l'ingegnere e una nonna di ottant'anni




L'ingegnere e una nonna di ottant'anni
Beppe Grillo
da www.carta.org

Pubblichiamo l'introduzione al libro "Un futuro senza luce?" di Maurizio Pallante [Editori Riuniti 2004], scritta da Beppe Grillo.

Caro Maurizio,
il tuo libro è un compendio di quanto si potrebbe fare se si ponesse il buon senso a fondamento delle moderne tecnologie, mettendo, per esempio, un ingegnere e un designer a lavorare insieme con una nonna di ottant'anni. Un po' come facevano all'Istituto di Wuppertal per il clima, l'ambiente e l'energia, dove c'era sempre una nonna a cui facevano verificare le innovazioni tecnologiche. Una volta le hanno fatto vedere un frigorifero e la nonna ha detto: "Mi sembra un po' strano 'sto frigorifero. Perché utilizzate l'aria della casa, che è a 25 gradi, per portarla a 0 gradi, quando l'aria esterna è già a questa temperatura? Ai miei tempi noi tenevamo il cibo in fresco all'aperto". L'ingegnere è entrato in crisi, ha chiamato il designer e hanno inventato un frigorifero, il famoso Fria, che d'inverno prende l'aria da fuori.
L'uso degli apporti gratuiti del clima e le tecniche delle micro generazioni, di cui parli nel tuo libro, sono cose antiche. Altre tecnologie sono state elaborate negli anni Settanta, in conseguenza delle crisi energetiche. La produzione decentrata di energia elettrica in cogenerazione era molto sviluppata prima della costituzione dell'Enel nel 1962. Ci vogliono dei grossi traumi per farle ritornare in auge e per svilupparle. O ci vorrebbe una legge per imporle. Il presidente della Repubblica federale tedesca, Weizsäcker, inaugurando qualche anno fa il Salone dell'auto di Francoforte, disse che per rendere concorrenziali le fonti energetiche rinnovabili e le tecnologie che accrescono l'efficienza energetica sarebbe stato necessario aumentare per legge il prezzo della benzina in cinque anni a 5 euro al litro, perché quello era il prezzo reale dei combustibili di origine petrolifera se oltre al costo industriale si fossero anche conteggiati i costi dei danni ambientali che generano.
Nel tuo libro descrivi tecnologie straordinarie, immediatamente applicabili per accrescere l'efficienza energetica e ridurre i consumi di fonti fossili e le emissioni di CO2. Per esempio il sistema che riscalda l'acqua corrente dei sanitari soltanto dal rubinetto allo scarico recuperando e riutilizzando il calore di quella che defluisce. O il davanzale attrezzato che ricambia l'aria delle stanze riutilizzando il calore dell'aria viziata in uscita per riscaldare l'aria fresca in entrata. Due attuazioni tecnologiche del buon senso tra le tante che descrivi, che possono e dovrebbero trasformare la vita delle persone. Di questo dovrebbe occuparsi la politica, perché le tecnologie ci sono, ma per diffondersi devono essere conosciute, incentivate e, al limite imposte per legge. Così, per esempio, ha fatto il sindaco di Barcellona, imponendo l'installazione di pannelli solari termici nelle case di nuova costruzione e innescando un processo che ha coinvolto a catena altre città spagnole. Analogamente si sarebbe potuta quanto meno incentivare l'installazione di micro-cogeneratori al posto delle caldaie per il riscaldamento degli ambienti. Un'altra attuazione tecnologica del buon senso, realizzata per la prima volta in Italia da Mario Palazzetti nel 1973, in concomitanza con la crisi energetica, e nel nostro paese tutt'ora ignorata mentre in Germania ha avuto una grandissima diffusione. Da noi si è preferito realizzare pochi grandi impianti di teleriscaldamento che, come tu dici, disperdono o non utilizzano una gran parte del calore.
La più importante e interessante forma di decentramento energetico è stata realizzata a Schonau, un piccolo paese di 2.500 abitanti nel sud ovest della Germania, dove i cittadini hanno fatto una cosa straordinaria: hanno gestito in proprio la produzione e la distribuzione dell'energia elettrica. Dopo la tragedia di Chernobyl, come alternativa al nucleare alcune famiglie hanno cominciato a installare nelle proprie case piccoli impianti di cogenerazione e di energie rinnovabili, ma si sono scontrate con le difficoltà frapposte dalla compagnia elettrica che gestiva la rete di distribuzione locale e la grande centrale che la alimentava. Questa società non gradiva che i cittadini autoproducessero la propria energia invece di comprarla da lei e non pagava il giusto le eccedenze energetiche che essi riversavano nella rete. Pertanto gli autoproduttori si sono consorziati e hanno comprato i fili. Per finanziare l'acquisto hanno ottenuto un prestito dalla banca, che invece di emettere bond di società indebitate massacrando i pensionati e i piccoli risparmiatori, ha creduto nel progetto. Ha messo i soldi per acquistare i fili della distribuzione. Si parla tanto di libero mercato e non si vede perché anche da noi in Italia non si dovrebbe permettere di fare una cosa del genere. Un computer gestisce la cessione alla rete della corrente da parte di chi ne produce in eccedenza col suo piccolo impianto e la fornitura a chi la consuma. Tutti hanno il loro contatore, che conteggia sia i kilowattora consumati, sia i kilowattora venduti. Uno dorme, il suo cogeneratore parte e lavora di notte, alla mattina si trova dei soldi in casa. Questo è il primo caso al mondo di vera privatizzazione dell'energia.
Questo è il vero senso della privatizzazione. Il privato sono io, non un'altra multinazionale con sede nelle isole Cayman. Altrimenti, che ci siano un monopolista o pochi oligopolisti non cambia niente. Se il filo che entra in casa mia è sempre di qualcun altro, anche se utilizzo tecnologie sofisticate, a basso impatto ambientale e a zero emissioni di CO2, ma le faccio passare da quel filo lì, non farò mai dei progressi reali, perché è sempre in mano a qualcun altro che vorrà guadagnarci sopra.
Nel tuo libro ci sono un sacco di idee che mi hanno fatto riflettere, perché hai spostato il tiro dalle energie rinnovabili alle tecnologie che accrescono l'efficienza degli usi e riducono gli sprechi energetici. Se devo riempire una vasca bucata, prima di tutto devo chiudere il buco, poi vedrò con quale tipo di energia, o con quale mix di fonti energetiche posso riempirla. Di primo acchito, spostando l'attenzione sulla razionalizzazione degli usi energetici sembra che tu manifesti un rifiuto fondamentalista nei confronti di alcuni tipi di energie rinnovabili e contro l'idrogeno. Invece, a ben vedere, la riduzione degli sprechi e delle inefficienze è il prerequisito del loro sviluppo. Se non chiuderemo il buco della vasca, se non ridurremo le dissipazioni e le dispersioni di energia, le fonti rinnovabili non saranno sufficienti a sostituire le fonti fossili. Solo se chiudiamo il buco della vasca, le fonti rinnovabili possono bastare a riempirla, perché occorre meno energia a soddisfare il fabbisogno. Questo è il principio che mi ha portato a essere più lucido sul tema, quindi ti devo ringraziare, perché prima ero un po' sbilanciato dalla parte delle fonti rinnovabili. Ho sperimentato le fonti alternative installando pannelli fotovoltaici per una potenza di 5 kW e mi sono reso conto che con questa tecnologia siamo distanti da una minima autosufficienza. Invece col solare termico siamo già a buon punto, ma in ogni caso non ha senso applicare le fonti rinnovabili a sistemi che dissipano energia in modi clamorosi. Anche in questo caso più maturo tecnologicamente, se vuoi che il solare termico ti basti, devi chiudere bene le fessure.
Le tecnologie per chiudere i buchi del secchio, come li chiami tu, sono molte e molto efficienti. Più avanzate di quelle attualmente in uso da noi in Italia. Ci sono case che sono talmente ben coibentate da non aver bisogno di impianti di riscaldamento. Ci sono impianti idroelettrici ed eolici di piccole taglie, impianti di micro-cogenerazione diffusa da 2 kilowatt a qualche megawatt. In alcune città tedesche, come Friburgo e Ulm, interi quartieri non utilizzano più fonti fossili. Nelle stanze di alcune case sono stati installati impianti di riscaldamento a raggi infrarossi comandati da un sensore di presenza che li mette in funzione solo se c'è qualcuno e li spegne quando non c'è nessuno. Si stanno sviluppando tecnologie meravigliose eppure oggi sul Corriere della Sera era riportata la notizia della conversione della centrale Enel di Civitavecchia a carbone. Quando leggo queste cose, mi viene da pensare che noi italiani siamo ormai modificati geneticamente se non ci rendiamo nemmeno conto che siamo proprio al crepuscolo. Un crepuscolo che avvolge tutti, dove la destra e la sinistra non si distinguono più. Mi ricordo che Clo, ministro del governo Prodi, fece un discorso entusiasta sul carbone.
A parte il fatto che il concetto stesso della miniera ci riporta all'Ottocento e all'inizio del secolo scorso, estrarre il carbone costa sempre di più perché occorre andare sempre più in profondità a trovarlo.
Anche Rubbia, che un anno sostiene il carbone e un anno il solare - a seconda di dove si indirizzano le sovvenzioni statali cambia il pensiero - è arrivato a dire che il carbone può essere un combustibile pulito perché la CO2 che emette può essere confinata nelle miniere o in fondo al mare. Ma non dice che questa operazione richiede costi spaventosi, che andrebbero ad aggiungersi a quelli di estrazione, tanto vengono coperti dallo Stato, cioè li paga la gente, ma senza accorgersene. Mentre noi andiamo a riesumare una tecnologia del passato che ha costi altissimi e un fortissimo impatto ambientale, nei paesi in cui si guarda al futuro si investe nelle tecnologie che accrescono l'efficienza energetica per ridurre la domanda di fonti energetiche invece di accrescerne l'offerta. Il Piano energetico svizzero, per esempio, si propone di ridurre di due terzi gli attuali consumi di energia, da 6.000 a 2.000 kilowattora pro capite all'anno, riportandoli ai valori degli anni sessanta senza ridurre i servizi energetici, eliminando soltanto gli sprechi e le inefficienze. La distanza tra la nostra politica energetica e quella svizzera si misura in anni luce.
Questo è proprio il buon senso e il tuo libro reinserisce il buon senso nelle nostre attività produttive primarie, perché l'energia è la civiltà. Bisogna ripensare cos'è l'energia, da dove arriva, come arriva nelle nostre case, con quali sistemi possiamo utilizzarla per le nostre necessità nei modi più efficienti e meno inquinanti possibili. In questo tuo ultimo libro questi elementi ci sono tutti e noi dobbiamo ringraziarti per l'apporto che da anni stai dando per informare la gente e per incentivare sia il mondo produttivo, sia i consumatori a un uso consapevole e responsabile di questa risorsa.