mille euro per un figlio?



da la voce info
martedi 2 dicembre 2003

Mancia incompetente
2 Dicembre 2003

Chiara Saraceno

In un precedente intervento (vedi Saraceno) ho affrontato alcuni aspetti
problematici del bonus per il secondo figlio, approvato con il decreto legge
269/2003, quali l'esclusione degli immigrati regolari e la modalità di
finanziamento, individuata nella riduzione del fondo per gli ammortizzatori
sociali.
Ma anche l'entità del bonus e la sua natura di trasferimento una tantum,
richiedono di essere valutate, sia in relazione ai costi diretti di
mantenimento di un secondo figlio, sia rispetto ai costi indiretti, in
termini di mancato reddito.
Mille euro per un figlio
Mille euro una tantum per il secondo (e oltre) figlio è poco più che una
mancia, per quanto consistente.
Non tocca per nulla il costo dei figli, a prescindere che si tratti dei
secondi o dei primi, lungo tutta la loro crescita: costo per il
mantenimento, ma anche costo in termini di reddito mancato nel caso un
genitore (la madre) riduca la propria presenza nel mercato del lavoro, o di
quota del reddito necessario per avere servizi di cura di qualità.
Sui costi di mantenimento, gli studi cui si riferisce anche il Libro bianco
sul welfare (1) segnalano che, a motivo delle economie di scala, un secondo
figlio comporta ovviamente, un aumento di spesa per le famiglie, anche se
inferiore a quello richiesto per il primo. Una famiglia con un bambino fino
a sei anni avrebbe bisogno del 42 per cento di reddito in più per mantenere
lo stesso tenore di vita di quando la coppia non aveva figli. La percentuale
di reddito aggiuntivo necessario sale al 72 per cento del reddito della
coppia senza figli nel caso i bambini siano due.
Ma il costo di mantenimento di un figlio/a cresce con l'età. Si è stimato
che nel 1998, a fronte del 42 per cento di reddito aggiuntivo richiesto per
un bambino fino ai sei anni, per un ragazzo/a tra i sette e i quattordici
anni la quota di reddito aggiuntivo teoricamente necessaria sarebbe stata
del 67 per cento, e per i figli più grandi del 97 per cento.
Offrire mille euro una tantum alla nascita, senza affrontare la consistenza
di questi costi e il loro ammontare crescente, lungo tutto il corso della
crescita (e spesso ben oltre la maggiore età) in un paese che non ha un
sistema di assegni per i figli generalizzato e continuativo e in cui i figli
sono considerati di principio e di fatto dipendenti economicamente dai
genitori molto a lungo, è non solo risibile. È quasi irresponsabile, specie
alla luce della forte incidenza della povertà nelle famiglie con due o più
figli.

Il reddito mancato

Il costo del secondo figlio appare particolarmente elevato in termini di
reddito mancato.
In Italia è occupato l'83,7 per cento delle donne tra i 20 e i 39 anni che
non sono in coppia, il 71,4 per cento di quelle che sono in coppia, ma non
hanno figli, il 62 per cento di quelle che hanno un figlio, il 49 per cento
di quelle che ne hanno due, il 35 per cento di quelle che ne hanno tre (dati
dell'Indagine sulle forze di lavoro del 2002).
Questi scarti si riscontrano in tutte le Regioni, anche in quelle con più
alto tasso di occupazione femminile. Segnalano in altro modo i rischi di
impoverimento (delle famiglie, dei bambini, delle donne) connessi alla
scelta di avere un secondo figlio. Rischi che nel caso delle donne-madri
sono anche di lungo periodo, ad esempio rispetto alla (mancata,
insufficiente) storia contributiva a fini pensionistici.
È la consapevolezza di questi costi che tiene lontane dalla maternità molte
donne che pure desidererebbero avere uno o più figli. Si tratta di costi per
nulla alleggeriti dall'aumento di posti di lavoro flessibili che pure vedono
una elevata concentrazione di donne. Proprio la temporaneità dei contratti
le rende più vulnerabili, perché non possono permettersi di prendere un
congedo di maternità rischiando così di non avere un rinnovo, o di rimanere
troppo a lungo fuori dal mercato del lavoro. E in molti casi queste
occupazioni non danno neppure accesso, di fatto o di principio, a congedi e
indennità di maternità.
In conclusione, non c'è nulla di male a sostenere la scelta di avere un
secondo figlio. Ciò che contesto è che il bonus di mille euro configuri un
sostegno effettivo.

(1) Ad esempio I. Drudi e C. Filippucci, "Il costo dei figli e dei genitori
anziani", in Osservatorio nazionale sulle famiglie e le politiche locali di
sostegno alle responsabilità familiari, Famiglie, mutamenti e politiche
sociali, il Mulino, Bologna 2002, vol. II, pp.195-229