legambiente rapporto salute e gusto le truffe alimentari



legambiente & MDC

Mercoledì 14 Luglio 2004


|Presentato il Rapporto di Salute&Gusto

La truffa è servita

Dal pane all'amianto al riso con parassiti. Il Movimento difesa del
cittadino e Legambiente denunciano frodi e illegalità nelle filiere
agroalimentari. Roba da stomaci forti /

Torroncini morbidi invasi da vermi e ragnatele, funghi porcini ammuffiti con
presenza di larve morte, foglie, erba e aghi di pino. Torte con scarafaggi,
pop-corn sudici invasi da parassiti e con un topo di piccole dimensioni
mummificato nella busta. Merendine rancide nel distributore self-service
dell'ospedale. Dal Veneto alla Sicilia, errori e orrori
degni di un film splatter sembrano avvenire quotidianamente al chiuso delle
cucine, negli allevamenti e nei magazzini nei quali difficilmente mettiamo
il naso. E se le sentenze passate in giudicato sono relativamente poche (704
le ultime pubblicate dal ministero della Salute) - grazie anche a un sistema
normativo che ha depenalizzato le frodi alimentari - i casi di mancata
igiene, incuria e inquinamenti vari, vengono giorno dopo giorno scoperti
dalle forze dell'ordine impegnate a sequestrare merci dubbie e a sanzionare
i responsabili.

Sequestri per cento milioni

Oltre 100 milioni di euro, 102.024.841 per la precisione, è il valore dei
sequestri effettuati dai Carabinieri per la Sanità durante le ispezioni nel
settore alimentare. Le infrazioni accertate sono 15.002, 8.299 le persone
segnalate alle autorità e 47 quelle arrestate. E ancora, 804 le chiusure
ordinate durante le indagini svolte nei supermercati, nelle mense, negli
allevamenti zootecnici, nelle macellerie e nei mercati ortofrutticoli.
Insomma, le truffe sono sempre dietro l'angolo e mettono a rischio la nostra
salute. È quanto emerge da "Truffe a tavola 2004", il primo rapporto
italiano sulle frodi e l'illegalità nelle filiere agroalimentari, realizzato
da Salute&Gusto: lo sportello informativo sulla sicurezza alimentare del
Movimento del Cittadino (Mdc) in collaborazione con Legambiente e con il
contributo del ministero delle Attività Produttive.

Un allarme quotidiano

Il dossier, presentato oggi a Roma, è stato elaborato sulla base degli
ultimi rapporti disponibili stilati dai Carabinieri per la Sanità (Attività
Operativa 2002), dall'Ispettorato repressione frodi del ministero delle
Politiche agricole (rapporto 2003) e sull'elenco delle sentenze passate in
giudicato pubblicate dal ministero della Salute (febbraio 2004). Tre diverse
fonti che consentono di delineare un quadro abbastanza esaustivo delle
situazioni di illegalità che mettono a rischio la sicurezza alimentare. «Con
questo Rapporto vogliamo lanciare l'allarme sui rischi che quotidianamente
corriamo per le frodi, le manipolazioni o la colpevole trascuratezza nella
confezione, vendita e somministrazione degli alimenti - spiega Antonio
Longo, presidente di Mdc - È un serio problema per la nostra salute, in
particolare delle persone più fragili come i bambini, ma è anche una
preoccupante ipoteca sul nostro mangiar bene, sul cibo italiano, che per il
nostro paese costituisce non solo una tradizione culturale ma anche una
fonte notevole di lavoro e di ricchezza».

Dall'allevamento.

Nel dossier ci sono casi che sfiorano il surreale e, se non si trattasse di
salute, potremmo quasi sorridere per la fantasia e la varietà delle frodi
perpetrate. Il settore più problematico è quello dell'allevamento, con casi
di macellerie prive di autorizzazioni e con strutture inadeguate e sporche;
uova destinate al consumo animale vendute agli umani; miele con etichette
ingannevoli; medicinali importati dalla Cina somministrati illegalmente agli
animali e carni brasiliane vendute come nazionali; norme anti-Bse
sistematicamente trascurate; prodotti scaduti rietichettati e messi in
commercio, e poi certificati contraffatti, capi privi di marchi auricolari
di riconoscimento o non vaccinati. «Non c'è bisogno di ricordare le
emergenze più gravi, da mucca pazza all'influenza aviaria, per comprendere l
'importanza di concetti che secondo il buon senso dovrebbero essere propri
di ogni prodotto che finisce sulle nostre tavole - dichiara il direttore
generale di Legambiente, Francesco Ferrante - La tracciabilità dell'intera
filiera produttiva è l'unica garanzia possibile per il consumatore».

Esaminando il dossier troviamo anche il caso di pane cotto in un forno con
presenza di mica e fibre d'amianto, riso scadente e pieno di parassiti
venduto come prodotto di alta qualità, pasta industriale camuffata in "fatta
in casa". Non mancano nemmeno casi di presenza di ogm oltre il limite di
legge nei biscotti e nel gelato e prodotti da agricoltura convenzionale
venduti come biologici. Cambiamo menù e passiamo al pesce? Bene, ecco i
molluschi provenienti da allevamenti abusivi in acque altamente inquinate,
vongole veraci con cariche macrobiche superiori ai limiti ammessi, tonno
congelato venduto come fresco. Meglio farsi un panino? Attenti allo speck al
gusto di additivo chimico in concentrazione eccessiva oppure i prosciutti
preparati in luoghi abusivi senza licenze e controlli. Nemmeno i cibi
venduti confezionati si salvano se sono stati impacchettati in un ambiente
sporco, contaminato da coliformi totali ed escherichia coli. Ma non
buttiamoci sull'alcol, potremo incappare in un vino con concentrazioni di
anidride solforosa oltre i limiti di legge, etichettato con informazioni
mendaci, falsamente Doc, o vinificato con uve da tavola.

TRUFFE A TAVOLA 2004
I° Rapporto sulle frodi nelle filiere agroalimentari in Italia

Truffe a tavola 2004, I° Rapporto sulle frodi nelle filiere agroalimentari,
è stato realizzato da Salute&Gusto, il progetto sulla sicurezza e qualità
alimentare del Movimento Difesa del Cittadino (MDC),  in collaborazione con
Legambiente e con il contributo del Ministero delle Attività Produttive.

Il rapporto è stato elaborato sulla base degli ultimi dati disponibili
ricavati da:

- Relazione annuale sull'attività operativa  del Comando Carabinieri per la
Sanità (2002);
- Attività dell'Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche
Agricole e Forestali (2003);
- Sentenze su Frodi e Sofisticazioni Alimentari passate in giudicato e
pubblicate dal Ministero della Salute (2004).

Dossier a cura di   Milena Dominici
                              Laura Ferraioli
                               Francesca Salvi

Ha collaborato: Emanuela Gallo

Torroncini morbidi invasi da vermi e ragnatele, funghi porcini ammuffiti,
con presenza di larve morte, foglie, erba ed aghi di pino; torte con
scarafaggi, pop-corn sudici, invasi da parassiti e con un topo di piccole
dimensioni mummificato nella busta; merendine rancide nel distributore
self-service dell'ospedale.
Truffe a tavola 2004, il primo rapporto sulle frodi e l'illegalità nelle
filiere agroalimentari di Salute&Gusto, è stato elaborato sulla base degli
ultimi rapporti disponibili stilati dai Carabinieri per la Sanità (Attività
Operativa 2002) e dall'Ispettorato repressione frodi del Ministero delle
Politiche Agricole e Forestali (rapporto 2003), e sull'elenco delle sentenze
passate in giudicato pubblicate dal Ministero della Salute (febbraio 2004).
Tre diverse fonti che ci consentono di delineare un quadro abbastanza
esaustivo delle situazioni di illegalità che mettono a rischio la sicurezza
alimentare.
Dal Veneto alla Sicilia errori ed orrori degni di un film splatter sembrano
avvenire quotidianamente al chiuso delle cucine, negli allevamenti e nei
magazzini nei quali difficilmente mettiamo il naso. E se le sentenze passate
in giudicato sono relativamente poche (704 le ultime pubblicate dal
Ministero della Salute) - grazie anche ad un sistema normativo che ha
depenalizzato le frodi alimentari - i casi di mancata igiene, incuria e
inquinamenti vari, vengono quotidianamente scoperti dalle forze dell'ordine
impegnate a sequestrare merci dubbie e a sanzionare i responsabili. Parliamo
ovviamente della parte "negativa" del settore alimentare, quella gestita da
imprenditori truffaldini quando non dalla vera e propria criminalità
organizzata, e che niente ha a che vedere con tutto il resto del mondo
alimentare, fatto di qualità, tradizione e attenzione al consumatore.
Nel dossier  invece ci sono casi che sfiorano il surreale, altri
semplicemente disgustosi, e se non si trattasse di salute potremmo quasi
complimentarci per la fantasia e la varietà delle frodi perpetrate.
Il settore più problematico si conferma quello dell'allevamento, con casi di
macellerie prive di autorizzazioni e con strutture inadeguate e sporche;
uova destinate al consumo animale vendute agli umani; miele con etichette
ingannevoli; medicinali importati dalla Cina somministrati illegalmente agli
animali e carni brasiliane vendute come nazionali; norme anti-Bse
sistematicamente trascurate; prodotti scaduti rietichettati e messi in
commercio, e poi certificati contraffatti, capi privi di marchi auricolari
di riconoscimento o non vaccinati. Ma pure tanti casi di maltrattamento di
animali e ritrovamenti di carcasse non smaltite correttamente. Veterinari
compiacenti, impiegati collusi e imprenditori senza scrupoli fanno quindi
della carne uno degli alimenti più pericolosi.
C'è però pure il pane cotto in un forno con presenza di mica e fibre d'
amianto, il riso scadente e pieno di parassiti venduto come prodotto di alta
qualità; la pasta industriale camuffata in "fatta in casa", i dolci
immagazzinati in scantinati sporchi e privi di autorizzazione.
Non è un quadro confortante quello che emerge dall'analisi degli ultimi
rapporti disponibili sulle frodi e le sofisticazioni alimentari che
Salute&Gusto, lo sportello informativo sulla sicurezza alimentare del
Movimento del Cittadino realizzato con la collaborazione di Legambiente, ha
elaborato per capire in quali settori e filiere si nascondono i rischi per
la salute dei consumatori.
Non mancano nemmeno i casi di presenza di organismi geneticamente modificati
(ogm) oltre il limite di legge nei biscotti e nel gelato e i prodotti da
agricoltura convenzionale venduti come biologici.
Cambiamo menù e passiamo al pesce? Bene, ecco i molluschi provenienti da
allevamenti abusivi in acque altamente inquinate, vongole veraci con cariche
macrobiche superiori ai limiti ammessi, tonno congelato venduto come fresco.
Meglio farsi un panino? Attenti allo speck al gusto di additivo chimico in
concentrazione eccessiva, i prosciutti preparati in luoghi abusivi senza
licenze e controlli, lo speck finto tirolese arrosto prodotto con suini
olandesi. Nemmeno i cibi venduti confezionati si salvano se sono stati
impacchettati in un ambiente sporco, contaminato da coliformi totali ed
escherichia coli.
Ma non buttiamoci sull'alcol, potremo incappare in un vino con
concentrazioni di anidride solforosa oltre i limiti di legge, etichettato
con informazioni mendaci, falsamente DOC, o vinificato con uve da tavola. Se
siamo proprio sfortunati possiamo bere anche "trielina" e pagare  una
miscela di vini vari quanto un prodotto di pregio.

1. L'ATTIVITÀ DEL COMANDO CARABINIERI PER LA SANITÀ (RELAZIONE 2002)

? Sono bastate 2 settimane in gennaio per ispezionare 563 esercizi di
ristorazione ambulante e accertare 225 infrazioni tra penali (14) e
amministrative (211); sequestrare 56 campioni e segnalare all'autorità
giudiziaria o amministrativa 156 persone.
? Ancor più impressionanti i dati relativi al capitolo carni e allevamenti.
In soli 9 giorni i Carabinieri per la Sanità hanno ispezionato 3.905
accertando ben 1.923 infrazioni, di cui 167 penali. Il valore dei sequestri
è stato di 44 milioni e 837 mila ? per 1.593 campioni prelevati e 1.092
persone segnalate all'autorità giudiziaria o amministrativa.
? Dal 1 al 10 giugno è toccato invece agli esercizi di ristorazione veloce e
self-service. 580 ispezioni per 379 infrazioni (36 penali e 343
amministrative) con 245 persone segnalate alle autorità e sequestri per un
valore di 580 mila ?.
? Sequestri per oltre 3 milioni di euro (precisamente 3 milioni e 250 mila
?) nel settore dell'acquacoltura e molluschi, con 475 ispezioni in dieci
giorni che hanno portato alla segnalazione di 146 persone alle autorità per
l'accertamento di 229 infrazioni tra penali (38) e amministrative (291).
? Nemmeno la ristorazione viaggiante è stata risparmiata: in soli otto
giorni (dal 12 al 20 luglio) sono state ispezionate 519 mense, cucine e sale
di traghetti, stazioni ferroviarie, aeroporti e treni. 293 le infrazioni
accertate (17 penali e 276 amministrative) con 196 persone segnalate e
sequestri per un valore di 37mila ?.
? Il periodo più caldo dell'anno ha visto i Carabinieri per la Sanità
ispezionare 934 tra bar, gelaterie e bar-gastronomie e accertare un numero
di infrazioni addirittura superiore alle ispezioni: ben 938 di cui 45 penali
(e 893 amministrative). 506 sono state le persone segnalate all'autorità
giudiziaria o amministrativa per un valore di merce sequestrata pari a
681mila ?.
? Nemmeno la vinificazione illegale delle uve da tavola ci ha risparmiato
sorprese: 181 ispezioni tra agosto e settembre hanno consentito l'
accertamento di 54 infrazioni di cui 2 penali. Le persone segnalate sono
state 101 e il valore dei sequestri pari a 3 milioni e 100mila ?.
? Dati allarmanti anche per la ristorazione estera ed esercizi alimentari
gestiti da extracomunitari, con 837 infrazioni accertate (112 penali e 725
amministrative) in 636 ispezioni. Ben 425 le persone segnalate  e 592mila ?
il valore dei sequestri.
? Anche le 905 ispezioni in supermercati e hard discount hanno portato
risultati tali da non rassicurare i cittadini: 531 infrazioni accertate tra
penali (32) e amministrative (499); 561 campioni sequestrati per un valore
di 3 milioni e 400mila ? e 399 persone segnalate.

Fonte: Relazione annuale sull'attività operativa  del Comando Carabinieri
per la Sanità (2002)
 ACQUE MINERALI E BIBITE

Ci sono i sequestri di Coca-cola in lattina con indicazioni solo in lingua
straniera (in un deposito di Napoli) ma anche le denunce per acqua minerale
invasa da corpi estranei e sostanze organolettiche (impianto di
imbottigliamento in provincia di Frosinone), la segnalazione di un sindaco
di un Comune veneto che ha omesso di disporre la sospensione della fornitura
idrica cittadina sebbene l'acqua risultasse inquinata da coliformi e quella
di un responsabile di una società imbottigliatrice di Udine per aver
commercializzato acqua contenente solventi pericolosi per la salute, ma c'è
pure chi - in provincia di Brescia - ha avviato uno stabilimento illegale
per il recupero del P.e.t. destinato all'imbottigliamento di acque minerali.
La "frode in bottiglia" - come quelle "nel piatto" - non conosce differenze
geografiche. Da Nord a Sud del paese i NAS hanno scoperto centinaia di casi
di illecito: 643 infrazioni su 1.408 ispezioni, con 432 persone segnalate
alle autorità e 62 ordinanze di chiusura. Le confezioni sequestrate sono
state 891.819 per un valore di 798.816 ?.

CARNI E ALLEVAMENTI

Questo è sicuramente uno dei capitoli più preoccupanti e impressionanti tra
le categorie di alimenti ispezionate dai NAS
A leggere l'elenco delle azioni svolte nel 2002, il rischio mucca pazza
sembra tutt'altro che superato, ma non solo. I casi d'igiene trascurato e le
vere e proprie truffe perpetrate dalla criminalità organizzata mettono a
rischio le tasche ma soprattutto la salute dei consumatori che devono
obbligatoriamente imparare a scegliere con attenzione i propri acquisti
alimentari.
Medicinali zootecnici non registrati; macellerie prive di autorizzazioni e
con strutture inadeguate; carni senza certificazioni e uova destinate al
consumo animale vendute agli umani; miele con etichette ingannevoli;
medicinali vietati importati dalla Cina e carni brasiliane vendute come
nazionali; norme anti-Bse sistematicamente trascurate; prodotti scaduti
rietichettati e messi in commercio; e poi certificati contraffatti, animali
non registrati, privi di marchi auricolari di riconoscimento o non
vaccinati. Non mancano i casi di maltrattamento di animali e i ritrovamenti
di carcasse non smaltite correttamente. Veterinari compiacenti, impiegati
collusi e imprenditori senza scrupoli fanno della carne uno degli alimenti
più pericolosi.
In molti casi la colonna vertebrale che per le norme anti-Bse deve essere
eliminata risultava non asportata e nonostante da tempo sia in vigore il
divieto di utilizzo di anabolizzanti, le analisi condotte su molti campioni
sequestrati ne hanno rivelato la presenza.
Su 9.104 ispezioni i NAS hanno riscontrato 6.090 infrazioni con 39 persone
arrestate e 3.137 persone segnalate alle autorità. 10.923 campioni sono
stati prelevati e 323 le ordinanze di chiusura effettuate. i capi di
bestiame sequestrati sono stati 182.801 e le confezioni di carne 16.338, per
un peso di 307.655 kg e valore pari a 58.622.008 ?.
3.932 gli illeciti amministrativi e 443.994 ? le somme oblate.


Liguria
Sequestrati, a Savona, 30 kg di generi alimentari scaduti e rietichettati
come freschi e segnalato alle autorità il responsabile della struttura.
Carni scongelate vendute come fresche scoperte a Genova.


Lombardia
Sequestrato, a Lodi, un allevamento di un'azienda agricola che smaltiva
carcasse animali nelle acque di un canale vicino, un macello clandestino, 35
suini con dubbio registro di trattamenti terapeutici, 209 confezioni di
insaccati e kg 150 di tagli di carni suine. 380 capi bufalini sono stati
ritirati in un altro allevamento, a causa di medicinali non denunciati.
Sequestrati, in un'azienda agricola di Mantova, 21 bovini trattati con
sostanze anabolizzanti. In un impianto sono stati recuperati 7 capi ovini
macellati senza le prescritte visite sanitarie e 695 suini illecitamente
sottoposti a trattamenti farmacologici. Un'altra indagine ha consentito il
ritiro di medicinali illeciti e il sequestro di 695 suini trattati con tali
farmaci.
Una vasta operazione partita da Cremona e diffusa in molte regioni, ha
portato alla segnalazione di 35 persone, al sequestro di 2.580 bovini e all'
abbattimento di altri 200. Sempre a Cremona sono stati abbattuti 12 bovini
risultati positivi a sostanze anabolizzanti; sequestrati cautelativamente
1.990 bovini e 38 confezioni di mangimi. Sequestro anche per un'intera
mandria di 540 capi bovini a causa di documentazione contraffatta. Sequestro
di 950 capi bovini e distruzione di capi sospetti per carenze
igienico-sanitarie.
Una vasta indagine partita da Brescia ha portato al sequestro di numerose
confezioni di medicinali spagnoli e italiani non ammessi, antibiotici e
sostanze liquide e in polvere non identificate, aspirina cinese vietata in
zootecnia, più 1.100 capi tra bovini e suini. Altri 66 bovini sono stati
sequestrati in un'azienda che non rispettava le norme igieniche e adulterava
le carni. Sequestro cautelativo anche per 110 bovini da latte per sospetta
positività alla BSE.

Piemonte
A Torino scoperta la vendita di carne francese come nazionale rietichettata.
Sequestrati kg 70 di carni provenienti dal Brasile e kg 232 di carni "Unione
Europea" perché falsamente dichiarati italiani e venduti negli ipermercati.
I titolari di una macelleria sono stati segnalati per aver posto in vendita
carne a rischio Bse. Sequestrati anche, nella provincia di Cuneo, 170 capi
bovini muniti di certificazioni sanitarie false e trattati con sostanze
farmacologicamente attive in un allevamento non regolare. Sequestrata un'
area di 2.000 mq adibita a lettiera per animali realizzata con scarti
industriali pericolosi.
Nella provincia di Asti un bovino risultato positivo alle sostanze
anabolizzanti ha portato al sequestro di 1.065 capi. Scoperto anche il
commercio di carni alterate, mal conservate e falsamente genuine.

CONSERVE ALIMENTARI

Anche qui un vasto menù per tutti i palati: dai funghi porcini arricchiti
con parassiti ai cereali al gusto di sostanza disinfestante, dai piselli con
provenienza falsa ai cibi presentati come prodotti in azienda biologica e
invece provenienti da ditte convenzionali.
Su 983 ispezioni effettuate ben 632 infrazioni sono state accertate con 343
persone segnalate all'autorità giudiziaria. Sequestrati 234.542 kg di merci
per 299.754 confezioni del valore di 1.646.272 ?.

FARINE, PANE E PASTA

C'è il pane cotto in un forno con presenza di mica e fibre d'amianto, il
riso scadente e pieno di parassiti venduto come prodotto di alta qualità, la
pasta industriale venduta come realizzata a mano e i dolci depositati in
scantinati sporchi e privi di autorizzazione.
Ma ci sono anche i casi di presenza di organismi geneticamente modificati
(ogm) oltre il limite di legge nei biscotti e nel gelato e i prodotti da
agricoltura convenzionale venduti come biologici. Anche i carboidrati
quindi, tanto importanti nella dieta mediterranea, non sfuggono alle
manipolazioni dei truffatori: su 3.806 ispezioni ben 2.795 infrazioni
accertate con 8 persone arrestate e 1.635 segnalate. 162 le chiusure
ordinate per 5.450.971 kg di merci sequestrate (730.943 confezioni del
valore di 6.645.131 ? di valore).

LATTE E DERIVATI

La mancanza di autorizzazioni, i falsi D.o.p. e lo scarso igiene sembrano
quasi infrazioni trascurabili se confrontate con i casi di latte inquinato
contenente antibiotici, con il latte prodotto in stalle a rischio Bse
nonostante il sequestro cautelativo dei capi bovini e con i formaggi con
additivi vietati. Anche in questo settore gli orrori non mancano, tanto che
1.901 ispezioni hanno portato all'accertamento di 1.168 infrazioni e 634
persone segnalate alle autorità. Il valore dei sequestri effettuati è di
17.116.689 ? per 1.814.596 kg pari a 314.809 confezioni.

OLI E GRASSI

Truffe fantasiose appaiono anche in questo settore dove troviamo le frodi
"banali", tipo olio di semi di girasole (in molti casi) e di oliva venduto
come extravergine a prezzi triplicati, a quelle più articolate tipo l'olio
con aggiunta di coloranti artificiali, ma pure con presenza di idrocarburi
policiclici aromatici e con etichette con indicazioni mendaci su origine e
lavorazione.
Le ispezioni sono state 1.786 per 917 infrazioni accertate. Le persone
segnalate 437 mentre i sequestri hanno riguardato 120.778 confezioni di
338.400 kg di peso e 823.186 ? di valore.

PRODOTTI ITTICI

Mangimi scaduti utilizzati in allevamenti ittici, molluschi provenienti da
allevamenti abusivi in acque altamente inquinate, vongole veraci con cariche
macrobiche superiori ai limiti ammessi, tonno congelato venduto come fresco:
sono numerosissimi i casi di frode nel settore ittico.
Ai casi di allevamenti chiusi per scarsa igiene o mancanza di certificati e
autorizzazioni, si sommano quelli dei molluschi contaminati da coliformi
fecali e rietichettati per nascondere la vera data di scadenza.
2.378 le ispezioni realizzate per 1.338 infrazioni e ben 898 persone
segnalate alle autorità. Oltre 3 milioni di ? il valore dei sequestri, pari
a 13.043 confezioni per 782.818 kg.

RISTORAZIONE

Un capitolo molto interessante che contempla anche le mense scolastiche e
quelle degli enti pubblici, raccogliendo centinaia di casi realmente
disgustosi.
Il panettone con le muffe prodotto a Genova potrebbe chiudere un pasto a
base di cibi pieni di parassiti destinati alla mensa delle scuole materne di
Ancona o quelli decongelati e spacciati per freschi venduti ad Aosta. Sempre
una scolaresca è rimasta vittima di una tossinfezione alimentare provocata
da scarsa igiene in due alberghi nel napoletano, mentre i partecipanti ad un
seminario organizzato dal Ministero dell'Ambiente sono finiti in ospedale
grazie al pasto fornito da un catering risultato contaminato da stafilococco
aureo e salmonella.
Nemmeno i cibi venduti in confezione si salvano se vengono impacchettati in
un ambiente sporco, come è successo per le patatine stick prodotte in
Francia e lavorate a Caserta, contaminate da coliformi totali ed escherichia
coli. Non mancano i casi di depositi privi di autorizzazione sanitaria o il
personale senza libretto sanitario.
Numerose le ispezioni in questo settore (11.722) e numerose anche le
infrazioni accertate 810.618. Le persone che sono state segnalate alle
autorità sono oltre 6.000 e il valore dei sequestri è stato pari a 1.209.695
?.

 ALCUNI CASI ECLATANTI DIVISI PER REGIONE


Liguria
In provincia di Genova sequestro di 6 confezioni di panettone in seguito al
rilevamento di muffe nei campioni di prodotto analizzati. Sempre nella
stessa provincia sequestrati un ingente quantitativo di alimenti presso 6
ristoranti extracomunitari per somministrazione alla clientela di prodotti
abusivamente congelati, spacciati per freschi, in alcuni casi in evidente
stato di alterazione e per le precarie condizioni igieniche dei locali.
In provincia di Imperia diverse società del settore di import-export di
merci provenienti e dirette a paesi extra-cee commercializzavano prodotti
alimentari di qualità scadente con analisi falsificate che attestavano,
invece, una qualità superiore.

Lombardia
In provincia di Como sequestro di 8 Kg di prodotti alimentari illecitamente
congelati in una pizzeria e sospensione dell'autorizzazione all'esercizio
della stessa per evidenti carenze igienico-sanitarie e strutturali.
In provincia di Milano è stata segnalata una pizzeria in precarie condizioni
igienico sanitarie, per non aver attuato il piano di autocontrollo HACCP e
perché svolgeva il proprio esercizio senza autorizzazione sanitaria.
Immediata chiusura è stata invece disposta per un supermercato di prodotti
etnici che vendeva alimenti in cattivo stato di conservazione e scaduti di
validità. Sequestro immediato di un ingente quantitativo di alimenti vari
nel caso di numerosi esercizi di ristorazione extracomunitaria e di vendita
di prodotti etnici per la messa in vendita di alimenti abusivamente
congelati e spacciati per freschi, in cattive condizioni di conservazione e
in certi casi scaduti.
In provincia di Cremona posto sotto sequestro un locale adibito a deposito
di alimenti per precarie condizioni igieniche e 70 kg di alimenti in cattivo
stato conservativo destinati alla vendita.

Piemonte
In provincia di Torino sequestro di 25 litri di olio di semi vari e
segnalazione di una cooperativa che aveva la gestione di una mensa
scolastica per rifornimento di alimenti di qualità inferiore a quella
stabilita nel capitolato di appalto. Sempre in provincia in seguito ad
analisi di campioni di "bistecche di soja geneticamente non modificata" è
stata invece riscontrata la presenza di OGM.
Stesso tipo di frode è stata accertata presso un esercizio che metteva in
vendita prodotti biologici. In un bar ristorante all'interno di una stazione
ferroviaria sono state sequestrate 100 lattine di bibite analcoliche perché
scadute e segnalato il titolare per somministrazione di alimenti congelati
spacciati per freschi, mentre in provincia di Alessandria il sequestro ha
riguardato un cospicuo numero di confezioni di acqua minerale in cattivo
stato di conservazione.

SALUMI E INSACCATI
Speck al gusto di additivo chimico in concentrazione eccessiva, prosciutti
preparati in luoghi abusivi senza licenze e controlli, speck tirolese
arrosto prodotto con suini olandesi. Su 590 controlli 289 infrazioni
accertate e 181 persone segnalate alle autorità. 1.894.054 ? il valore dei
sequestri effettuati (67.603 kg per 55.298 confezioni)

VINI E ALCOLICI

Un settore trainante dell'economia del paese e per questo costantemente a
rischio frode è quello dei vini pregiati e degli alcolici di qualità.
894 infrazioni accertate in 1.911 controlli. Le persone segnalate alle
autorità sono state 483 e ben 50 le ordinanze di chiusura. Sostanziosi i
volumi dei sequestri: 176.l283 confezioni per 5.881.047 kg del valore di
8.909.695 ?

2. I CONTROLLI DELL'ISPETTORATO CENTRALE REPRESSIONE FRODI DEL MINISTERO
DELLE POLITICHE AGRICOLE E FORESTALI (2003)

15.166 ditte controllate, 3.378 contestazioni, 182 notizie di reato: questi,
in sintesi, i numeri relativi all'anno 2003 delle attività dell'Ispettorato
centrale repressione frodi del Ministero delle Politiche Agricole e
Forestali sulle produzioni agroalimentari e i mezzi tecnici in tutte le fasi
di filiera.
51.661 i prodotti esaminati, 821 i verbali di irregolarità alle ditte
controllate, 6.105.162,94 euro il valore dei sequestri effettuati. Numeri
che, da un lato, possono confortare i consumatori per l'impegno profuso a
tutela della sicurezza e della qualità dei prodotti alimentari ma che, dall'
altro, appaiono sconcertanti proprio perché relativi alla salute di tutti i
consumatori indistintamente, bambini e fasce deboli comprese.
Nel complesso, il 7% dei prodotti controllati è risultato irregolare a causa
delle etichette prive di indicazioni obbligatorie o contenenti indicazioni
non consentite: senza numero di lotto, data di scadenza, con pubblicità
ingannevole o illeciti riferimenti all'origine geografica.
Secondo la specifica regolamentazione comunitaria le etichette dei prodotti
ortofrutticoli freschi devono infatti riportare il nome del prodotto, l'
origine relativa la zona di produzione, la varietà e la categoria
commerciale.
Tra i casi eclatanti, un maxisequestro di 2 milioni di etichette di
bottiglie di olio extravergine di oliva recanti il simbolo della Repubblica
italiana e del Ministero delle Politiche Agricole a garanzia della qualità
(inesistente) del prodotto. Stessa sorte per i prodotti esaminati nei
mercati rionali, rivenditori al dettaglio e grande distribuzione organizzata
(GDO), dove, su un totale di 5.150 prodotti sottoposti a verifica, 1.204
(23%) sono stati trovati con etichette prive delle indicazioni obbligatorie.
La distribuzione territoriale delle irregolarità rilevate è così ripartita:
61% al sud, 33% al centro e il 6% al nord Italia.

Fonte: Isp. Centr. Repressione Frodi  Ministero Politiche agricole e
forestali (2003)

Tra i sequestri effettuati dall'Ispettorato nei mercati generali
ortofrutticoli, ci sono diversi casi di agrumi provenienti da altri paesi e
spacciati come prodotti di Calabria e Sicilia; un sequestro consistente
riguarda il pomodoro cinese immesso illecitamente in Italia per il consumo e
per la lavorazione industriale di prodotti destinati a paesi terzi. In
questo caso i controlli hanno portato al sequestro di 24.000 confezioni di
concentrato di pomodoro con etichetta indicante l'origine italiana, e al
sequestro di 48.000 confezioni di concentrato di pomodoro, ottenuto dalla
rilavorazione del prodotto risultato non adatto al consumo umano.

Le irregolarità più gravi relative ai formaggi e agli oli a marchio Dop e
Igp riguardano l'uso illecito della denominazione protetta da parte di
prodotti non certificati dagli organismi di controllo. Sotto sequestro sono
così finiti 8.231 Kg di caciocavallo silano, 2.075 Kg di pecorino siciliano,
196 Kg di fiore Sardo, 17 Kg di pecorino romano, 10 Kg di Mozzarella di
bufala campana, 9 Kg di parmigiano reggiano e persino 5 cosci di prosciutto
di Carpegna.

Anche i prodotti da agricoltura biologica incappano nelle frodi, soprattutto
riguardo all'etichettatura non conforme, con indicazioni non consentite,
mancanza di informazioni obbligatorie e non conformità di natura documentale
a carico degli organismi di controllo e degli operatori.

Nel settore vinicolo, i controlli dell'Ispettorato hanno portato al
sequestro di 3.800 ettolitri di vini IGT (Pinot grigio e prosecco), non
rispondenti per origine a quanto dichiarato, e all'arresto di 15 persone a
seguito di indagini della Polizia giudiziaria in concorso con la Guardia di
finanza, per reati legati alla produzione di vino con uve da tavola;
sequestrati 276 quintali di zucchero industriale, miscele acquose
zuccherine, sali e lieviti, illecitamente detenuti per produrre vino
sofisticato e recuperate 135.000 confezioni di vino da tavola provenienti
dal Portogallo e costituite da vini di diversi paesi della Comunità
ingannevolmente etichettate come prodotte in Italia.

Infine, le bevande e i succhi di frutta che, secondo quanto previsto dalla
legge, devono contenere almeno il 12% del succo naturale del frutto che
compare nella denominazione di vendita. Le azioni ispettive più
significative dimostrano una situazione completamente diversa con oltre
260.000 tra lattine e bottiglie di bevande sequestrate contenenti
percentuali irrisorie di succo di frutta naturale, ben inferiori al 12%
minimo prescritto.

 3. LE SENTENZE SU FRODI E SOFISTICAZIONI ALIMENTARI PASSATE IN GIUDICATO E
PUBBLICATE DAL MINISTERO DELLA SALUTE
(2004)

Per ciascun caso ci sono solo poche righe: viene descritto sinteticamente il
fatto commesso o l'omissione che ha costituito violazione di legge, le
generalità del colpevole, il luogo dove esercitava la sua attività e il tipo
di esercizio commerciale gestito (ristorante, negozio alimentare,
macelleria, stabilimento di produzione, etc.).
La pubblicazione delle sentenze riguardante le truffe e le sofisticazioni
alimentari è un obbligo stabilito dall'art. 8, c.4 della legge 7 agosto
1986, n. 462, "Misure urgenti in materia di prevenzione e repressione delle
sofisticazioni alimentari", che prevede la pubblicazione periodica da parte
del Ministero della Salute dell'elenco delle ditte commerciali e dei
produttori che abbiano riportato condanne con sentenza passata in giudicato.

La più recente di queste pubblicazioni è stata realizzata a febbraio 2004 e
ha riguardato sentenze del 1999 ormai definitivamente passate in giudicato.
Abbiamo esaminato e sistematizzato queste sentenze, ottenendo un insieme di
704 violazioni che, lette una dopo l'altra, suscitano una serie di
sensazioni che vanno dal disgusto alla crisi di fiducia verso chi sta
"dietro", nelle cucine e nei laboratori di preparazione, e si occupa di
produzione e conservazione. Infine, nasce un giustificata attesa di sanzioni
pesanti che, in verità, difficilmente si ritrovano nelle decisioni dei
procedimenti giudiziari espresse dagli estratti di sentenza esaminati.

Un elemento che salta agli occhi, ma che deve essere interpretato
correttamente è quello relativo alla distribuzione geografica delle
sentenze. Ci sono infatti ben 113 violazioni accertate in Friuli Venezia
Giulia, contro le 12 della Campania, per esempio, ad indicare probabilmente
non la minor onestà dei friulani ma la minor efficacia dei meccanismi
giudiziari in Campania.
Tra le trasgressioni più leggere, almeno dal punto di vista delle
conseguenze per il consumatore in termini di salute, troviamo le
contraffazioni di prodotti, che spesso si traducono in sostituzioni del
prodotto richiesto e del marchio famoso con altro di dubbia origine.
In questo caso, il Piemonte risulta la regione con il numero più rilevante
di sentenze, 43, seguito dai 18 casi della Lombardia e dal Friuli Venezia
Giulia con 15.
In totale, sulle 704 sentenze pubblicate, il numero complessivo delle
contraffazioni sanzionate ammonta a 139 (pari al 20%).
A farne le spese sono soprattutto formaggi e prosciutti: il provolone
Auricchio è il più imitato e, in molti casi, finta mozzarella di bufala
viene realizzata con miscela di latte bufalino e vaccino. L'altro grande
penalizzato è il prosciutto, in particolare della varietà S. Daniele.
Su tutti i prodotti una delle violazioni più contestate è la sostituzione di
sigilli e bolli dell'anno di produzione, per farli apparire di una annata di
produzione e invecchiamento diversa da quella reale.
Anche la varie "Zuppe del casale" e preparati simili con verdure surgelate
sono oggetto di imitazione e contraffazione, mentre origine e provenienza
sono state camuffate in alcuni pandori e panettoni venduti in Friuli Venezia
Giulia come prodotti di "produzione propria" invece che da industria
dolciaria convenzionale. C'è poi il caso delle patate tedesche vendute come
italiane e dei limoni spagnoli venduti come limoni siciliani, ma anche le
bevande in lattina vengono rietichettate, come nel caso della pepsi cola
spacciata per coca cola.

Non fumate ma masticate chewing-gum ? Può essere dannoso anche questo se,
come è accaduto in Lombardia, vi è stata venduta una gomma da masticare
contenente "odonoblanxina" ovvero un additivo non consentito che può
danneggiare la salute se ingerito.
Ma la lunga serie degli ingredienti vietati o contraffatti non risparmia
nessuno, men che mai i macellai, rei, in molti casi di aver venduto carni
sofisticate con additivi chimici. In Piemonte, i titolari di una macelleria
sono stati condannati per aver prodotto e venduto salsiccia di bovino e
suino con aggiunta di additivi chimici (solfito) non autorizzati in tale
prodotto. Ma non si tratta di un'eccezione e il numero complessivo di tali
truffe ammonta a 70 su 704 sentenze (pari al 10%).

Gli orrori a tavola si concretizzano pesantemente nei casi di scarsa igiene:
181 sentenze su 704 (pari al 26%), con una prevalenza in Lombardia (30
casi), Toscana (23) e Friuli Venezia Giulia (22). Tra i casi più sgradevoli
segnaliamo in Friuli Venezia Giulia, a Cordenons, un panino contenente una
mosca, un pezzo di plastica e una setola. In Emilia Romagna, a San Lazzaro
di Savena è stata somministrata acqua da una bottiglia aperta contenente un
mozzicone di sigaretta; sempre in Friuli Venezia Giulia, ad Aviano, scoperti
prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione evidentemente
mangiucchiati dai ratti. Topi in carne ed ossa sono stati ritrovati nella
farina per la pizza di un bar-ristorante in Piemonte, mentre in Lombardia, a
Limbiate, sono state vendute 6 confezioni di torroncini morbidi invase da
vermi e ragnatele; in Piemonte, a Viguzzolo, è stata messa in commercio una
confezione di funghi porcini congelati in parte ammuffita, tarlata e con
presenza di numerose larve, foglie secche, erba ed aghi di pino; in Sicilia,
a Lentini, alcuni prodotti per pasticceria sono stati ritrovati in un locale
non solo sudicio ma infestato da scarafaggi visibili ad occhio nudo; in
Toscana, a Calenzano è stata venduta una confezione di lasagne contenente un
cerotto usato; in un supermercato romano è stata venduta una confezione di
mais per pop-corn invasa da parassiti e con un topo di piccole dimensioni
mummificato.
A Casalbordino, in Abruzzo, un pranzo nuziale in un ristorante è terminato
in ospedale, con gli invitati intossicati da cibi malconservati, ma non è il
solo caso: 188 sentenze su 704  (pari al 26%) riguardano proprio prodotti
risultati scaduti o deteriorati.
Episodi curiosi e al tempo stesso impressionanti si registrano, per esempio,
in Emilia Romagna, a Granarolo, dove sono stati venduti per il consumo
funghi secchi in cattivo stato di conservazione; in Lombardia, a Milano,
sono stati detenuti per la vendita al pubblico 400 grammi di pesce
scongelato in stato di alterazione; in Piemonte, a Torino, sono state
ritrovate 17 carcasse di agnello, destinate al commercio all'ingrosso, in
stato di alterazione e con evidenti patologie a carico degli organi interni.
Infine un caso in Friuli Venezia Giulia, dove merendine in cattivo stato di
conservazione per elevata carica di muffa e sapore rancido sono state
ritrovate nei distributori automatici di uno stabilimento ospedaliero.

Altro fronte problematico è quello delle frodi sul peso o sul prezzo. Su 704
sentenze i casi relativi a queste infrazioni sono soltanto 7 (1%), di cui 2
nel Lazio, 1 in Liguria, 2 in Lombardia e 2 nel Piemonte. Numerose anche le
violazioni relative alle autorizzazioni e ai permessi di produzione e
commercializzazione: 119 casi su 704 (pari al 17%), concentrate quasi
esclusivamente nelle regioni del Nord Italia.

A far drizzare i capelli contribuisce anche l'esiguità delle sentenze
comminate a chi coscientemente ha operato senza curarsi delle conseguenze
sulla salute dei consumatori. Rispetto alle cifre incassate con i traffici
illeciti e le frodi, le multe da pagare nel caso si venga scoperti,
risultano veramente irrisorie quando non proprio trascurabili.
La vendita di carne macinata sudicia e invasa da germi di salmonella è
infatti stata punita con una multa di 1.050.000 lire;  la produzione ai fini
della vendita di una partita di spezzatino di carne insudiciata e comunque
nociva per elevatissima carica microbica mesofita, elevati valori di
coliformi fecali ed escherichia coli, ha determinato invece un'ammenda di
ben  875.000 lire; l'olio di oliva risultato alle analisi non regolamentare
per i valori spettrofotometrici e destinato al consumo alimentare pur
essendo privo dei requisiti di legge con presenza di sostanze estranee e
composizione anomala, ha richiesto il pagamento da parte del produttore di
400.000 lire.