giovani e poverta' i fallimenti di blair



    
il manifesto - 21 Aprile 2002 
 
 
Giovani e povertà, i fallimenti di Blair 
Un rapporto condanna le politiche sociali del governo laburista: nonostante
le promesse in Gran Bretagna sono decine di migliaia i minori indigenti e
tra di loro aumenta vertiginosamente l'uso di sostanze stupefacenti
ORSOLA CASAGRANDEù
LONDRA 
E'destinato a scatenare se non polemiche certamente un dibattito acceso il
rapporto pubblicato qualche giorno fa dal Foreign Policy Centre, think-tank
voluta dal governo Blair di cui è presidente l'ex ministro degli esteri
Robin Cook. L'autrice del rapporto, Rowena Young, conclude il suo lavoro
sull'analisi delle successive guerre alla droga con queste parole: «La
politica del governo del New Labour e dei governi precedenti in materia di
droga sono state un incredibile fallimento». E per un motivo soprattutto,
«perché hanno fallito nell'individuazione della vera causa dell'abuso di
droghe, la povertà». E' interessante che quasi in coincidenza con l'uscita
del rapporto del Foreign Policy Centre, siano stati pubblicati anche una
serie di altre autorevoli ricerche sull'abuso di stupefacenti ed alcolici e
sul vertiginoso aumento di malattie nei giovani e nei giovanissimi. Il filo
rosso di tutti questi documenti è proprio la povertà. Uno spettro, una
piaga che il governo Blair aveva non solo riconosciuto ed ammesso ma anche
identificato come una delle priorità del suo mandato. In particolare per
quanto riguarda la lotta alla povertà di cui sono vittime decine di
migliaia di bambini in Gran Bretagna (come sottolineato più volte dalle
Nazioni unite), Tony Blair aveva dichiarato che l'obiettivo del suo governo
era proprio quello di ridurre drasticamente il numero di bambini e famiglie
povere nel giro dei prossimi dieci anni. Per fare ciò il governo laburista
aveva promesso politiche ad hoc, che andassero a colpire le vere cause
della povertà e che non si limitassero a sollevare un po' le condizioni di
vita dei meno abbienti lasciando però insoluti i problemi che stanno alla
base di questa condizione.

I rapporti usciti in queste settimane segnalano purtroppo che poco è stato
fatto dal governo nella lotta alle cause della povertà e proprio perché si
è perso di vista il fine ultimo di questa guerra (che lo stesso Blair aveva
definito «cruciale» per una società che non può permettersi di avere in
casa, una casa ricca, questa piaga) che è appunto quello di individuare le
cause di questa realtà e agire (cioè investire risorse) per sradicarle.
Così Rowena Young (che ha fondato Simplyworks, uno schema che offre lavoro
a persone tossicodipendenti) nel suo rapporto dichiara senza mezzi termini
che se «oggi in Gran Bretagna ci sono cinquecento volte più
tossicodipendenti che negli anni `60» la responsabilità è in gran parte
delle politiche fallimentari del governo che «deve spostare i suoi sforzi
dal tentativo di ridurre l'utilizzo di droghe nella sua totalità verso
tentativi di eliminare gli effetti devastanti della droga sui soggetti
socialmente esclusi». Un esempio per Young sono i progetti comunitari in
Asia dove il trattamento e il sostegno psicologico sono legati con l'aiuto
a trovare un posto di lavoro e ad acquisire nuove professionalità. Quanto
poi al trattamento, Young sottolinea che «nei due terzi dei casi fallisce»
e aggiunge che «il budget di quasi mezzo miliardo di sterline messo a
disposizione per il trattamento dei tossicodipendenti forse sarebbe meglio
utilizzato in altre soluzioni credibili». Al governo non è piaciuta questa
critica dall'interno. Il sottosegretario agli interni, Bob Ainsworth, ha
puntualizzato che «il problema è complesso e non di può certo risolvere in
una notte« e ha aggiunto che «il governo sta lavorando molto seriamente».
Una sorta di excusatio non petita che non ha offerto un gran contributo
alla discussione suscitata dal rapporto. Soprattutto rispetto alla povertà
e alla esclusione sociale: due punti chiave anche degli altri rapporti. In
particolare in quello di Shelter (associazione che lavora prevalentemente
con gli homeless, i senza casa) sulle condizioni di salute di homeless e di
bambini costretti a vivere in situazioni igieniche a dir poco precarie. Le
statistiche ufficiali dicono che più di 750mila bambini in Inghilterra
vivono in condizioni poco igieniche. Questo, ha dimostrato Shelter nel suo
rapporto, causa un aumento vertiginoso di malattie come gastrointerite,
problemi di pelle, asma. Secondo l'associazione ogni anno 100mila bambini
diventano homeless e molti di essi sono costretti a vivere in sistemazioni
temporanee super affollate e non igieniche. Sono anche le condizioni di
povertà ed esclusione, dice Shelter, ad avvicinare molti giovani al consumo
di droghe e alcool. Una terza ricerca, condotta dall'Alcool and Health
Research Centre, riporta dati estremamente preoccupanti. I teenagers
inglesi superano di gran lunga i coetanei europei in fatto di uso ed abuso
di alcool e droghe. In particolare la ricerca rivela che il 75.8% del
campione intervistato (di età compresa tra i 15 e i 16 anni) ha ammesso di
essersi ubriacato, di questo il 30% ha detto di essersi ubriacato almeno
venti volte. Il fumo è un'altra piaga secondo la ricerca che sottolinea che
il 34%, incluso ragazzini di otto anni, ha confermato di fumare «abbastanza
regolarmente». Sigarette ma anche cannabis. Alto, anche se in calo
considerato l'aumento e il più facile accesso a droghe sintetiche come
l'ecstasy, rimane l'inalazione di colle e solventi.

Tra le aree più depresse le ricerche individuano alcuni quartieri di
Glasgow, città industriale della Scozia, di Manchester, Liverpool,
Birmingham ma anche diversi quartieri londinesi. In particolare quelli di
Hackney South/Shoreditch, Camberwell, Peckham, Bethnal Green e Bow
risultano i quartieri più poveri nella capitale. In Scozia il 29% dei
bambini vive in famiglie con reddito basso, mentre almeno 750mila famiglie
scozzesi non hanno i soldi sufficienti per pagare un riscaldamento
adeguato. Nonostante il Regno unito sia la quarta potenza economica
mondiale, un quarto della sua popolazione (oltre 13 milioni di persone)
vive in povertà. I bambini che vivono in condizioni di povertà sono 4
milioni contro il milione e quattrocentomila del 1979.