sviluppo sostenibile e tecnologia



Sviluppo sostenibile e ambiente
Approfondimenti sulla sostenibilità locale e sugli effetti ambientali

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TECNOLOGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE

Globalizzazione dei mercati e tecnologie dell'informazione sono state le due
grandi forze che hanno interagito, alimentandosi a vicenda, in questi due
decenni. Lo sviluppo della società dell'informazione svolge un ruolo
trainante nei processi di globalizzazione, grazie alla costituzione di reti
digitali globali che collegano fra loro una moltitudine di soggetti e
sospingono la creazione di una nuova economia globale basata sulle reti e su
fattori immateriali. Cambiano i fattori che rendono competitive e dominanti
le economie. Il contenuto tecnologico, la qualità e il marchio del prodotto,
la proprietà intellettuale, la tempestività del servizio stanno prendendo il
sopravvento sui tradizionali fattori di costo.

L 'economia della conoscenza:il cuore dello sviluppo

Con l 'età della globalizzazione l 'economia delle materie prime è stata
soppiantata dall'economia della conoscenza. La ricchezza non è più creata
solo dalle risorse naturali o dalla produzione, ma da come i prodotti e i
servizi sono progettati e immessi sul mercato. I settori industriali e dei
servizi basati sulla conoscenza -la cosiddetta knowledge based economy -
caratterizzati da un alto input di ricerca e sviluppo e che impiegano
manodopera con un livello di qualificazione superiore alla media e in
particolare quelli imperniati sulla titolarità di diritti d'autore o sul
possesso di know-how, hanno superato i settori più tradizionali in termini
di crescita di valore e di occupazione, capitalizzazione e capacità di
esportazione. Nel periodo 1985 - 1998 il tasso medio annuo di crescita delle
esportazioni di prodotti industriali ad alto contenuto tecnologico è stato
dell' 11,3% nei paesi sviluppati e del 21,4% nei paesi in via di sviluppo.
Nello stesso periodo il tasso di crescita per i prodotti industriali a media
e bassa tecnologia era rispettivamente del 8,5% e del 13% e quello delle
materie prime del 4,4 % e del 1,3%. In Europa,nel periodo 1995 - 1999,l
'occupazione in questi settori è cresciuto ad un tasso triplo rispetto alla
media dell'industria e nei servizi l 'area orientata alla comunicazione e
all'informazione ha avuto un tasso annuo di crescita più che doppio rispetto
alla media. Nel 1999,circa 38 milioni di lavoratori - il 25% della forza
lavoro dell'Unione Europea, oltre un terzo nei paesi nordici, in Germania e
in Olanda - era impiegata in occupazioni ad alta qualificazione scientifica
e tecnologica. L 'hardware e il software per le tecnologie dell'informazione
e della comunicazione sono diventati l 'area più dinamica per gli
investimenti,con una quota che varia, a seconda de paesi, tra il 15 e il 35%
del totale degli investimenti. Gli investimenti in "conoscenza " - misurati
come la somma della spesa pubblica e privata per l 'altra istruzione,la
ricerca e sviluppo e il software - sono diventati pari al 4,7% del Prodotto
Lordo come media dei paesi sviluppati (area OCSE).Nel corso degli anni '90
questi investimenti sono cresciuti ad un tasso del 3,4% annuo, mentre gli
investimenti in capitale fisso (macchinari,edifici etc) è cresciuta ad un
tasso del 2,2%.

Ricerca e brevetti,un patrimonio cruciale

In questo contesto,la ricerca e lo sviluppo tecnologico e la qualità del
capitale umano (la qualità della loro formazione) diventano fattori
cruciali. Primo,perché si accorcia il ciclo della ricerca e sviluppo. Il
modello classico della ricerca ("ricerca di base precompetitiva -ricerca
industriale -attività di sviluppo") corrisponde sempre meno alla realtà. Nei
nuovi campi -dall'informatica alle biotecnologie -le attività di ricerca di
base possono portare direttamente alla creazione di prodotti e il tempo di
ritorno degli investimenti nella ricerca è molto più rapido - come
testimoniano gli utili delle società hi-tech nella farmaceutica o nel
software. Una buona correlazione è evidente tra il tasso di crescita
economica e il tasso di crescita della spesa per la ricerca e sviluppo. In
Europa,nel periodo 1995 - 1999, i paesi con tassi di crescita della spesa
inferiori alla media hanno avuto anche tassi di sviluppo inferiori alla
media,mentre tutti i paesi con tassi di crescita della spesa superiori alla
media hanno avuto anche una prestazione economica superiore. In secondo
luogo perché l 'impiego efficace delle nuove tecnologie richiede che l
'insieme della forza lavoro,non solo ristrette elìte, sia dotata di una
elevata qualificazione. Da qui la rilevanza economica degli investimenti nel
capitale umano,nella formazione scolare e professionale e
nell'aggiornamento. La spesa, pubblica e privata, per le attività di ricerca
e sviluppo è cresciuta nell'area OCSE nel corso degli anni '90 al ritmo di
circa il 4% annuo. Dopo un generalizzato declino della spesa (in % sul Pil)
nel corso dei primi anni '90, a partire dal 1994, negli Stati Uniti e in
Giappone la spesa - in primo luogo per gli investimenti del settore privato,
che coprono circa il 75% della spesa - è tornata a crescere più del Pil,
mentre in Europa l 'incidenza sul reddito è rimasta declinante. Alla fine
degli anni '90, rispetto al Pil, la spesa in R&S è pari al 3%in Giappone,al
2,6% negli Stati Uniti e al 1,9% in Europa. Gli occupati nella ricerca e
sviluppo,in Europa,erano pari nel 1999 a 1,6 milioni di persone,l '1,3% del
totale della forza lavoro con una crescita del 2,5% sul 1997 e del 21% sul
lungo periodo, rispetto al 1985. La spesa per la ricerca e sviluppo è
cresciuta soprattutto nel settore privato e soprattutto negli Stati Uniti.
Nella gran parte dei paesi sviluppati,invece,è declinata la quota di spesa
pubblica (sia in rapporto al Pil che al totale della spesa) e se ne è
modificata composizione e destinazione. Il tratto essenziale è costituito
dalla contrazione,molto accentuata negli Stati Uniti, della ricerca pubblica
legata alle attività militari. Ciò nonostante,ancora nel 1999 alla difesa
era destinata il 53% della spesa pubblica in ricerca e sviluppo degli Stati
Uniti (ma era il 70% nel 1987) e il 15% nei paesi europei (ma il 35% in Gran
Bretagna).Nello stesso periodo è invece aumentata la spesa pubblica nel
settore della ricerca medica e farmaceutica (+10% in Giappone,+8% negli
Stati Uniti, +5% in Europa),trainata in particolare dagli investimenti nella
ricerca biotecnologica. Lo sviluppo della ricerca si è tradotto in una
crescita accelerata del numero di brevetti e della proprietà intellettuale.
Tra il 1990 e il 1997 le domande di brevetto sono cresciute di oltre il 5%
annuo, con una forte concentrazione nei settori delle biotecnologie (+10%) e
del ICT (+8%).I brevetti sono estremamente concentrati nei paesi
sviluppati:il 35% è registrato dagli Stati Uniti, il 32% da paesi dell
'Unione Europea e il 27% dal Giappone. La proprietà dei brevetti è ancor più
concentrata, perché i paesi dell'area Ocse (e in primo luogo gli Stati
Uniti) possiedono anche circa il 15% dei brevetti registrati da paesi in via
di sviluppo. Gli Stati Uniti sono di gran lunga il principale esportatore
netto nel trasferimento di proprietà intellettuale:i diritti e i proventi
che le imprese americane hanno percepito da imprese straniere sono
ammontati,in media, al triplo dei diritti che esse hanno pagato ad imprese
straniere per accedere alle loro tecnologie. Gli incassi degli Stati Uniti
sono stati pari nel 1999 a 36 miliardi di dollari,cinque volte quelle
realizzati dalla Gran Bretagna,10 volte quelli della Germania. Lo squilibrio
fra Stati Uniti ed Europa, tanto in termini di numero di brevetti che
"royalties" percepite, risulta particolarmente accentuato in settori ad alta
intensità di ricerca,quali tecnologie dell'informazione, prodotti
farmaceutici e le biotecnologie.

Espansione e accesso alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione

Le tecnologie dell'informazione e della comunicazione sono state finora il
cuore della nuova economia della conoscenza. I crolli di borsa dei titoli
della net economy,che avevano capitalizzazioni prive di qualsiasi
riferimento ai valori della produzione,non alterano le tendenze di lungo
periodo. Le tecnologie dell'informazione e comunicazione,ancor più che come
specifico settore industriale e di servizi, sono decisive per il loro ruolo
nella ristrutturazione del sistema economico. Come mostra la rapida crescita
della produttività del lavoro avvenuta nella seconda metà degli anni '90
negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei a più alta densità di ICT,
raggiunta una certa soglia critica,lo sviluppo delle tecnologie della
comunicazioni e dell'informazione ha permeato l 'insieme del sistema
economico consentendo un cambiamento delle tecnologie di produzione, di
organizzazione delle imprese e dei mercati, di gestione del consumo. E '
cambiato il modo di operare delle economie e della vita individuale e
sociale. La connessione informatica trasforma radicalmente il concetto di
distanza e di mercato locale e tendenzialmente determina una concorrenza
mondiale istantanea, consentendo di superare molti vincoli fisici e
informativi per il commercio, le transazioni finanziarie, la ricerca. L
'accesso alle tecnologie dell''informazione e comunicazione è cresciuto
rapidamente in questi anni. Il ritmo di diffusione delle nuove tecnologie -
in primo luogo Internet e la telefonia cellulare - è senza precedenti. Dai
20 milioni di utilizzatori di Internet e dalle poche migliaia di siti web
del 1995 si è giunti a oltre 400 milioni di utilizzatori e 20 milioni di
siti web a fine 2000. Negli ultimi due anni gli utilizzatori Internet sono
raddoppiati negli Stati Uniti e quadruplicati negli altri paesi sviluppati.
Nell'area dei paesi Ocse gli abbonati a Internet sono tra il 10% e il 35%
della popolazione e nei paesi scandinavi gli utilizzatori abituali sono
superiori al 50% della popolazione adulta. Anche la disponibilità di
personal computer è cresciuta in maniera significativa. Nei paesi sviluppati
tra il 20 e il 70% della popolazione dispone di p.c.e in quasi tutti i paesi
almeno la metà delle famiglie ne possiede uno. Nonostante la pervasività
dell'informatica e il fatto che siano ormai trascorsi 15 anni dall'ingresso
sul mercato (la commercializzazione dei Macintosh risale al 1984), restano
ancora consistenti differenze nell 'informatizzazione tra i paesi scandinavi
e gli stati Uniti (con una densità superiore a 60 p.c. per abitante) e i
paesi del Sud Europa,con densità inferiori ai 30 p.c. per abitante.

Digitale: opportunità ed esclusioni

L 'ingresso nell'economia della conoscenza e l 'accesso alle tecnologie
dell'informazione non è però stato uniforme. Vi è uno scarto immenso - il
digital divide --tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo. Ma vi è
anche un ampio fossato che divide, all'interno dei paesi sviluppati,il
gruppo di quelli ad alta tecnologia (in primo luogo Stati Uniti e paesi
nordici dell'Europa) dagli altri paesi sviluppati (in primo luogo i paesi
dell'area mediterranea). Nel 2000, in Africa ci sono 5 utilizzatori di
Internet ogni 1000 abitanti (per più della metà concentrati in sud Africa) e
1 computer ogni 100 abitanti. In nessun paese dell'America Latina si
raggiunge una densità di 10 computer ogni 100 abitanti. In Asia, dove alcuni
dei paesi di nuova industrializzazione hanno conosciuto un forte sviluppo
nell'accesso alle tecnologie dell'informazione (in Corea, Taiwan, Malesia
utilizzo di Internet e possesso di personal computer supera il 10% della
popolazione,in Corea con livelli superiori a quello di vari paesi europei),
solo lo 0,5% della popolazione indiana, l '1% di quella indonesiana e il 2%
di quella cinese ha personal computer. Per la gran parte dei paesi in via di
sviluppo,l 'accesso all'epoca digitale richiede ingenti investimenti in
infrastrutture e in educazione. Gli investimenti nelle infrastrutture
possono però significare un sacrificio della soddisfazione di bisogni
fondamentali,acuendo le ineguaglianze tra classi sociali e tra popolazione
urbane e popolazione rurale. La Malesia ha investito 3,6 miliardi di dollari
per il suo Multimedia Super Corridor,ma la gran parte delle strutture
scolastiche è priva di computer e il 10%della popolazione è ancora privo di
energia elettrica. Ma per questi paesi le tecnologie informatiche e delle
telecomunicazioni possono consentire un salto di sviluppo,una rottura di
continuità. Gli esempi sono già visibili. L 'espansione dell'economia
globale e delle tecnologie ICT hanno creato nuove opportunità per attività
di nicchia. In India l 'industria ICT ha conosciuto un forte ritmo di
crescita,contava oltre 180.000 addetti nella sola industria del software nel
1998, con 1250 imprese esportatrici e ne viene stimata una crescita tale che
nel prossimo decennio potrebbe rappresentare il 7,5% del Pil e l '8% degli
occupati dell' India. Le tecnologie ICT hanno già consentito di sviluppare
servizi in outsourcing, come la gestione amministrativa delle carte di
credito, delle assicurazioni, della gestione delle risorse finanziarie e
umane. Sulle 500 imprese con maggior fatturato,ben 185 hanno una gestione in
outsourcing del sistema di software presso imprese indiane. L 'esperienza di
Grameenphone, promossa in Bangladesh dalla Grameen Bank, è illuminante delle
potenzialità delle tecnologie dell 'informazione.Grameen Phone è un servizio
di fornitura di telefoni cellulari (con batterie a ricarica solare per i
molti villaggi non elettrificati) alle donne che si incaricano di rivendere
il servizio telefonico nei propri villaggi. Una volta completata la rete,
nel 2002, il sistema darà lavoro a 40.000 operatori con un reddito netto di
24 milioni di dollari. La disponibilità di questo servizio (che genera più
utili dei servizi in ambito urbano) stimola nuove attività economiche e
consente forti risparmi agli utenti:nell'area del progetto pilota,una
telefonata che sostituisce un viaggio diretto nella città principale
consente un risparmio variabile tra il 2 - 10% del reddito medio mensile.
Pur in un contesto di deprivazione culturale, alcuni paesi in via di
sviluppo possiedono centri di eccellenza e risorse intellettuali e
tecnologiche. Bangalore, in India,è uno degli "hub " tecnologici più
importanti del mondo. Ma anche in altre aree, in Brasile, in Sud Africa, in
Tunisia, in Malesia, oltre che in Corea e a Taiwan, vi sono aree di ricerca
e sviluppo delle tecnologie informatiche e di telecomunicazione di
eccellenza. Da queste aree oggi si esportano non solo tecnologie,ma -
soprattutto - capitale umano, ricercatori, tecnici, che soddisfano i
fabbisogni dell'industria e dei servizi degli Stati Uniti e dei paesi
europei, determinando una diaspora che impoverisce le risorse di questi
paesi e ne mina le possibilità di sviluppo.

 documento di Lega Ambiente Italia