la ripresa sarà piccola e breve



da repubblica.it di lunedi 11 dicembre 2005

La ripresa ci sarà ma sarà piccola e di breve durata

GIUSEPPE TURANI

Buone notizie per l’italia. La crescita del terzo trimestre (dato definitivo) è stata dello 0,3 per cento sul trimestre precedente e, cosa molto importante, in questo trimestre sono state bruciate molte scorte. Il che fa pensare che nel quarto trimestre le cose potrebbero andare ancora meglio, per la necessità che avranno le im prese di ricostituire le scorte nei loro magazzini.

In sostanza, il quarto e ultimo trimestre de 2005 potrebbe chiudersi con una crescita compresa fra 0,3 e lo 0,5 per cento. Il che porterebbe la crescita complessi va deI 2005 fra 0,1 e lo 0,2 per cento. Insomma, quasi zero, ma non zero. E, dati i tempi, il governo potrà anche cercare di farsi bello di un risultato del genere.

Il 2006, comunque, si presenta meglio, almeno sulla carta. Le opinioni degli analisti sono divise (come sempre), ma grosso modo si va da chi vede per l’italia una crescita dell’1 per cento a chi si spinge fino a una previsione pari a!1’1,6 percento.

E’ possibile che intorno a queste previsioni si tenti di organizzare un po’ di entusiasmo (siamo già in campagna elettorale), ma è bene raffreddare subito gli animi.

E i motivi per stare cauti sono almeno tre:

- L’1 per cento di Crescita (e anche 1’1,6 per cento) è qualcosa meno di zero. Ma non può certo definirsi ripresa a tutti gli effetti. Si tratta, più che altro, di una modesta oscillazione congiunturale, quasi dovuta dopo quattro anni di sostanziale stagnazione.

2-Il secondo motivo di prudenza è dovuto al fatto che la ripresina d 2006 è dovuta sostanzialmente a una certa ripresa del mercato tedesco (dove stanno i nostri grandi clienti). E la ripresa tedesca nel 2007 finirà di colpo, a causa delle misure restrittive che il nuovo governo ha già annunciato. Insomma, nel 2006 arriva un piccolo colpo di vento e l’economia italiana si sposta un po’ in avanti. Poi, fine di tutto e sitorna indietro.

3 - L’ultimo motivo di prudenza è il più corposo. Nel mondo continua a aggirarsi l’incubo dei disavanzi americani (deficit pub blico e commerciale). Secondo molti analisti si avvicina il momento di sistemare queste due partite. E l’unica strada possibile è quella di una recessione americana. Recessione che, ovviamente, si propagherebbe al resto del mondo. E infatti Joachin Fels, strategist (fra i più pessimisti) di Morgan Stanley, sostiene che il 2006 sarà l’anno del passaggio del testimone: dalla grande crescita americana (e mondiale) all’inizio di una recessione di grandi proporzioni. Fels, questo va detto, è uno che abitualmente vede nero. Ma non è solo in questi giorni a fare una previsione così fosca. E quindi non si può escludere che possa aver ragione.