clima previsioni bollenti



 da lanuovaecologia.it Mercoledì 24 Maggio 2006
 
 Danni alla salute umana e all'ambiente

Clima, previsioni bollenti


Le temperature aumentano tre volte più di quanto previsto finora: 5,8 gradi entro il 2100. È il risultato di un nuovo studio australiano. Un'arma in più in mano al governo di Canberra per rilanciare il nucleare ed esportare uranio
Le temperature globali aumenteranno tre volte di più di quanto molti scienziati abbiano previsto, e i fenomeni meteorologici estremi, come le ondate di caldo, diventeranno sempre più frequenti, causando cambiamenti irreversibili sul pianeta. L'ennesimo allarme, senza precedenti per la sua gravità, viene da un rapporto preparato per il governo
conservatore australiano da scienziati dell'Università nazionale di Canberra, il quale offre nuove munizioni a sostegno della creazione di un'industria nucleare in Australia, che peraltro ha i maggiori giacimenti al mondo di uranio.
Secondo il rapporto dal titolo "Prove più forti e nuove sfide: Scienza del mutamento climatico 2001-2005", il riscaldamento globale spingerà le temperature fino a 5,8 gradi Celsius in più entro il 2100. La valutazione corrente finora era fra 1,4 e 2 gradi in più. Secondo i nuovi calcoli, saranno ancora più gravi gli effetti sulla salute umana, la distruzione di specie animali e vegetali, l'innalzamento del livello dei mari e la distruzione dei banchi corallini. I calcoli del rapporto sono basati su nuove ricerche dopo le proiezioni del Panel intergovernativo dell'Onu sul cambiamento climatico del 2001. Fra i nuovi fattori considerati, quello dello scioglimento della neve e del ghiaccio, specie nelle regioni artiche ed antartiche, che ridurrà il potere riflettente della superficie terrestre e contribuirà all'aumento delle temperature.
Il premier conservatore John Howard ha preannunciato un'inchiesta sulla fattibilità di un'industria di energia nucleare in Australia, come risposta al riscaldamento globale causato dai gas serra. Intanto il ministro dell'Ambiente Ian Campbell annuncia con soddisfazione che l'Australia, pur non avendo sottoscritto il protocollo di Kyoto, sta rispettando gli obiettivi di riduzione dei gas serra, pari al 108% delle emissioni del 1990 entro il 2012, mentre diversi Paesi firmatari stanno mancando i propri. Secondo le cifre diffuse dal ministro, le emissioni totali dell'Australia sono attualmente del 5,2% sopra i livelli del 1990, contro un aumento del 29% in Canada e del 30% in Nuova Zelanda.