come finanziare la casa per rispondere alle esigenze abitative



 da Eddyburg.it
n.38. 27/10/2007 Finanziare la casa
Data di pubblicazione: 25.10.2007

 Abitare è diventato più difficile che mai. Uno dei segni più vistosi dell’abbandono del welfare è costituito dalla rinuncia dei governi, da oltre un decennio a questa parte, a ogni tentativo di avviare una politica della casa: si è solo smantellato quello che faticosamente si era costruito. Ora, qualcosa si muove.

Nella finanziaria 2008 ci sono alcune indicazioni positive: l’inizio di un nuovo programma. La scelta è di investire 700 milioni utilizzandone una parte consistente tramite società miste tra pubblico e privato, per raggiungere così l’obiettivo di 80 mila alloggi in dieci anni, con affitti che non superino il 35 per cento del reddito degli inquilini. Secondo il commento di Giovanni Caudo per eddyburg.it l’idea di realizzare alloggi di edilizia sociale con fondi privati non speculativi è giusta. E’ già stata praticata altrove, con buon successo: in Inghilterra già dal 1998. Il meccanismo è il seguente: i privati realizzano alloggi da destinare ad affitto calmierato "accontentandosi" di una redditività intorno al 5%.

La proposta italiana, nella stesura attuale, lascia ampi margini di manovra a soluzioni perverse. Non è escluso che essa apra una porta ancora più larga alla speculazione immobiliare, su un terreno (quello dell’edilizia convenzionata, costruzione di alloggi sociali con accordi a termine pubblico/privato) che ha già registrato notevoli trasferimenti di ricchezza dal pubblico e sociale al privato. Nella finanziaria, per esempio, non si fa cenno all’obbligo di assegnare la gestione dei nuovi immobili a soggetti diversi dal costruttore. La soluzione corretta sarebbe favorire anche in Italia la formazione di un registro di proprietari sociali di immobili, ad esempio associazioni no profit, cui affidare la gestione degli alloggi sociali realizzati con fondi privati non speculativi.

Conclude Giovanni Caudo: “un passo nella direzione giusta, bisogna solo accertarsi che anche la testa guardi nella stessa direzione”. Allo stato degli atti è davvero difficile comprendere in quale direzione volga lo sguardo e l’intelligenza l’attuale composita coalizione del centro-sinistra; ma la speranza è l’ultima a morire, non solo perché altrove c’è solo buio fitto.