strapotere delle aziende e blocco dell'innovazione



dal corriere.it di mercoledi 26 giugno 2002
  
 Mercoledì 26 Giugno 2002 
 
 
 IL FUTURO DI INTERNET 
  
 Strapotere delle aziende e blocco dell'innovazione 
  
Sono pionieri dell’Internet, ma non sono nostalgici. Non rimpiangono il bel
tempo antico di quando la rete era questione di pochi, felice e anarchica,
ma nemmeno pensano che tutto vada per il meglio e che non ci siano motivi
di preoccupazione per il futuro. Anzi ce ne sono tantissimi. 
Questo lo stato d’animo che era possibile cogliere, la settimana scorsa,
durante Inet 2002, conferenza annuale della Internet Society, che si è
tenuta a Arlington in Virginia. Tema dell’anno: “Internet a un bivio: dove
tecnologia e scelte politiche si intersecano” (si noti che il termine è
Policy, che in inglese non è la politica-politica di partiti e governi, ma
piuttosto le grandi scelte, quelle che noi sovente chiamiamo “le politiche”).
Che la situazione non sia allegra e che i timori siano diffusi, l’ha fatto
capire l’intervento di Vinton Cerf, che fu uno dei padri dell’Internet,
avendo inventato il protocollo di trasmissione dei dati (TCP/IP) che ne
costituisce il fondamento architetturale. Proprio lui, che certo non è un
anticapitalista no global, e che è stato vicepresidente di Mci, uno dei
grandi operatori telefonici americani, ha fatto notare che oggi le aziende
possono conquistare un controllo senza precedenti delle reti, modificando
le tecnologie che saranno alla base della prossima generazione di servizi a
alta velocità. Così facendo, ha spiegato, mentre difendono e estendono il
proprio mercato, insieme bloccano l’innovazione, sia quella tecnica che
sociale. 
Cerf ha fatto un esempio, piccolo ma significativo: le reti a larga banda
tendono a offrire prestazioni asimmetriche, ovvero permettono di ricevere
(scaricare) a maggiore velocità di quanto si possa trasmettere. Così la
situazione paradossale è quella di due persone, ognuna delle quali può
ricevere (magari a pagamento) dei video di alta qualità, me che non possono
spedirne; magari avrebbero bisogno per piacere o per affari di servizi di
videoconferenza da persona a persona, ma non potranno averli.
La rete che Cerf e Robert Kahn disegnarono negli anni ’70 era basata sul
concetto di “neutralità”: significa che si comportava come un tubo passivo,
capace di trasmettere ma senza intervenire nel processo, né per accelerare,
né per filtrare o dirottare. Tecnicamente si parla di rete “end to end”,
volendo intendere che tra i due estremi di una trasmissione non avviene
nulla se non il trasporto dei dati. Questa virtù originaria è stato il
fondamento del successo di massa dell’Internet, come mezzo di comunicazione
tra le persone. 
 
Franco Carlini