamita a 30euro mese o con 
quello cinese da 60euro mese? ,quando qui un contatto a tempo 
indeterminato costa almeno 2000euro mese !

La confindustria dice:_ la 
competizione la si ottiene con bassi salari , flessibilità e 
produttivita’,inoltre che la Cina e l’ India sono opportunita’ ma per 
chi ? E questo la dice lunga sul tenore e la natura del dibattito e 
della confusione che c’è tra chi attacca la spesa pubblica facendo di 
tutta un erba un fascio confondendo i costi delle politica da abassare 
senz’ altro ,con quelli necessari di un welfare efficiente ,senza il 
quale societa’ avanzate come la nostra sprofondano senz’ altro nell’ 
ingovernabilità e nell’ insostenibilità di un sistema diseguale ,
ingiusto pericoloso e destinato al declino se non ad una nuova 3° 
guerra mondiale , e chi timidamente e Bertinottianamente, sussurra …..
ma con scarsa convinzione , di un ritorno al controllo delle produzioni 
da parte degli stati nazionali senza i quali si và solo ad un mondo 
Orwelliano dal futuro barbarico e dominato dalle corporazioni 
lobbistyche .
Uno scenario quindi degno dei piu’ inquietanti racconti 
di fantascienza ove è persino superfluo andare a votare, supportare 
partiti per finte democrazie e mantenere apparati statali, sostituibili 
magari da piu’ efficienti centri di calcolo messi a disposizione dalla 
“CONFRATERNITA GLOBALE DEI PRODUTTORI “
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giovedì 21 febbraio 2008
segua articolo della Klein :

La società dei 
proprietari
La società dei proprietari (Il ritorno della coscienza di 
classe) - 20-2-08 

di Naomi Klein - da Zmag.org 

Lo sfratto di massa 
attuato nella società dei proprietari ha portato a profonde 
implicazioni politiche. Secondo un sondaggio di settembre il 48% degli 
americani ritiene di vivere in una società divisa in persone che hanno 
e persone che non hanno. Praticamente il doppio del 1988. Solo il 45% 
di loro si vede come coloro che hanno. 


Ricordate la "società dei 
proprietari"? Era uno dei punti importanti di George W. Bush e venne 
spesso citato durante i primi quattro anni di presidenza. 

Nell'ottobre del 2004 Bush affermò: "In questo paese stiamo creando una 
società di proprietari, dove sempre più americani potranno finalmente 
aprire le porte delle case dove vivono e dire <>" Il think-thanker 
Gorver Norquist predisse che la più importante eredità di Bush sarebbe 
stata la società dei proprietari e sarebbe stata ricordata "molto dopo 
essersi dimenticati di come si possa pronunciare o scrivere Fallujah." 
Eppure nell'ultimo discorso sullo Stato dell'Unione questo slogan 
(precedentemente presente in qualunque discorso) non è stato 
pronunciato. Nessuna sorpresa: a differenza del suo orgoglioso padre, 
Bush si è rivelato il becchino della società dei proprietari. 

Molto 
prima che la società dei proprietari conquistasse una facciata pulita 
la sua creazione era divenuta la chiave del successo per la rivoluzione 
economica della destra nel mondo. L'idea era semplice: se la classe 
lavoratrice avesse posseduto una piccola porzione di mercato -un mutuo 
per la casa, un portafoglio di azioni, una pensione privata- avrebbero 
cessato di identificarsi come classe lavoratrice ed avrebbe cominciato 
a sentirsi proprietaria, mostrando gli stessi interessi dei padroni. 
Questo voleva dire che i lavoratori avrebbero potuto votare per 
politici che promettevano migliori performance della borsa piuttosto 
che migliori condizioni di lavoro. La coscienza di classe sarebbe 
divenuta un lontano ricordo. 

E' un facile tentazione quella di 
etichettare come "hokum"(1) la società dei proprietari (come fece 
Robert Reich) Ma la società delle nazioni è stata indubbiamente reale. 
Era la risposta ai blocchi posti a tutti i leader che con la loro 
politica agevolavano i più ricchi. Il problema era facilmente 
sintetizzabile: le persone tendono a votare per favorire i propri 
interessi economici. Anche nei ricchi Stati Uniti la maggioranza delle 
persone guadagna meno del reddito medio nazionale. Questo vuole dire 
che l'interesse della maggioranza è quello di votare i politici che 
promettono di redistribuire la ricchezza dall'alto verso il basso. 

Quindi cosa bisognava fare? Fu Margaret Thatcher a trovare per prima la 
soluzione. Lo sforzo venne concentrato sulle case popolari abitate in 
gran parte da elettori del partito laburista. Con una mossa ardita la 
Thatcher offrì forti incentivi ai residenti per comprare a tassi 
agevolati gli appartamenti nei quali vivevano (all'incirca come fece 
Bush un decennio più tardi con i mutui sub-prime). Coloro che se li 
potevano permettere divennero proprietari mentre il numero dei restanti 
inquilini che non potevano permettersi gli affitti raddoppiò conducendo 
ad un impennata del numero dei senzatetto. 

Come strategia politica 
funzionò: quelli che erano in affitto continuarono ad opporsi alla 
Thatcher ma i sondaggi rivelarono che oltre la metà dei nuovi 
proprietari aveva cambiato partito passando ai Tories. La chiave era 
tutta psicologica: adesso si vedevano come proprietari e i proprietari 
tendono a destra. La società dei proprietari, come progetto politico, 
era appena nata. 

Dall'altra parte dell'oceano Reagan mise in atto una 
politica mirata a convincere il pubblico sul fatto che non esistevano 
più le classi. In un sondaggio del 1988 solo il 26% degli intervistati 
disse di vivere in una società divisa tra "coloro che hanno" e "coloro 
che non hanno". Il 71% rifiutò l'intera idea di classe. La vera 
evoluzione comunque avvenne negli anni '90 con la "democratizzazione" 
delle proprietà delle azioni: quasi metà dei proprietari di casa si 
trovarono a possedere anche delle azioni. Il controllo dell'andamento 
della borsa divenne un passatempo nazionale con i dati sulle azioni che 
passavano in televisione più spesso delle previsioni del tempo. Main 
Street, ci venne detto, aveva distrutto Wall Street(2). 

Una volta di 
più il mutamento fu psicologico. Questi proprietari di azioni 
rappresentavano una parte relativamente minima dell'indotto medio 
americano ma nell'era del ridimensionamento economico e dello 
spostamento dei capitali off-shore la nuova classe di investitori 
amatoriali visse in modo diverso i cambiamenti del tempo: ogni 
qualvolta si presentava una nuova tornata di licenziamenti che 
accresceva il valore delle azioni la reazione non era quella 
identificarsi con coloro che avevano perso il lavoro ma piuttosto 
chiamare i propri broker con istruzioni per comprare in borsa. 

Bush 
assunse la propria carica determinato a portare ancora oltre questa 
tendenza consegnando l'assistenza sociale nelle mani di Wall Street e 
mirando a rendere proprietari di casa gli elementi delle diverse 
minoranze (tendenzialmente fuori dal raggio di influenza dei 
repubblicani). Affermò Bush: "Meno del 50% degli afroamericani o degli 
ispanici possiede una casa. Sono semplicemente troppo pochi" Invitò il 
Fannie Mae(3) ed il settore privato a "sbloccare milioni di dollari per 
dare la possibilità di comprare una casa" (questo è un importante 
promemoria: coloro che concessero i mutui sub-prime vennero influenzati 
direttamente dall'alto) 

Oggi le premesse fondamentali della società 
dei proprietari sono finite. Prima c'è stata l'esplosione della bolla 
informatica. In seguito i dipendenti hanno visto le proprie pensioni 
legate alle azioni dissolversi insieme alla Enron ed alla WorldCom. E 
adesso abbiamo la crisi dei mutui sub-prime con due milioni di 
proprietari che devono affrontare il pignoramento delle proprie 
abitazioni. 

Molti stanno attingendo al proprio 401(k)(4), i fondi 
guadagnati con le azioni, per pagare i propri mutui. La storia d'amore 
tra Wall Street e Main Street, nel frattempo, è finita. Per evitare 
rigidi controlli adesso la nuova tendenza è quella di spostarsi dalle 
borse e dalle azioni gestite pubblicamente verso i capitali di rischio. 
A Novembre il Nasdaq ha unito le forze con diverse banche, inclusa la 
Goldman Sachs, per creare Portal Alliance, un fondo di rischio privato 
aperto solamente ad investitori con un patrimonio superiore ai 100 
milioni di dollari. In un battibaleno la vecchia società dei 
proprietari si è tramutata nella nuova società per soli membri. 

Lo 
sfratto di massa attuato nella società dei proprietari ha portato a 
profonde implicazioni politiche. Secondo un sondaggio di settembre il 
48% degli americani ritiene di vivere in una società divisa in persone 
che hanno e persone che non hanno. Praticamente il doppio del 1988. 
Solo il 45% di loro si vede come coloro che hanno. In altre parole 
stiamo assistendo ad un ritorno alla coscienza di classe che si 
supponeva sarebbe stata cancellata con la società dei proprietari. Le 
ideologie del libero mercato hanno perso un potente strumento 
psicologico e i progressisti ne hanno conquistato uno. Adesso che John 
Edwards (candidato democratico ritiratosi il 30.01.08 ndr) è fuori 
dalla corsa per la casa bianca, la domanda è, qualcuno avrà il coraggio 
di usarlo? 
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giovedì 21 febbraio 2008