il petrolio ha un padrone il sole no



da liberazione.it
mercoledi 24 novembre 2004

Il petrolio ha un padrone, il sole no

di Giorgio Nebbia

Le bizzarrie e oscillazioni del prezzo del petrolio e delle fonti di energia
sta facendo risorgere l'attenzione per l'energia solare e le fonti
rinnovabili; decine di istituzioni e imprese si candidano a spartirsi le
ingenti somme di soldi nazionali e europei previsti per le fonti
rinnovabili. Diecimila tetti solari, centomila fotocelle solari, e le
pubbliche amministrazioni, nel nome dello sviluppo "sostenibile" e delle
"agende ventuno" e del rispetto del "protocollo di Kyoto" - minore uso di
fonti energetiche fossili - eccitano nuovi appetiti in chi propone di
vendere macchine, pannelli, centrali solari e a vento, biodiesel, eccetera.
Non è la prima volta che questo avviene; esattamente trent'anni fa, dopo la
prima crisi petrolifera, ci fu un'altra ondata di passione per il solare;
anche allora furono spesi grandi quantità di soldi pubblici, furono scritte
migliaia di pagine furono fatti esperimenti che non fecero progredire per
niente la società umana verso un crescente e razionale uso dell'energia
irraggiata sulla Terra dal Sole, in una quantità che, solo sulle terre
emerse, corrisponde, ogni anno, a 2500 volte la quantità di energia che
tutti gli umani usano nello stesso periodo.
E ogni volta ci si dimentica che successi ed errori nell'uso dell'energia
solare sono stati incontrati innumerevoli volte, tanto che si potrebbe
scrivere una storia della tecnica e dell'umanità sulla base di come è stata
usata questa fonte di energia. La quale si manifesta in tante forme. Prima
di tutto come radiazione che permette a semplici molecole, come l'acqua e
l'anidride carbonica, di trasformarsi in molecole organiche nelle foglie,
nel tronco degli alberi, nei petali dei fiori. Da innumerevoli secoli il
Sole, attraverso i cicli naturali, fabbrica ogni anno, sui continenti, 100
miliardi di tonnellate di amido, cellulosa, lignina, grassi, zuccheri,
eccetera. Non appena gli umani si sono affacciati all'alba della storia
hanno risolto i propri problemi energetici bruciando vegetali e usando i
tronchi e i rami degli alberi come materiali da costruzione per palafitte e
pali e barche "solari".

Da innumerevoli secoli il Sole fa evaporare l'acqua che ricade sulle terre
emerse e, superando i dislivelli nella sua corsa verso il mare, porta
"dentro di se" dell'energia meccanica che gli umani avrebbero imparato a
usare mediante macchine, dai mulini primitivi alle odierne centrali
idroelettriche, anch'essi azionate, sia pure indirettamente, dal Sole. Il
Sole scalda diversamente le varie zone dei continenti e degli oceani e tali
differenze di temperatura sono la fonte dei venti che gli umani ben presto
hanno imparato ad usare per la propulsione "solare" delle navi a vela e, più
tardi, come fonte di energia per mulini a vento e per motori eolici. E il
vento genera il moto ondoso la cui enorme energia non viene utilizzata solo
per la nostra pigrizia tecnico-scientifica.
Nel far evaporare l'acqua dei mari vicino alle coste o in laghi poco
profondi il Sole ci fa trovare quel residuo bianco solido che ben presto i
nostri predecessori hanno imparato a riconoscere come "buono", adatto per
dare sapore agli alimenti, per conservare la carne e le pelli; anzi il sale
"solare" è stato uno dei primi prodotti chimici del grande commercio
internazionale.
A mano a mano che sono progredite le conoscenze tecniche è stato scoperto
che gli specchi parabolici sono capaci di concentrare la radiazione solare
in un punto; se in tale punto si trova un corpo questo si scalda a
temperatura così elevata da incendiarsi, tanto che i matematici hanno
chiamato "fuoco" tale punto delle parabole (da qui il racconto secondo cui
Archimede, con specchi avrebbe incendiato le vele delle navi di Marcello che
assediava Siracusa).
Per i 2500 anni passati è stata tutta una corsa a usare e sfruttare
l'energia solare con macchine e pompe termiche, o con motori a vento, o con
sistemi per distillare l'acqua di mare e ricavarne acqua potabile, inventati
e reinventati in Egitto, Cina, Grecia, e trasferiti da un paese all'altro, e
poi nel mondo islamico e nell'Europa medievale e moderna.
Negli stessi secoli sono state perfezionate le tecniche delle saline solari
e quelle delle macchine azionate dal flusso superficiale delle acque tenuto
in moto dal Sole; si è fatto più intenso lo sfruttamento della biomassa
legnosa "solare" come materiale da costruzione per navi e edifici e come
reagente chimico in metallurgia.
E ancora in epoca più vicina a noi, nell'Ottocento, è stato osservato che
con la radiazione solare si poteva ottenere elettricità se si scaldavano,
col Sole, le saldature di opportuni metalli (per effetto termoelettrico) o
se alla radiazione solare erano esposte superfici sensibili, per esempio di
selenio (per effetto fotovoltaico). E anche all'alba dell'era
dell'automobile e del petrolio come carburante per motori a scoppio è stato
usato alcol etilico ottenuto dai vegetali, anche qui un carburante "solare".
Tutto questo è stato cancellato dall'avvento del petrolio che fornisce fonti
di calore, carburanti per autoveicoli, materie sintetiche sostitutive di
quelle vegetali, elettricità e illuminazione artificiale, che ha insomma
"liberato" l'umanità dalla servitù di dover dipendere dal Sole, con la
speranza che anche alcuni alimenti potessero essere ottenuti dal petrolio.
Le ragioni di questa svolta stanno nel fatto che il petrolio, come qualsiasi
fonte di energia fossile, ha un proprietario, il padrone del terreno
sovrastante i giacimenti o le miniere o i pozzi. E ogni soggetto economico
che possiede un terreno che nasconde combustibili fossili ha "il dovere" di
trarre un profitto vendendone la massima quantità possibile, e in fretta
perché ciascuna fonte fossile prima o poi finisce, scoraggiando qualsiasi
concorrente..
Soprattutto se il concorrente - l'energia del Sole in tutte le sue forme
dirette e indirette, fonte di calore ad alta e bassa temperatura, di freddo,
di elettricità, di acqua dolce, di sale, di biomassa vegetale trasformabile
in carburanti e prodotti chimici, di vento e moto ondoso, una energia meno
inquinante, che non emette gas responsabili di modificazioni climatiche - è
disponibile dovunque, è inesauribile e ritorna, "rinnovabile", nello stesso
luogo, nella stessa quantità, anno dopo anno - e, soprattutto, se il
concorrente non ha padrone.
L'energia solare è, invece, la fonte energetica comunista, disponibile anche
per i paesi e popoli oggi poveri, catturabile sia con macchine complicate
sia con dispositivi semplici, realizzabili con tecniche modeste, con
materiali da costruzione disponibili nei vari paesi. Finora le ricerche
"solari" nei paesi industriali, anche nella loro breve resurrezione dopo la
crisi petrolifera del 1973, anche nella loro svogliata resurrezione odierna,
sono state orientate a sostituire le fonti fossili nelle macchine che sono
state costruite su misura per le fonti energetiche fossili, ed è per questo
che tali ricerche sono state in gran parte un insuccesso. Per mettere
l'energia solare, libera, senza padrone, al servizio degli esseri umani,
soprattutto di quelli che cercano di avviarsi ad uno sviluppo diverso dal
nostro, c'è bisogno di tecniche del tutto diverse, a dimensione "solare",
reperibili con un riesame critico delle conoscenze disponibili, nel passato
recente e lontano, e intenzionalmente dimenticate; c'è bisogno di storia.
Giorgio Nebbia