il valzer delle 8 ex municipalizzate



dal corriere.it

lunedi 16 giugno 2003



Il valzer delle otto sorelle

Le preferite? Aem Milano, Torino e l'Amga di Genova. Non convince la romana
Acea


Insoddisfatti dai rendimenti ai minimi dei titoli di Stato? «Può essere il
momento buono per investire nelle municipalizzate», dice Riccardo Monti del
Boston Consulting Group (Bcg) . Sono otto le quotate: »7,66% è l'incremento
medio del loro prezzo di listino dall'inizio dell'anno. Qualche passo più
avanti del Mibtel, l'indice telematico complessivo, che ha guadagnato nello
stesso periodo il 7%. Ma c'è anche chi, come Acsm Como e Aem Torino (vedi
tabella) ha messo a segno performance superiori al 16%. E oggi parte l'
offerta pubblica di vendita della nona, la bolognese Hera , primo esempio di
aggregazione fra comuni. Diversi operatori sono concordi: adesso sì, può
valere la pena investirvi. Selezionando, però. E in chiave difensiva, senza
aspettarsi grandi rendimenti. Insomma, spiegano gli esperti, possono essere
l'alternativa a basso rischio per chi era tornato ai Btp dopo i crolli di
Borsa. «Questo per le municipalizzate sarà l'anno di svolta - dice Roberto
Bazzano , amministratore delegato di Amga Genova -. Se non si muovono per
acquisizioni, o per avere materie prime a prezzo competitivo, rischiano di
fare marcia indietro».
Le prospettive, quindi, sono interessanti. Anche perché, sul piano
legislativo, la liberalizzazione di energia elettrica e gas è giudicata
conclusa: «Vedremo concorrenza», dice Bazzano. E l'articolo 35 della
Finanziaria 2002 impone a diverse municipalizzate (come Verona) di quotarsi
entro dicembre. Perciò si considera imminente l'attesa concentrazione del
settore: su assi ipotetiche come Genova-Milano-Torino, Roma-Modena,
Trieste-Treviso-Padova-Venezia (non più Milano-Brescia). «Dimensioni e
flottante delle local utilities potrebbero essere oggetto di miglioramento»,
ha detto Massimo Capuano , amministratore delegato di Borsa spa . E Monti
del Bcg spiega: «La tendenza ai raggruppamenti, forse anche entro l'anno,
potrebbe portare a cambi di azionisti e offerte pubbliche d'acquisto, con
una maggiore attrattiva dei titoli».
La conferma viene da Stefano Querci , amministratore delegato della piccola
Meta di Modena, l'ultima quotata (ancora «in fase di negoziazione» per
Metanergy, la joint venture con Acea annunciata mesi fa). «Cresceremo -
dice -. Abbiamo contatti in corso con municipalizzate contigue e del Nord e
partecipiamo alla gara per l' utility di Ferrara. Il processo di fusioni è
fondamentale».
Ma quali sono le società consigliate? Una è l'Amga di Genova: che si è
aggiudicata una fetta di Interpower, la terza genco (società di centrali)
dell'Enel; e sulla scia di Aem Milano si accinge a sciogliere la società con
e.Biscom cedendo il 45% di Fastweb Mediterranea: «Usciremo a giugno con
un'ottima plusvalenza», annuncia Bazzano. Ubm , nel report del 9 maggio, la
premia con «Accumulare», «perché può approvvigionarsi di gas ed elettricità
a bassi prezzi».
Ma raccolgono pareri positivi, benché non unanimi, anche le due Aem: Milano
e Torino , anche se la seconda viene ritenuta più rischiosa. Sulla prima,
che Ubm consiglia di vendere («il prezzo sta ancora scontando le vecchie
prospettive di crescita»), concordano Bcg e Azimut. E persino Garrett
Williams di Actinvest , critico sulle utilities («hanno massa piccola e i
Comuni restano sopra il 50%»), ammette di essere passato da un «Ridurre» a
un «Accumulare».
Analizza Monti: «Aem Milano è il terzo attore dopo Enel e Italgas. L'uscita
da Fastweb l'ha liberata da un problema, ha conservato le reti elettriche,
ha il gas, la genco, le reti in fibra ottica. E' al centro dei futuri
giochi». Su Aem Torino Monti è cauto, per lo slittamento al 2005 della
costruzione della centrale di Pont Ventoux. Ma Ubm segna un «Accumulare».
Altri consigliano di aspettare l'aumento di capitale in luglio: «Dopo,
potrebbe valere la scommessa».
Chi resta? Asm Brescia: che però attira meno, perché «produce utili ma ha
poco flottante» (Azimut) e «non ha in cantiere grandi operazioni» (Monti).
Poi vengono le tre baby: Meta (in assestamento), Acegas (interessante se
farà ponte con la Slovenia) e Acsm Como (che spera nella fusione con
Bergamo). Infine, l'Acea di Paolo Cuccia e Fulvio Vento . Sulla quale
convergono i pareri negativi. «E' quella che ha più deluso gli analisti -
dicono -. Troppe promesse non mantenute dal management».

A. Pu.