occupiamoci dei BENI COMUNI



 Trasmetto questa lettera di Emilio Molinari, vicepresidente del Contratto
Mondiale dell'acqua (mi ha impressionato la lucidità e preoccupato il
discorso sui silenzi di Rifondazione). Ciao - Db

Cari amici, con il 2003 finiscono le celebrazioni sull'acqua e il rischio,
come si suole dire, è che "passata la feste, gabbato lo santo". Ovvero, non
se ne parli più o se ne parli sempre meno, se ne parli solo in termini
generali e ideali, se ne parli in termini di aiuto ai poveri, di educazione
al risparmio personale ecc.. Tutte cose necessarie, estremamente
importanti, ma che eludono il principale problema di oggi, cioè: l'epocale
scontro politico che è in atto universalmente sulla mercificazione del bene
comune  ACQUA, ovvero la sua PETROLIZZAZIONE, che si presenta come un vero
e proprio passaggio di civiltà.

- Questo scontro, penso lo sappiate bene, si manifesta  prima di tutto con
la privatizzazione dei servizi idrici locali e con la messa in bottiglia
del diritto al bere. Entrambe le cose hanno a che fare con le scelte
politiche.

- Questo scontro muove dagli enormi interessi di potenti Multinazionali,
sostenuti da pubblicità e mass media, da governi, partiti, istituzioni di
tutti i tipi e in tutto il mondo.

- Questo scontro attraversa profondamente il nostro paese, i nostri
partiti, le nostre istituzioni nazionali e locali, e fino all'ultimo si è
manifestato nella la finanziaria che il parlamento ha appena votato.

Nel nostro paese questo scontro è in atto da tempo, abbiamo ottenuto alcuni
risultati,  ma non è finito.

Il parlamento ha dovuto recepire la pressione del movimento e rinunciare a
rendere obbligatoria la privatizzazione dei servizi idrici locali, ha
dovuto concedere la possibilità di scelta delle SPA interamente pubbliche
gestite in hause.

Ebbene, più del 60% delle società di gestione del servizio idrico in
Italia, non è ancora stato messo a  gara,  non ha perciò ceduto azioni ai
privati.

Inoltre si è costituita l'Associazione degli eletti dell'acqua, che
pensiamo possa costituire un punto di forza e nello stesso tempo un
elemento di strategia per ricostruire la politica a partire appunto dai
beni comuni.

Quindi cari amici la battaglia nel nostro paese, è ancora aperta e dovremmo
riprenderla nel 2004 con forza, tutti assieme possiamo farcela.

Credo  però che ognuno debba riscoprire in sé, prima della fedeltà o
disciplina al partito, il rispetto per le proprie idee, la libertà di
giudizio personale. Perché, a chiusura di un anno, permettetemi di parlare
con brutale franchezza:

- credo non sia più possibile nasconderci che in questo scontro, purtroppo,
la maggioranza dei partiti del centro sinistra e gli enti locali governati
dal centro sinistra, sono stati in prima fila, e determinatissimi, nel
sostenere la privatizzazione dell'acqua.

- gli on. Bersani e Bassanini sono stati a questo proposito, degli
integralisti delle privatizzazioni.

- e sarà bene non nasconderci anche che i sindacati, le grandi associazioni
ambientaliste non hanno brillato per chiarezza, che purtroppo anche la
sinistra radicale e antiliberista si è sicuramente impegnata di più, ma
solo localmente e talvolta marginalmente, e non ha impiegato i propri mezzi
di propaganda e gli spazi mediatici che dispone per informare l'opinione
pubblica della portata politica dello scontro in atto che mi sia concesso
è, per  la cultura dei diritti, forse della stessa portata dell'art. 18.

Inoltre tutta la sinistra ha completamente escluso, sembra aver rimosso dai
propri programmi, la questione della privatizzazione dell'acqua e quella
delle privatizzazioni in generale.

Oggi, in vista di elezioni mentre si moltiplicano i tavoli di confronto
programmatico in tutto il centro sinistra e Rifondazione comunista, nessun
partito sta ponendo con la dovuta serietà la questione delle
privatizzazioni.

Del passaggio al mercato dell'acqua, dell'energia, della sanità, della
scuola, dei trasporti, negli accordi elettorali e nei programmi per i
futuri governi locali e nazionali non si parla, l'unico a parlarne ancora
con cipiglio è l'on. Bersani che intervistato dal Corriere della Sera, a
proposito del programma per un futuro governo di centro sinistra, ha
risposto con una sola inequivocabile parola: "liberalizzazioni"

La parola chiave, quella che i poteri veri e forti vogliono sentir dire dai
politici.

Ma io sono convintissimo che:

- la questione delle privatizzazioni è la vera grande questione in gioco,
in Italia e in Europa.

Sono convintissimo che:

- oggi riaffermare la democrazia, voglia dire principalmente ridare senso
collettivo al cittadino, al lavoratore, all'abitante, riaffermare nella
loro cultura un DNA universale,  l'intangibilità dei beni comuni, dello
stato sociale, dei diritti fondamentali, del servizio pubblico
nell'interesse di tutti.

Cari amici, credo cominci ad essere uno scandalo il fatto che i partiti
della sinistra non tirino concrete conseguenze politiche dai catastrofici
avvenimenti come la crisi Argentina e le conseguenze sociali delle
privatizzazioni. Non imparino nulla dal fatto che l'anno che ci lasciamo
alle spalle, sia stato segnato dal ripetersi di drammatici segnali, tutti
simili come le "crisi-degrado" delle grandi multinazionali Enrom,
Warcom,Vivendi prima, e poi Cirio e Parmalat  quella dell'unica acqua micro
filtrata, quella che ha comprato le centrali del latte comunali.

Non riflettano sulla grande crisi del privato, della sua etica, della sua
efficienza, e in particolare sulla crisi di quel privato  globalizzato e
legato alla politica, che trae benefici dalle privatizzazioni dei settori
pubblici e dei servizi.

Credo sia allarmante che non si ragioni sui blak out elettrici americani,
canadesi ed italiani, eventi che hanno tutti a che fare con le
privatizzazioni.

Non traggano contenuti programmatici dalle sacrosante manifestazioni della
società civile: dalla rivolta Boliviana contro la privatizzazione
dell'acqua e del gas, agli odierni scioperi spontanei dei lavoratori dei
trasporti pubblici, vittime assieme agli utenti della "efficienza" delle
privatizzazioni che, è ormai palese e sotto gli occhi di tutti, hanno
generato sottosalari, precarizzazione del lavoro, caduta delle
professionalità e deresponsabilizzazione, cattive manutenzioni, pericoli,
peggioramento dei servizi.

Scusate ancora per questo sfogo di fine anno, ci siamo conosciuti in tanti
dibattiti e sapete che nelle mie parole non c'è alcun spirito qualunquista
e nessun invito ad abbandonare i partiti, nessuna partigianeria per questo
o quel partito, c'è la partigianeria, questa sì, per i BENI COMUNI e la
profonda convinzione che la PARTECIPAZIONE diretta sui contenuti e alle
battaglie che si ritengono giuste, sia l'unica cosa che può prevenire
disastrosi risvegli all'umanità e ridare dignità alla politica e alla
democrazia.

 Per un 2004  di PARTECIPAZIONE     Per i BENI COMUNI        per la REX
PUBBLICA
 TANTI  AUGURI

 Emilio Molinari
Vice presidente (Italia) del Contratto Mondiale Sull'acqua.

 (Se lo ritenete giusto, mettete in rete questi miei auguri. Grazie.)
 23.12.2003