Il fallimento della conferenza OMC di Cancun visto dall'African News Bulletin



da ANB-BIA, AFRICAN NEWS BULLETIN - BULLETIN D'INFORMATION AFRICAINE 
Bimestrale di informazione e attualità africana 



Africa. La conferenza di Cancun 
Lunedì 15 Settembre 2003 

10 settembre. La quinta conferenza ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) si svolge dal 10 al 14 settembre a Cancun (Messico). Il primo 
giorno è stato segnato dalla tragica conclusione di una manifestazione, durante la quale un coreano di 54 anni, Lee Kyang Hee, presidente della Federazione dei pescatori di Corea, si è suicidato facendo harakiri. A inizio di conferenza i negoziati 
vengono bloccati soprattutto dal "gruppo dei 21" paesi del Sud che propongono un meccanismo di salvaguardia a tutela delle produzioni agricole del Sud dalla concorrenza sleale di Stati Uniti e Unione Europea. La diffidenza dei paesi poveri viene ulteriormente esasperata dalla scelta dei presidenti dei gruppi di lavoro; la gestione dei 3 temi più scottanti è stata affidata a paesi favorevoli alle tesi delle nazioni industrializzate. 
14 settembre. L'ultimo giorno di conferenza i ministri, profondamente divisi, continuano a cercare di conciliare i punti di vista per trovare un accordo. 
Ma alla fine la conferenza di Cancun si conclude su un nulla di fatto: i paesi ricchi e i paesi poveri non sono riusciti a superare le profonde divisioni su questioni che vanno dall'agricoltura alle nuove regolamentazioni del commercio. L'agricoltura ha rappresentato lo scoglio principale, ma il fallimento è stato decretato dal rifiuto dei paesi in via di sviluppo di discutere le nuove regole tese a ridurre la burocrazia che frena il commercio. I paesi in via di sviluppo hanno ritenuto che queste regole saranno costose da applicare e ridurranno i margini di manovra dei paesi in materia di politica economica. I responsabili dell'OMC hanno dichiarato che si riuniranno a Ginevra, una volta placate le tensioni, per vedere se sarà possibile preparare una conferenza speciale in dicembre. Ma sarà molto difficile giungere a un'intesa da qui al termine ultimo di fine 2004, per concludere un accordo sulla rimozione delle barriere commerciali. Il fallimento della conferenza mostra in ogni caso l'influenza crescente dei paesi in via di sviluppo che rappresentano i 3/4 dei membri dell'OMC. 
I delegati di molti paesi poveri hanno celebrato quella che che hanno definito come una vittoria contro l'Occidente. Una vittoria amara. 
(ANB-BIA, da fonti diverse, 15 settembre 2003. Tradotto da Gianfranca Scutari, Traduttori per la Pace http://web.tiscali.it/traduttoriperlapace). 

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Africa. L'incontro dell'OMC fallisce. 
Lunedì 15 Settembre 2003 

10 settembre: A Cancun, il meeting dell'Organizzazione mondiale per il commercio si apre con le severe parole lette a nome del segretario generale delle Nazioni Unite, Kofi Annan. "Ci dicono ora che il libero commercio offre opportunità per tutti, non solo per pochi fortunati. Purtroppo, la realtà attuale del sistema commerciale internazionale non è all'altezza di tale retorica". Il presidente del Messico, Vicente Fox, apre ufficialmente il summit. Dice: "Non possiamo più permettere che il benessere sia appannaggio di poche nazioni. Non possiamo più a lungo fronteggiare il rischio di proseguire in un mondo deturpato da esclusione e ingiustizia; 
non possiamo più procastinare la battaglia contro povertà ed emarginazione". Un esempio della situazione attuale è dato da quattro paesi poveri, Benin, Burkina Faso, Ciad e Mali, tutti produttori di cotone, i quali chiedono che i sussidi accordati dalle nazioni ricche ai propri coltivatori di cotone siano gradualmente ritirati. Gli Stati Uniti sperano di riuscire a persuadere gli africani a rinunciare alle loro richieste in cambio della promessa di investimenti statunitensi nella loro emergente industria tessile e l'impegno di sostenerli in un pacchetto di apertura di mercato settoriale durante i negoziati WTO. Ciò si applicherebbe non solo al cotone ma anche alle fibre sintetiche, ai tessili e all'abbigliamento. 
Tuttavia, la proposta statunitense ha ricevuto un'accoglienza fredda da parte delle quattro nazioni africane. 
11 Settembre: oltre 70 paesi in via di sviluppo annunciano il loro rifiuto di continuare i negoziati su investimenti e altre temi emergenti. 
L'Unione Europea e il Giappone hanno fatto in modo che le trattative su investimenti, regole di competizone, trasparenza negli appalti pubblici e agevolazione nei commerci diventassero la questione principale al meeting di Cancun. I 70 paesi in via di sviluppo sono rappresentati ai colloqui da un gruppo di 16 nazioni che include Bangladesh, Cina, Egitto, India, Giamaica, Indonesia, Filippine, Tanzania e Venezuela: -- I ministri riuniti a Cancun approvano l'adesione di Cambogia e Nepal all'OMC. 
12 settembre: Le maggiori potenze commerciali avvertono che il meeting rischia il fallimento se i paesi non abbandonano immediatamente le loro posizioni di trincea e non avviano seriamente negoziati entro i prossimi due giorni. I delegati statunitensi ed europei più influenti intensificano le accuse di blocccare le trattative nei confronti della coalizione appena formatasi tra 20 paesi in via di sviluppo, e guidata da Brasile, India e Sud Africa. Un'altra profonda spaccatura si è prodotta di fronte alla proposta di sottostare alle regole dell'OMC sugli investimenti, quando 70 paesi in via di sviluppo, guidati dalla Malesia, si sono categoricamente rifiutati, questa settimana, di far proseguire i negoziati relativi a questa questione. 
14 settembre: i negoziati sul commercio mondiale in Messico falliscono a causa delle profonde differenze tra nazioni ricche e nazioni povere. Dopo quattro giorni di discussioni, si arriva ad un punto morto di fronte alle proposte di nuove regole riguardanti i rapporti tra le nazioni e gli investitori stranieri, le politiche per la concorrenza e le procedure degli scambi commerciali. Queste proposte vengono viste da molti paesi in via di sviluppo come un dirottamento dalla questione principale - la loro richiesta di eliminare gli aiuti all'agricoltura nell'Unione Europea e negli Stati Uniti d'America. 
Il rappresentante statunitense ai colloqui, Robert Zoellick, afferma che il fallimento è stato provocato dai troppi delegati intenti a pontificare piuttosto che negoziare. Il delegato keniano George Odour Ongwen afferma a sua volta: "Le differenze erano notevoli, ed era impossibile colmare il divario". Ci dovrà essere un'altra conferenza a dicembre, per valutare come possa riprendere il dialogo. Le proteste si sono fatte subito sentire. 
Il delegato ugandese Yasphal Tondon dice: "La responsabilità per il fallimento è da ascrivere alle nazioni occidentali, che hanno insistito nel voler dare la precedenza alle questioni da loro poste". 
15 settembre: Le nazioni ricche hanno espresso rincrescimento per il fallimento dei negoziati sul commercio mondiale di Cancun, insieme a numerose richieste di riforma dell'OMC. 
Molti ora sostengono che la struttura farraginosa dell'OMC, con 146 governi membri e un sistema decisionale basato sull'unanimità, ha reso il fallimento inevitabile. Ma nel mondo in via di sviluppo, dove si è formato un fronte unito in opposizione alle politiche commerciali americane ed europee, molti commentatori hanno visto con favore il fallimento di Cancun. I governi di alcuni paesi poveri sono preoccupati, potrebbero passare anni prima di riuscire ad ottenere accesso ai mercati del mondo ricco. Ma molti sostengono che il consenso senza precedenti ottenuto dalle grandi economie emergenti non potrà che essere salutare. L'umore dominante, nei commenti post-Cancun, è tuttavia piuttosto tetro. Il summit non era l'ultima occasione per definire un accordo globale sul commercio, ma era una pietra miliare sul cammino del negoziato globale di Doha sul commercio, varato a novembre 2001. Il progetto prevedeva di giungere ad un accordo - soddisfacente per le posizioni estremamente distinte sia delle nazioni ricche che di quelle povere - entro la fine del prossimo anno. 
Dopo Cancun, molti dicono che quell'obiettivo è ora poco realistico. 
(ANB-BIA, Belgio, 15 settembre 2003. Tradotto da Giuseppina Vecchia, Traduttori per la Pace http://web.tiscali.it/traduttoriperlapace). 


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