acqua : uscire dal rischio privatizzazione



da unimondo
domenica 19 dicembre 2004


Attac Acqua

In questi ultimi mesi molte amministrazioni in Italia hanno discusso sulla
possibiltà di affidare la gestione dei servizi idrici a delle società per
azioni semi controllate. Dopo alcuni incontri in diverse città italiane il
Comitato Italiano per l'Acqua come bene comune propone un nuovo manifesto
italiano per una gestione publica nuova dell'acqua, che sarà proposto come
elemento essenziale per il programma politico nazionale in un incontro da
tenersi nel prossimo febbraio. Nella bozza del Comitato (scaricabile in
formato .pdf)viene chiesto di avviare l'iter parlamentare per il varo di una
nuova legge quadro nazionale che sancisca, tra gli altri punti che l'acqua
venga considerata servizio pubblico nazionale e venga introdotto il
principio della ripubblicizzazione dei servizi idrici e delle modalità
finanziarie di perseguimento di questo obiettivo. In questa proposta rientra
l'obiettivo di avere un solo soggetto giuridico a cui conferire il "servizio
pubblico" sopprimendo la separazione tra proprietà dei beni/reti e gestione
delegata al mercato dei servizi; un gestione "integrata" e "partecipativa"
che preveda l'apporto del cittadino, delle comunità sul territorio.Tra le
altre manovre previste c'è quella di migliorare la qualità dell' acqua
potabile da rubinetto ed una politica di contenimento dei consumi delle
acque minerali.
Un livello di proposta che interpella tutti gli enti locali coinvolti in
questo processo di privatizzazione. A Napoli oggi si è tenuta la conferenza
stampa promossa da Rete di Lilliput e dal Comitato per l'Acqua in cui è
intervenuto anche padre Alex Zanotelli che nell'ultimo appello aveve posto
alcune domande agli amministratori partenopei riguardo la decisione presa
dalla Regione Campania e dall'ATO Napoli-Caserta, riguardante la libera
offerta di privatizzazione dei servizi idrici a Napoli. "Tutti mi domandano
e ci domandiamo: ma perché si privatizza anche l'acqua? Dossier Acqua per
tutti
E che cosa accadrà poi, il prezioso liquido continuerà ad uscire dal
rubinetto? Di sicuro accadrà poco a chi ha a disposizione denaro in
abbondanza per comprarsi le bollicine in bottiglia. Sarà un dramma per gli
altri - continua padre Zanotelli nell'appello -ma è il principio che rivela
il suo marcio fin dalla radice. Se tra l'indifferenza generale dovesse
passare l'idea che un bene comune può essere privatizzato, allora sì che
saremmo alla catastrofe del pianeta. Alla degenerazione morale".
A Catania è passata la decisione del Consiglio provinciale di costituire in
ambito provinciale una società mista (Servizi Idrici Etnei SpA), a
prevalente capitale pubblico, cui affidare il servizio idrico integrato. Il
coordinamento locale di Mediterracqua ha manifestato contro la scelta dello
strumento della Società per azioni che ­non garantisce i cittadini dal
pericolo che si proceda alla "mercificazione del bene comune acqua",
attraverso un aumento immotivato delle tariffe, l'assenza di partecipazione
e di controllo dal basso alla gestione della nuova società, lo sperpero e la
spartizione di risorse pubbliche, e i danni ambientali, i disservizi
continui e le turnazioni degradanti. Per questo Mediterracqua Catania
propone che gli organi statutari dell'ATO 2 siano riformati, mediante
l'inserimento di rappresentanti della "società civile" negli organi di
gestione, e che i primi atti che essi dovranno assumere siano impegni
precisi a tutela delle falde idriche, dei fiumi, delle sorgenti e della
qualità dell'acqua da bere. Riguardo alle tariffe viene richiesta un
riduzione con un servizio più puntuale e rispettoso dell'ambiente, e non
condurre a speculazioni finanziarie e all'arricchimento di nuovi burocrati.

Iniziativa Acqua
Ma in Toscana si sta concretizzando una iniziativa di legge regionale
popolare per la ripubblicizzazione dell'acqua che sarà presentata a gennaio
in un convegno. La legge d'iniziativa popolare è il frutto di un percorso
partecipato che ha visto innanzitutto i quindici social forum toscani
confrontarsi in due forum a Stia in giugno e a Piombino a settembre,
avviando assieme ad Attac e al Comitato Italiano per il Contratto Mondiale
dell'Acqua, un tavolo di lavoro costante. Oltre all'obiettivo di
ripubblicizzare il servizio idrico, la legge si prefigge l'obiettivo del
dimezzamento dei consumi di acqua e modifica il sistema tariffario sulla
base del riconoscimento dell'accesso all'acqua come diritto universale. In
merito alla gestione democratica e partecipativa del servizio idrico la
legge punta a resistituire un ruolo ai Consigli Comunali, sia introducendo
una Consulta di eletti dai lavoratori e dalle assemblee degli utenti con
precisi poteri di intervento. Dopo i primi incontri in Toscana per
costituire il Comitato Promotore della legge d'iniziativa popolare, si sta
definendo una rete di associazioni, sindacati e movimenti per allargare a
livello nazionale questa iniziativa. [AT]