pensioni all'inglese



dal sole24ore

 
 
 
 Blair «rivoluziona» anche le pensioni
  
   DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA - Dopo una lunga incubazione, il
Governo britannico ha pubblicato ieri un ambizioso piano di riforma del
sistema pensionistico per fare fronte all'incombente crisi di liquidità e
tappare un "buco" che avrebbe già raggiunto circa 30 miliardi di sterline.
Al centro del piano, presentato in un voluminoso "Green book", la proposta
di togliere l'obbligatorietà dell'età pensionabile a 65 anni per i
dipendenti del settore privato ed equiparare alla stessa età i dipendenti
del settore pubblico, che attualmente smettono di lavorare a 60 anni. I
media ieri hanno soprannominato lo schema "work 'til you drop" (lavora
finché cadi morto), ma in esso non c'è nulla di obbligatorio. È infatti
l'obbligatorietà del pensionamento a 65 anni che viene tolta a vantaggio
della piena libertà di continuare a lavorare per chi lo desideri. Per
costoro sono d'altronde in vista incentivi interessanti, quali un premio
"una tantum" da 20mila sterline (32mila euro) per persona e 30mila a coppia
per chi continuasse a essere attivo fino a 70 anni. Nel presentare la
riforma, Andrew Smith ministro delle Pensioni, ha detto che l'obbligo
dell'età pensionabile «è ormai diventato un fatto sempre più
anacronistico». Non a caso il suo progetto si ispira a una maggiore libertà
di scelta da parte degli individui ed è intitolato «Simplicity, security
and choice». In effetti, la crisi di liquidità del sistema e l'aumento
della longevità delle persone ha posto la popolazione di fronte a un
semplice dilemma: lavorare più a lungo o risparmiare di più. Qualsiasi
altra soluzione sfiderebbe la logica aritmetica. Per i dipendenti pubblici
la soglia di età verrebbe innalzata a partire dal 2006. Il piano di riforma
tocca molti altri punti. E se la scelta dell'individuo (Choice) è un
aspetto importante, anche gli altri due (la semplicità e la sicurezza)
vengono toccati con altrettanto impegno: come la semplificazione del regime
fiscale sulle pensioni, che diverrà unico rispetto agli attuali 8 regimi
contributivi, generose esenzioni fiscali fino a un totale massimo di
200mila sterline l'anno per un totale cumulativo di 1,4 milioni di sterline
(2,1 milioni di euro), un nuovo sistema regolamentare con un'authority che
controlli il buon andamento del settore ed eviti nuovi scandali che sono
costati enormemente sia ai risparmiatori sia alle compagnie di
assicurazione costrette ora a pagare multe salatissime. Il Governo chiede
peraltro all'industria del settore di rendere il più intellegibile
possibile le proposte alla clientela con formule semplici. Dato che,
malgrado tutto, milioni di cittadini non risparmiano ancora a sufficienza,
il Governo ha creato una commissione, guidata da Adair Turner, ex-direttore
della Cbi, la confindustria inglese, con il compito di studiare la
possibilità di obbligare i lavoratori a dare un contributo al sistema con
una minima forma di risparmio forzato. Due terzi degli inglesi hanno
un'assicurazione privata. A tutti i cittadini è garantita una minima
pensione di Stato. L'industria dei fondi pensione ha in gestione 700
miliardi di sterline, pari a 1.300 miliardi di euro, il secondo
monte-risparmi del mondo dopo gli Usa. Quanto alle imprese, il Governo ha
ribadito l'essenziale ruolo sociale che esse svolgono sul fronte
pensionistico, ma ha accolto il loro crescente nervosismo là dove si
trovano costrette a gestire le pensioni con crescenti oneri e
responsabilità, che sono all'origine della chiusura crescente di schemi di
pensionamento garantiti ("final salary schemes"). Le proposte di riforma
prevedono una drastica semplificazione delle normative e delle procedure
burocratiche. Al punto da permettere, secondo le stime del Governo,
risparmi nell'ordine di 150-200 milioni di sterline all'anno. In cambio si
chiede però ai datori di informare in modo chiaro i dipendenti e su questo
fronte il Governo si impegna a fare la propria parte. Ma l'associazione
degli assicuratori (Abi) ha detto che il Governo è stato troppo timido e
deve contribuire anche con danaro per permettere alle aziende di compiere
al meglio il proprio ruolo. I sindacati sono stati critici perché il
Governo non ha posto un argine all'erosione delle vecchie e generose forme
di pensione. Mentre i conservatori all'opposizione, tramite il portavoce
David Willets hanno detto che le misure sono insufficienti e tardive. MARCO
NIADA 

 
   Mercoledí 18 Dicembre 2002