alta velocità rinvii a giudizio per i responsabili



dal manifesto.it

Alta velocità a processo
Firenze, rinviati a giudizio responsabili dell'opera

RICCARDO CHIARI
FIRENZE

«Anche il giudice delle indagini preliminari ha ritenuto che questa storia
meritasse un pubblico dibattimento». Piera Ballabio di Legambiente Mugello è
soddisfatta, ci sarà un processo sui guasti ambientali provocati dalla
realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità nel tratto fra
Bologna e Firenze. Sono ancora danni presunti, però se ne parlerà in un'aula
di giustizia. A Pontassieve, dove dal 24 novembre prossimo ci saranno 59
persone imputate a vario titolo dell'inquinamento di 24 corsi d'acqua; del
prosciugamento di 17 fra fiumi, torrenti e fossi, 51 sorgenti, 28 pozzi e
due acquedotti privati. E ancora della violazione della legge sullo
smaltimento dei rifiuti provenienti dai cantieri. Materiali che la procura
di Firenze, sulla base di ripetute analisi e campionamenti, ritiene
inquinati e pericolosi, e che sono stati stoccati in cave e discariche come
semplici inerti. Tra l'altro in modo da non pagare l'ecotassa che la Regione
Toscana, parte civile al processo, quantifica in almeno 50 milioni di euro,
necessari per la bonifica. Dopo una lunga udienza preliminare che ha tirato
le somme di cinque anni di inchiesta riassunta in oltre cento faldoni
giudiziari e tre dvd, il giudice Pietro Ferrante ha sostanzialmente accolto
le ipotesi di accusa dei sostituti procuratori Giulio Monferini e Gianni
Tei. Rispetto alle 68 richieste di rinvio a giudizio fatte dai due pm, il
gup Ferrante ha escluso dal processo solo nove indagati minori. A giudizio
finiscono invece fra gli altri 16 dirigenti di Cavet, il consorzio di
imprese che ha avuto in appalto l'opera pubblica che collegherà Bologna a
Firenze lungo un percorso ferroviario di 79 chilometri, di cui 73 in
galleria. Al riguardo, le consulenze tecniche della procura raccontano che
gli scavi per le gallerie sono stati deliberatamente indirizzati verso le
vene acquifere del Mugello, così da non trovare ostacoli particolari. Tranne
l'acqua: secondo l'accusa i lavori dell'alta velocità sono stati
responsabili del drenaggio e della dispersione di non meno di 45 milioni di
metri cubi di acqua.

Fra le parti civili insieme a Legambiente, Italia Nostra e Idra c'è il Wwf,
che ricorda come il governo Berlusconi abbia derubricato con la «legge
Lunardi» le terre da scavo contaminate, non considerandole più come rifiuto.
Salvo poi veder aperta dalla Commissione europea una procedura di infrazione
contro l'Italia proprio in merito a questa normativa, approvata poche
settimane dopo il blocco dei cantieri e dei siti di stoccaggio da parte
della magistratura, nel giugno del 2001.