l'italia dell'acqua potabile



da e-gazette di martedi 20 dicembre 2005



 L’Italia dell'acqua potabile
 
- Un cittadino su quattro senza depuratori,
il 96% può contare sul servizio di acquedotto. Matteoli: “stiamo lavorando
per ottenere un servizio efficiente ed efficace”

Roma, 19 dicembre – Fotografia dell'Italia dell'acqua potabile. Il 96%
della popolazione può contare sul servizio di acquedotto; l'83,6% dispone
di fognature, mentre solo il 74,8% degli italiani è fornito di un servizio
di depurazione. Politiche e numeri del pianeta acqua nazionale sono
contenuti nella Relazione al Parlamento sullo stato dei servizi idrici nel
2004 presentata dal presidente del comitato per la vigilanza sull'uso delle
risorse Idriche, Ettore d'Elia, alla presenza del ministro dell'ambiente e
della tutela del territorio, Altero Matteoli.
“In questi anni - ha dichiarato Matteoli - abbiamo lavorato per trasformare
i servizi idrici italiani in un sistema efficiente ed efficace. La strada
però non è facile, ci troviamo infatti ancora di fronte ad una
frammentazione del servizio, a gestioni poco efficienti e trasparenti, a
infrastrutture obsolete, a reti colabrodo che perdono fino al 40%
dell'acqua trasportata. L'acqua è di tutti, ma tutti dobbiamo contribuire a
non sprecarla e a preservarla per le generazioni future”.
La relazione è composta da cinque capitoli che analizzano il contesto
fisico e macroeconomico del settore dei servizi idrici; lo stato di
attuazione della Legge 36/1994, la cosiddetta legge Galli; gli investimenti
e le tariffe nei piani d'ambito; gli affidamenti e la gestione del
servizio; le attività del Comitato nel 2004. “C’è ancora molto da fare,
specie per completare e aggiornare i piani d'ambito e per regolarizzare gli
affidamenti delle gestioni secondo la normativa europea” ha dichiarato il
Presidente d'Elia. Ecco una sintesi della relazione.

Servizio e tariffe - Il servizio di acquedotto copre mediamente il 96%
della popolazione, ma sotto questa media si collocano la Toscana con il
92%, il Friuli-Venezia Giulia con il 94,2%, la Sicilia con il 94,4%, il
Veneto con il 92,2%.
Per il servizio di fognatura la percentuale di copertura scende a un valore
medio dell'83,6% con ben otto Regioni (Veneto, Friuli-Venezia Giulia,
Liguria, Marche, Campania, Puglia, Sicilia, Sardegna) al di sotto di tale
media; ancora più bassa la copertura del servizio di depurazione, per il
valore medio scende infatti al 74,8% con una punta minima del 49% rilevata
in Sicilia. La dotazione idrica prevista dalle Autorità di Ambito, a
livello nazionale, è 286 litri per abitante al giorno. A sua volta il
consumo medio in alcune delle principali città italiane è di 213 litri per
abitante al giorno mentre la tariffa media rilevata per l'intero Servizio
Idrico Integrato è pari a € 0,90/1000 litri con un valore minimo a Milano
(€ 0,47) e massimo a Livorno con un prezzo di (€ 1,40). Gli italiani,
inoltre, non amano bere l'acqua di rubinetto (4 famiglie su 10 bevono acqua
minerale), con un minimo in Sardegna (solo il 19 % della popolazione beve
l'acqua del servizio pubblico) e un massimo a Bolzano (il 95%).

Stato di attuazione della legge Galli - Al 31 dicembre 2004 erano insediate
87 autorità d'ambito nei 91 Ato (Ambiti territoriali ottimali) delimitati
dalle regioni, che interessano il 97% della popolazione nazionale. Le
autorità non sono ancora insediate in quattro Ato (uno in Piemonte e tre in
Friuli - Venezia Giulia). Per quanto riguarda la redazione dei piani
d'Ambito, risulta che la ricognizione sullo stato delle infrastrutture,
presupposto indispensabile per la redazione dei Piani, è stata ultimata in
84 Ato e che solo 66 Ato hanno approvato il piano d'ambito.

Infrastrutture - Dai dati ricavati dall'analisi dei piani d'ambito, risulta
che la rete totale di acquedotto nell'intero Paese ha un'estensione di
circa 291.900 km, quella di fognatura di circa 131.000 km e sono presenti
ben 14.360 impianti di depurazione. Viene però segnalato che le reti
appaiono in situazione alquanto precaria sia per l'epoca della loro
realizzazione sia per lo stato d'uso e che, al contempo, l'efficienza
depurativa risulta molto modesta.

Affidamento del servizio idrico integrato - Gli affidamenti a oggi
realizzati interessano 47 Ato su un totale di 91 nei quali è insediato
circa il 60% della popolazione nazionale residente. Tutti gli Ato ricadenti
in 6 regioni su 19 (Toscana, Umbria, Abruzzo, Puglia, Basilicata,
Sardegna), hanno concluso, pur se solo formalmente, l'iter attuativo della
riforma dei servizi idrici.

Investimenti - Dall'indagine condotta dal comitato presso le autorità d’ambito,
sono state rilevate anche alcune grandezze economiche, particolarmente
significative, relativamente alla gestione dei servizi idrici nel 2004.
Sono così riassumibili:
• Ricavi da tariffa = € 2.432.611.640/anno;
• Costi operativi = € 2.162.860.000/anno;
• Investimenti totali = € 850.060.470/anno;
• Quota parte di investimenti realizzati con finanziamenti pubblici = €
216.859.900/anno.
Di particolare interesse appaiono, infine, i valori complessivi degli
investimenti, ricavati dalle previsioni esposte nei piani d'ambito
esaminati, valutati in circa € 38.250 miliardi, che occorrono per
ammodernare le reti e gli impianti di depurazione.