latte alla diossina



da lanuovaecologia.it

     
 
Sabato 8 Marzo 2003  
 
CAMPANIA|Centinaia le analisi sugli allevamenti predisposte dai magistrati 
 
Indagini sul latte alla diossina 
 

Latte L’indagine è stata avviata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere
da oltre un mese. Altissimo il livello di diossina rilevato: 27 picogrammi,
dieci volte oltre quello consentito 
 
 
Latte alla diossina destinato alla trasformazione. L’allarme colpisce
alcuni allevamenti della Campania, in particolare la zona circoscritta di
Valle di Maddaloni, Marcianise, Castelvolturno e Villa Literno, in
provincia di Caserta. Un'area da sempre crocevia dei traffici illeciti di
rifiuti, dove si produce la mozzarella più rinomata d’Italia. L’indagine è
stata avviata dalla procura di Santa Maria Capua Vetere da oltre un mese.
Sono centinaia le analisi sugli allevamenti predisposte dai magistrati.
Altissimo il livello di diossina rilevato: 27 picogrammi, dieci volte oltre
quello consentito. La legge prevede il limite di tre per ogni grammo di
grasso. A quanto si è appreso, in ogni caso non vi sarebbero pericoli
immediati per i consumatori: le eventuali tracce di diossina presenti nel
latte e nei prodotti derivati, secondo i tecnici, sparirebbero nei normali
processi di lavorazione

La conferma dell’allarme arriva dalle parole di Antonio Bassolino,
presidente della Regione Campania. «Abbiamo riscontrato - ha dichiarato -
valori superiori alla norma e ci siamo subito mossi per mettere sotto
sequestro le aziende e i capi interessati. Il latte contaminato è stato
distrutto. Siamo in contatto con il ministero del'Agricoltura e la
presidenza del Consiglio: abbiamo istituitoa una task-force - conclude -
Insomma ci muoviamo mettendo al primo posto la sicurezza di tutti i
cittadini».
Gli esperti stanno esaminando le possibili relazioni tra la presenza di
discariche e la contaminazione degli animali. In queste zone il disastro
ambientale è evidente: «In pochi chilometri quadrati - spiegano a
Legambiente Campania - c’è un concentrato di bombe inquinanti da far
spavento, tra discariche di rifiuti, spesso tossici e nocivi e depositi di
scarti delle lavorazioni industriali». Il tutto nelle mani dei padroni
dell’ecomafia.

Non è la prima volta che in Campania si registra un allarme diossina. Nei
mesi scorsi l'avvelenamento di un gregge di pecore dovuto alla diossina
destò preoccupazione tra gli allevatori dell'area acerrana e nolana.
Legambiente preannuncia un'interrogazione di Ermete Realacci, presidente
nazionale di Legambiente e deputato della Margherita. «Già nel giugno
scorso - commenta Michele Buonomo, presidente di Legambiente Campania -
avevamo lanciato l’allarme diossina. A distanza di quasi un anno si
ripropone il fenomeno. Del resto è sotto gli occhi di tutti quello che
succede nella piana dei Mazzoni, tra Castelvolturno e Villa Literno, dove
lo scarico abusivo di rifiuti tossico nocivi è una realtà». 

«Sono preoccupato - dice Vito Amendolara, direttore regionale della
Coldiretti - perché da 
tempo stiamo sollecitando un monitoraggio rispetto ai problemi di impatto
ambientale sul settore agricolo. Il fenomeno, seppur limitato, ingenera
allarme e confusione tra i consumatori». 
Negli ultimi due anni nell'area finita nel mirino della procura di Santa
Maria Capua Vetere è raddoppiati gli incendi, soprattutto notturni, in
discariche abusive e Legambiente chiede di conoscere gli effettivi livelli
di inquinamento, le procedure di rilevamento e se il problema investe anche
gli alimenti di largo consumo di produzione industriale. «Questa della
diossina è una faccenda da non prendere sotto gamba - conclude Buonomo -
Troppe volte nel nostro paese si sottovaluta la pericolosità di alcuni
fenomeni. Basta pensare a Seveso: si disse che non era grave, poi tutti
sanno come è andata a finire».