1° maggio: per un Lavoro Minimo Garantito




Per un Lavoro Minimo Garantito


Almeno oggi, 1° maggio, cerchiamo di immaginare un mondo in cui ogni donna, ogni uomo possa disporre di un lavoro minimo garantito dalla società.

Attenzione: non semplicemente od esclusivamente un reddito minimo garantito, un sussidio di disoccupazione. Facendo affidamento solo su di uno strumento sociale di questo tipo, ci trasformeremmo tutti velocemente in perenni sfaticati, ed in fin dei conti si tratterebbe pur sempre di una elemosina, considerato che la vera ricchezza non consiste tanto nel denaro quanto nel lavoro stesso, non nell’isolamento ai margini, scagliati inermi in uno spietato mercato del lavoro, ma in un'attiva, certa e serena integrazione all’interno della società. 

Parliamo invece dell'ipotesi di dotare ognuno su questa Terra di una attività minima garantita dalla società, valida a tutti gli effetti, di produzione, distribuzione, amministrazione, ricerca o che altro, tale che glie ne derivi un reddito ed un potere civico certi. 

Non sarebbe meraviglioso? Che forse la stragrande maggioranza dei guai di questo mondo non scomparirebbe quasi all'improvviso, il cedere umano al male derivando generalmente più dalla necessità, e dalla continua ingiusta esclusione di cui si è fatti oggetto, che da un'innata attitudine propria? 

Ebbene, se questo ideale non ci appare errato nello scopo, se intravvediamo come e quanto profondamente potrebbe migliorare la nostra stessa vita in una società che assumesse un sistema organizzativo degno di questo nome, allora è forse il caso che compiamo un primo decisivo passo verso questa direzione. 


Il primo passo è certo quello di prendere coscienza che le risorse fondamentali di una nazione, a partire dal lavoro, vanno equamente condivise tra tutte le persone della comunità. Il primo passo, quasi obbligato, è quello di una netta evoluzione del Pubblico Impiego che da proprietà esclusiva di pochi deve divenire risorsa realmente aperta e distribuita all’intera società. 


Il primo passo, potrebbe quindi giusto essere quello di firmare la Petizione al Parlamento Italiano riportata nel messaggio che segue e reperibile anche sul WEB all'indirizzo:

http://equo-impiego-pubblico-a-rotazione.hyperlinker.org/


Disoccupazione non voluta e precariato possono esistere solo quando i posti di lavoro vengono assegnati in esclusiva a qualcuno. Quando il lavoro viene invece considerato un bene comune, e come tale viene comunemente e costantemente ripartito, precariato e disoccupazione non voluta non possono che scomparire. Quando il posto di lavoro è fisso, fissa è anche la disoccupazione. Quando il lavoro è a rotazione, c'è lavoro per tutti, sempre, e disoccupazione e precariato diventano nient'altro che un brutto ricordo del passato. 

E' matematico. 



Danilo D'Antonio
Laboratorio Eudemonia


http://lavoro-minimo-garantito.hyperlinker.org