mac si mangia i figli



     
 
il manifesto - 04 Luglio 2002 
 
 
MCDONALD'S 
Mac si mangia i figli 
Licenziatari strozzati dai debiti con la company. Benevento, chiude un locale
ANTONIO SCIOTTO
McDonald's non offre solo da mangiare, ma è anche molto golosa. La Company
sta ingurgitando a poco a poco molti dei propri licenziatari (i franchisee,
quelli che affittano il marchio), strozzati dai debiti. Una crisi che tocca
gli anelli più deboli del sistema imprenditoriale Mac, e che si scarica
immediatamente sui dipendenti: è dovuta al recente calo delle commesse e
alle royalties molto alte richieste dalla multinazionale per la vendita dei
propri diritti. Il vero affare, più che sugli hamburger, la McDonald's lo
fa sui mattoni: compra il locale che ospiterà il futuro ristorante, e poi
chiede al licenziatario tra il 20% e il 25% del fatturato, includendo nel
conto spese anche la pubblicità e le varie iniziative benefiche. A perdere
il posto adesso, potrebbero essere i ragazzi del McDonald's di Benevento.
Due giorni fa l'unico licenziatario della città campana - che è anche
presidente di una quarantina di franchisee che hanno fatto sindacato contro
la multinazionale - ha mandato la lettera di licenziamento collettivo alla
Cgil: 23 giovani impiegati, media d'età sui 23 anni, crew (banconisti),
manager e hostess, dovranno andare a casa dalla seconda metà del settembre
prossimo. Giovanni Abate, segretario provinciale della Filcams Cgil, a cui
era indirizzata la missiva, ne riassume il senso: «La gente compra meno
hamburger, soprattutto in estate, la Company strozza il concessionario,
chiedendogli le roialties anche in periodo di crisi, e quest'ultimo è in
perdita di circa 15 mila euro al mese».

Da ieri tutta la squadra del Mac di Benevento, manager compresi, è in
assemblea permanente. Ci vuole la massima compattezza per riuscire a
salvare il locale, anche se le vie d'uscita per il momento sembrano poche.
Potrebbe subentrare un altro franchisee, ma pare poco credibile che un
nuovo imprenditore voglia farsi carico di un affare in perdita. Oppure,
come d'altra parte sta capitando in altre città d'Italia, potrebbe la
stessa Company rilevare il locale, dopo averlo spremuto per bene. Tanto che
nell'ultimo anno i ristoranti direttamente gestiti dalla casa madre (su un
totale di oltre 350 in Italia) sono saliti da 30 a una settantina. Una
bella campagna d'acquisti, a spese dei «poveri» franchisee: attualmente, i
«critici» verso il sistema Mac e le sue roialties salate sarebbero sui
100-110, mentre, come si è detto, già in 40 hanno costituito un sindacato.

«E' un modello che non funziona più - spiega Abate - tanto che la
ribellione è ormai generalizzata. Noi chiediamo un incontro immediato non
solo con le autorità locali, ma anche e soprattutto con la Company».
Controlli pressanti su tutta la «catena di montaggio» del panino,
impossibilità per i franchisee di uscire dai binari indicati dalla casa
madre e dai rigidi menù proposti, e se in qualche periodo la pizza o il
gelato risalgono nella classifica dei volubili clienti, l'hamburger ne
risente inevitabilmente e reagire diventa difficile. Tutti fattori di
rischio di cui si devono far carico i licenziatari, che all'inizio vedono
la possibilità di aprire un McDonald's come un vero e proprio Eldorado, ma
che, finito l'abbaglio, nella cruda realtà molto più spesso devono scalare
una pesante montagna di debiti.