la sfida della tv digitale terrestre



dal sole24ore.it

Sabato 05 Aprile 2003 ore 18:56

La sfida della tv digitale terrestre

  DI CARLO MARIO GUERCI Ovunque la televisione è attualmente il principale
mezzo di intrattenimento, un ruolo che si è conquistata in oltre
settant'anni di sviluppo. Dopo l'avvento della tv via cavo e della tv via
satellite ora si sta avviando una nuova trasformazione, quella della
televisione digitale terrestre (Tdt) che dovrebbe arricchire le scelte dei
consumatori, consentendo un migliore utilizzo delle frequenze (soprattutto
dove esse sono saturate, come in Italia), un cospicuo numero di canali, una
migliore qualità video rispetto alla tv tradizionale analogica e una certa
interattività. Se ne parla da anni e finalmente sono sorti anche in Europa
vari operatori, pur se sono avvenuti rilevanti incidenti di percorso: in
Inghilterra un nuovo operatore, iTv - che aveva raggiunto 1,2 milioni di
abbonati - e uno in Spagna, Quiero Tv, sono già falliti e ciò, unitamente ad
alcuni aspetti tecnici non interamente risolti (come la possibilità di
interferenze) ha indotto a rivedere le previsioni di crescita di questa
tecnologia. Cavo e satellite. In realtà anche i gestori di tv cavo non se la
passano molto bene, come mostra l'esempio inglese, dove Ntl e Telewest sono
impegnate in pesanti operazioni di ristrutturazione finanziaria. Oltre 4
milioni di abbonati in Inghilterra e oltre 3,5 milioni in Francia non sono
stati sufficienti ai gestori del cavo a far funzionare modelli di business
appesantiti dagli investimenti fatti per soddisfare le aspettative sorte con
gli sviluppi di Internet e la liberalizzazione dei mercati delle Tlc
(digitalizzazione e voce). Anche molti gestori di tv satellitare sono in
crisi: i costi per acquisire contenuti validi ad attrarre clienti di pay
tv - ad esempio calcio e film - sono elevati, ma senza quei contenuti è
impossibile raggiungere una massa critica adeguata. Questo tema è comune a
tutti i gestori di televisioni alternative ed è stato alla base del
fallimento di iTv, che aveva speso 550 milioni di euro per diritti del
calcio, seppure di serie B. La competizione dei nuovi gestori con un colosso
come BskyB che ha quasi 5 milioni di abbonati è difficile. Concentrazioni.
Dunque, qualunque sia la piattaforma, cavo o satellite, questo segmento di
mercato si avvia alla concentrazione, con una forte riduzione del numero di
gestori. Si tenga presente l'esempio Usa, dove già ora l'85% degli abbonati
fa capo a soli dieci operatori e dove relativamente alla tv satellitare vi è
appena stata la cessazione del servizio broadband di DirectTv. L'avvento
della televisione digitale terrestre si inserisce in questo quadro generale,
molto dinamico, ma anche ricco di incertezza e non proprio confortante.
Ovviamente i Governi sono ansiosi di vendere le frequenze disponibili e
identiche aspettative hanno i produttori di set top box - indispensabili nei
primi anni per adattare i vecchi televisori alla ricezione del segnale
digitale - come quelli di semiconduttori e di televisori nuovi, già
integrati. Un mercato enorme, se si pensa che solo in Italia vi sono circa
40 milioni di televisori. Anzi una vera e propria rivoluzione, se avverrà.
Ma avverrà? E con che tempi? In Inghilterra. Piuttosto che tentare
previsioni nel vuoto conviene riflettere sull'esperienza inglese, dove la
televisione digitale ha già raggiunto 8 milioni di persone, mentre la
digitale terrestre ha 1,2 milioni di abbonati - con Freeview, che attraverso
Bbc, Crown Castle International e BSkyB, ha rilevato la fallita iTv. Uno
studio di Dart ha mostrato che: la principale spinta a abbonarsi (79%) è
stata la disponibilità di canali, seguita dalla migliore qualità delle
immagini; i giovani più degli anziani sono favorevoli al cambiamento; i
maggiori ostacoli hanno riguardato i costi elevati dell'attrezzatura; i meno
attratti sono le persone che vivono in piccoli appartamenti e non hanno
figli. Oltre alla numerosità dei canali (una trentina nel caso di Freeview)
e alla qualità delle immagini la Tdt consente l'adozione di Epg (Electronic
program manager) con i quali fare una accurata scelta in tempo reale dei
programmi, cambiandoli a piacere o predefinendoli, e di videoregistratori in
grado di gestire in modo intelligente la visione, ad esempio registrando in
automatico taluni programmi, di fare fermi di immagini, eventualmente di
scegliere le categorie di messaggi pubblicitari graditi. Negli Usa due
produttori, TiVo e Open Tv hanno già installato (al 2002) circa 600mila
videoregistratori ciascuno. Un business model completo di Tdt si dovrebbe
reggere non solo sulla potenzialità di abbonamenti - generali o tematici - e
sugli introiti pubblicitari, ma anche sulla possibilità di utilizzare la tv
come strumento di e-commerce, di votazione, per scommettere, per giocare,
per utilizzare video su domanda. Per ora i numeri relativi a qualche forma
di interattività attraverso la televisione digitale, terrestre o no, sono
molto limitati: nel regno Unito solo il 6% ha utilizzato la tv per
e-commerce (in Francia l'1%) e solo il 16% ha utilizzato qualche forma di
interattività, mentre il successo del video on demand è ancora modesto. È
forse stupefacente che per ora l'84% dei ricavi della tv interattiva di
BSkyB proviene dalle scommesse. Un'altra valutazione interessante viene da
Carmel Group, il quale stima che i ricavi della televisione interattiva
negli Usa, attualmente attorno al miliardo di dollari, diventeranno 3
miliardi di dollari, ma al 2005. L'interattività. Comunque quando si parla
di interattività occorre fare attenzione, in quanto la Tdt, diversamente dal
cavo, non è capace di per sé di alcuna interattività, che invece può
recuperare facendo ricorso a canali di ritorno offerti dalle
telecomunicazione (telefonia cellulare, xDsl, o addirittura fibra ottica. Le
domande di fondo sono ancora numerose: la Tdt consentirà la convergenza
piena di pc e di tv? Avremo un solo strumento, capace di visione, di
interazione e di capacità elaborativi? La Tdt sconfiggerà la tv cavo e
quella satellitare? I tempi del passaggio dalla televisione analogica a quel
la digitale saranno rapidi? La mia risposta è sostanzialmente negativa a
tutte queste domande. Relativamente alla convergenza tv-pc la tabella qui
pubblicata fornisce una rappresentazione, credo completa, delle differenze
ineliminabili, almeno in un periodo breve e medio. I due strumenti
continueranno a convivere e a completarsi uno con l'altro, cosi come si
completano la tv e la radio o la telefonia fissa e quella mobile o le
diverse modalità di trasporto. La convergenza è tra piattaforme tecnologiche
più che sui terminali, che rimarranno differenti. Per quanto riguarda invece
la concorrenza tra tv cavo, satellitare e Tdt, va osservato che l'evoluzione
sarà diversa da Paese a Paese: dove cavo e satellite sono già forti è
improbabile che la Tdt abbia molta presa, mentre diversa è la situazione
dove, come in Italia, il cavo è sostanzialmente assente. Ma va anche
osservato che la televisione tradizionale è ancora molto radicata e i tempi
del passaggio saranno probabilmente assai più lenti di quanto solitamente è
stimato. Sviluppo lento. Infatti sembra che la Tdt giochi buona parte delle
sue prospettive sulle diverse forme di interattività, ma l'interattività
"forte" si svilupperà molto lentamente, mentre quella "debole" origina
servizi a basso valore. È difficile prevedere la data in cui la tv analogica
sarà "spenta", ma penso che ciò non avverrà prima del 2010. Una risposta più
favorevole potrà venire se le nuove generazioni si orienteranno diversamente
e se i consumatori dedicheranno ancora più tempo a entertainment e
informazione; ma, come si è detto molto bene, siamo infatti in un mondo
«ricco di informazione, ma povero di tempo». Una considerazione finale
riguarda la stessa logica tecnologica e economica della Tdt. Quando se ne
cominciò a parlare le telecomunicazioni erano assai arretrate, di banda
larga se ne discuteva solo tra tecnici e le tecnologie di compressione
digitale erano agli albori. Ma attualmente, e soprattutto in un Paese come
l'Italia, che ha la minore distanza nel mondo tra le centraline e le borchie
utenti, vi sono grandi possibilità di fare televisione attraverso forme di
banda larga su cavo (oltre che, naturalmente, su fibra ottica). Con gli
sviluppi delle tecnologie di compressione 1,5 mb sono sufficienti per dare
un ottimo video, ma vanno considerati gli sviluppi che sono già possibili,
con rilevanti incrementi dell'ampiezza di banda, della potenzialità del
canale di ritorno e della distanza dalla centrale, e con nuovi miglioramenti
nelle tecnologie di compressione. In Italia dopo il 2006. Quando la Tdt avrà
fatto i suoi primi passi concreti - penso dopo il 2006 in Italia - i
potenziali clienti avranno la scelta, accanto alla tv satellitare, della
televisione su xDsl o su altre modalità che potranno persino arrivare a
livelli di risoluzione vicini a quelli della televisione ad alta
definizione. In tre-quattro anni le tecnologie di trasmissione e di accesso
delle telecomunicazioni avranno fatto grandi passi in avanti e avranno
trasformato le attuali proposte in importanti offerte commerciali. Già oggi
vi sono significativi esempi con Kinston Communication nel Regno Unito,
Foxtel-Optus in Australia e in casa nostra con Telecom Italia. Certo però,
che a quel momento gli operatori di Tlc dovranno a loro volta trovare
modelli di business diversi da quelli attuali, perché inevitabilmente si
ridurranno i ricavi e i margini sul trasporto, mentre diventeranno
fondamentali quelli presenti in altre fasi della catena del valore,
principalmente quella dei contenuti e dei servizi innovativi. A quel punto
si dovrà rispondere a nuove imponenti domande, e la prima sarà relativa ai
rapporti tra le imprese di Tlc, i broadcaster e l'intero mondo dei media.