finanziaria e ambiente



da unimondo.it
finanziaria e ambiente

settembre 2004

Durante la sessione pomeridiana di sabato del Forum "L'impresa di
un'economia diversa" promosso da Sbilanciamoci! è intervenuto Stefano Lenzi,
responsabile dei rapporti con le istituzioni per il Wwf Italia. Il quadro
tracciato è allarmante. "I capitoli del Bilancio dello Stato relativi alla
difesa del suolo sono ridotti al minimo. Anche se la Protezione Civile, dopo
la tragedia di Sarno, aveva valutato che il 45,3% dei Comuni italiani è da
considerare a rischio idrogeologico molto elevato o elevato, a partire dalla
Finanziaria 2002 sono stati tagliati i 2/3 (da 300 a 100 miliardi di lire) i
finanziamenti per gli anni successivi dedicati alla messa in sicurezza delle
aree a rischio di esondazione. Persino il cosiddetto decreto Sarno (DL
180/98) è stato ridotto al minimo dopo l'ultimo decreto tagliaspesa del
luglio scorso, la manovra correttiva da 7,5 miliardi di euro. Con la
Finanziaria 2004 si sono erosi ben 20 milioni di euro in tutto il comparto,
con il tagliaspesa.
Nella Finanziaria 2002 i fondi per parchi e aree protette (ex Legge
549/1995) sono ridotti del 10%, passando da 121 a poco più di 100 miliardi
di lire. Nella Finanziaria 2003 si ha un ulteriore taglio del 2,5%, pari a
1.3 milioni di euro. Con la finanziaria 2004 si tagliano altri 4 milioni di
euro, e si torna ai livelli del 2001 nonostante siano state istituite altre
8 aree protette. Con le finanziarie 2002 e 2003 si sono cominciati a
intaccare con tagli annuali di circa il 25% i fondi (ex L 426/1998)
destinati dallo Stato alle bonifiche dei siti industriali, da Porto Marghera
a Napoli Orientale, da Manfredonia a Gela. Con la Finanziaria 2002, rispetto
a quanto previsto nel 2001 per quell'anno, viene ridotto il già esiguo
finanziamento di un quarto, passando da 200 miliardi a 150 miliardi di lire.
Nel 2003 taglio confermato, con il passaggio dai 141 milioni di euro
preventivati per quell'anno ai 108 milioni di euro. Nel 2004 si stanziano
235 milioni di euro, ma l'impegno pubblico resta comunque molto limitato.
"E' necessario ridurre i consumi e la dipendenza dal petrolio. Ciò significa
sia migliorare la qualità dell'ambiente, ma anche definire un modello di
sviluppo utile a nuove politiche di pace, che punti al risparmio energetico,
alle fonti rinnovabili, alla geotermia diffusa" - ha affermato Francesco
Ferrante, direttore generale di Legambiente. L'obiettivo possibile
dichiarato dalla campagna Sbilanciamoci! è di ridurre rapidamente del 50% la
dipendenza del nostro paese dal petrolio. Purtroppo siamo in grande ritardo.
"Basti pensare - continua Ferrante - che sottoscrivendo il protocollo di
Kyoto ci siamo impegnati a ridurre del 65% le emissioni di CO2 entro il 2012
mentre per adesso il risultato è un incremento del 7%. Anche nel settore
delle energie rinnovabili il gap con altri paesi e rilevante. In Germania si
ottengono 14.000 Megawatt dallo sfruttamento del vento e si occupano 120.000
addetti, mentre in Italia siamo fermi a meno di 1.000 Megawatt.