Bassanini



A seguito del messaggio del 12 dicembre,

- A proposito dei contatti  con i partiti e di proposte per le primarie,
noto che da una parte una parte dei DS ( Folena) insieme con Realacci e
Vendola propongono
emendamenti all'art.35 della finanziaria 2002 e contro l'obbligatorietà da
parte degli amministratori pubblici di far gestire ai privati i servizi
pubblici, invece altra
parte dei DS (Bassanini) pensa esattamente l'opposto. Come la mettiamo ? -


ho ricevuto  due messaggi del comitato italiano acqua e dell'On. Pietro
Folena  (uno dei firmatari  degli   emenedamenti all'art.35 della
finanziaria) che  ribadiscono la loro opposizione a quanto è accaduto.
Ricordiamo i fatti:

Il comitato "d'affari" ( art - I predatori dell'acqua- Massimo Rossi,
sindaco di Grottammare ed altri rappresentanti degli Enti locali per
l'Acqua).

Sabato notte è stato approvato dalla Commissione bilancio del
Senato un emendamento al testo della Finanziaria 2003, predisposto da un
fantomatico "comitato" trasversale composto dai parlamentari Grillo (Fi),
Bassanini (Ds) e Tarolli (Udc), con il quale, oltre ad una drastica
riduzione della durata degli affidamenti diretti di tali servizi già
effettuati dagli enti locali nei confronti di società di loro proprietà o
controllo, si cancellerebbe, per quanti non hanno ancora trasformato in
Società per azioni (spa) le proprie aziende pubbliche e non hanno affidato
ad esse la gestione del servizio idrico, la stessa possibilità
dell'affidamento diretto dello stesso (sebbene transitorio e condizionato
alla vendita entro due anni di almeno il 40% della proprietà), attualmente
previsto dal comma 5 del suddetto "articolo 35".


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Al Sen. Franco Bassanini- Ai Capigruppo dell'Ulivo al Senato

Cari amici, cari compagni,

abbiamo appreso dalla stampa dell'iniziativa "trasversale" presa da alcuni
senatori in merito all'introduzione di un emendamento alla legge
finanziaria 2003 che cancella gli effetti del comma 5 dell'art. 35 della
finanziaria precedente.

Quell'articolo, nel suo complesso, stabilisce che gli enti locali debbano
affidare i servizi pubblici a società private o di diritto privato e
obbliga gli stessi a trasformare le aziende municipalizzate in società di
capitali. Il comma 5, tuttavia, nel caso specifico dei servizi idrici,
consente l'affidamento diretto per due anni a società di capitali a
partecipazione esclusivamente pubblica (degli enti locali di un medesimo
Ambito Territoriale Ottimale úATO).

La cancellazione di questa norma avrebbe come effetto l'immediata
privatizzazione dei servizi idrici, ossia di servizi che distribuiscono un
bene primario quale è l'acqua, che invece dovrebbe essere sottratto ad una
logica di mercato per la sua rilevanza di risorsa essenziale e
irrinunciabile per ogni cittadino. Il diritto all'acqua, all'accesso
all'acqua, è un diritto incomprimibile che non può sottostare al mercato.

Tra l'altro contro l'art.35 della finanziaria 2002 si è schierato un ampio
fronte di forze che va dai Comuni alle associazioni che fanno parte dei
diversi Social Forum. Proprio oggi Claudio Martini, presidente della
Regione Toscana, in un articolo comparso sull'Unità afferma che nella sua
Regione "l'acqua rimarrà pubblica".

Chiedo quindi, anche quale co-promotore del forum dei parlamentari di
opposizione sull'acqua, che alla Camera ha presentato emendamenti volti a
cancellare o modificare sostanzialmente l'art.35, rispettivamente, di
ritirare la firma dall'emendamento in questione e di dare indicazione di
voto contrario ai vostri gruppi.

Cordiali saluti.

Pietro Folena
Roma, 10/12/02
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IL "FANATISMO LIBERISTA"  SI ACCANISCE NUOVAMENTE SULL'ACQUA

Nonostante  il Comitato di esperti sui diritti economici, culturali e
sociali delle Nazioni Unite abbia sancito, in un suo Rapporto pubblicato  a
Ginevra a fine novembre che " l'accesso all'acqua è un diritto e l' acqua
deve essere considerata  come  un "bene comune", accogliendo   quindi
entrambi questi principi  contenuti nel Manifesto per il Contratto Mondiale
dell'acqua e sostenuti dall'azione svolta in  questi anni in Europa ed in
occasione del recente vertice di Johannesburg, dal Comitato italiano per il
Contratto mondiale dell'Acqua   in Italia, ha dichiarato Riccardo Putrella,
presidente del Comitato italiano, in occasione della Giornata Mondiale dei
Diritti  celebrata ieri in Italia, i fautori della concorrenza e del libero
mercato, dopo il famigerato articolo 35 della finanziaria introdotto lo
scorso anno, che impone ai Comuni tappe forzate verso la completa apertura
al mercato dei servizi pubblici locali (compresa l'acqua), sono  tornati
alla carica  per  accelerare  il processo e trasformare l'acqua da diritto
in "merce".
 Il Comitato Italiano esprime il proprio disappunto  per l'emendamento
presentato al Senato nell'ambito della legge finanziaria  2003 con il quale
si cancella  il comma 5 dell'art. 35.   Se  questo  provvedimento  sarà
confermato,  si introduce di fatto una drastica riduzione della durata
degli affidamenti diretti di tali servizi già effettuati dagli Enti Locali
nei confronti di società di loro proprietà o da essi controllate e si
cancellerebbe drasticamente, per quanti non hanno ancora trasformato in SpA
le proprie aziende pubbliche e non hanno affidato ad esse la gestione del
servizio idrico, la stessa possibilità dell'affidamento diretto, sebbene
transitorio e condizionato alla vendita entro due anni di almeno il 40%
della proprietà,  attualmente previsto dal comma 5 del suddetto "articolo
35".
Nell'intento di adeguare la regolamentazione della gestione dell'acqua
verso quei principi di garanzia di accesso per tutti e di riconoscimento
dell'acqua come diritto, proprio in occasione del dibattito sulla Legge
finanziaria,  un gruppo di Parlamentari  impegnati a sostenere i principi
del Manifesto per il Contratto Mondiale dell'acqua e la sensibilità
dimostrata da diverse centinai di  Sindaci  italiani , disponibili farsi
carico  di una gestione pubblica dell'acqua, hanno presento alla Camera
una serie di emendamenti volti ad abrogare l'art. 35  o in subordine ad
introdurre una serie di nuove norme per dilazionare i termini di
trasformazione delle aziende municipalizzate  in SpA e salvaguardare la
gestione dei servizi pubblici., che purtroppo non sono stati accolti
 Per contrastare questa richiesta, è stato quindi messo in tentativo da
alcune partiti della colazione di Governo con al presentazione di questo
emendamento , una accelerazione del  processo  di privatizzazione per
espropriare i comuni dalla gestione dei servizi connessi all'erogazione
dell'acqua.  Questo provvedimento rischia, a giudizio del Comitato italiano
per il Manifesto del Contratto Mondiale dell'Acqua, di  aggravare la
situazione di "caos" sul piano delle normative vigenti e delle direttive di
riferimento per  gli enti locali . In  termini di indirizzi politici
rispetto alla gestione della risorsa acqua l'immediata collocazione sul
mercato delle società municipalizzate determinerebbe delle  "gare al
massacro" con colossi multinazionali  rischia di buttare alle ortiche
grandi patrimoni di esperienze e competenze oltre che risorse economiche e
diritti dei lavoratori,che  molti Comuni ed aziende o consorzi
municipalizzati hanno maturato in questi anni. La partecipazione dei
cittadini e delle  istituzioni locali costituiscono una modalità gestionale
prioritaria per garantire in Italia, nello spirito della Dichiarazione del
Comitato dei  Diritti  delle Nazioni Unite,  una politica di acceso
all'acqua  come  "bene comune pubblico "   della cui gestione le  comunità
locali devono farsi carico  per garantire  la salvaguardia di questi "
diritto universale, a se stesse, alle fasce più povere ed alle future
generazioni.  La gestione dell'acqua  non può dunque essere affidata al
mercato come  una qualunque  merce..

Comitato italiano per il Contratto mondiale dell'Acqua   in Italia
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Sono in attesa di conoscere la risposta e le ragioni di Bassanini
Un saluto di pace
Nino Lo Bello