spezia, niente cemento dopo gli incendi



da lanuovaecologia.it

     
 
Lunedì 3 Marzo 2003  
 
LEGGI|Il Tar Liguria smentisce la prevalenza di una legge regionale del '99 
 
La Spezia, niente cemento sui terreni incendiati 
 
Annullata la concessione edilizia per la costruzione di un hotel. Il
provvedimento violava la normativa quadro in materia di incendi boschivi,
che vieta di edificare per 10 anni nelle zone percorse dal fuoco 
 
Tutela dell'ambiente e degli ecosistemi restano di competenza dello Stato,
anche dopo l'approvazione delle riforme al titolo V della Costituzione.
Dunque il divieto di edificazione per 10 anni delle aree già colpite da
incendi è sempre valido, anche in assenza del piano regionale contro gli
incendi boschivi e del catasto comunale delle aree percorse dal fuoco.
Lo ha stabilito una sentenza del Tar della Liguria (la numero 225),
depositata il 21 febbraio, che ha annullato la concessione edilizia che il
Comune di Levanto aveva dato alla società Multiprogress il 31 luglio 2002
per l'edificazione del club hotel Vallesanta sulla costa ligure.

L'area, infatti, era stata interessata da un incendio nel luglio del 1999,
e dunque la concessione figurava in violazione della legge quadro in
materia di incendi boschivi, la 353/2000, che vieta concessioni edilizie
per 10 anni nelle zone percorse dal fuoco. Comune e Provincia di La Spezia
sono state condannate 
a rifondere le spese di giudizio sia al locale comitato di cittadini che
aveva impugnato la concessione edilizia comunale, sia a Wwf e Legambiente,
che erano successivamente intervenute in giudizio.

Smentita dunque la Provincia di La Spezia, che riteneva prevalente una
legge regionale del 1999 in materia di edificazione rispetto alla legge
dello Stato del 2000. Secondo i giudici del Tar Liguria, in sostanza, non
ci si può appellare alla recente riforma del titolo V della Costituzione,
che attribuisce nuove competenze alle Regioni in campo urbanistico, per
sostenere che lo Stato non può legiferare in modo prevalente per quelle che
sono tuttora proprie competenze esclusive in materia di tutela
dell'ambiente e degli ecosistemi.

«Questa sentenza rappresenta una svolta perché sancisce il rispetto della
legge anche in mancanza degli adempimenti comunali, relativi alla mancata
realizzazione delle mappe delle aree percorse dal fuoco - sottolinea
Maurizio Santoloci, magistrato e vicepresidente del Wwf - siamo convinti
che tra le maggiori cause degli incendi boschivi vi sono proprio le mire
edificatorie, e l'applicazione della legge del 2000, confermata da questa
sentenza, rappresenta sicuramente un deterrente rispetto a queste mire.
Resta il fatto però - aggiunge - che i Comuni devono accelerare i tempi per
la redazione delle cartografie, strumento importante per l'applicazione
della legge».