bush scaccia kyoto



dal manifesto

     
    
 
    
 

15 Febbraio 2002 
  
 
   
Clima, Bush scaccia Kyoto 
Il presidente Usa presenta il suo piano per la riduzione di gas nocivi
nell'aria: incentivi alle industrie che accetteranno di inquinare i meno.
In Italia via libera del governo al disegno di legge per la ratifica del
Trattato del 1997 C. L. 




Si chiama "Progetto sui cambiamenti climatici" e secondo il presidente
americano George W. Bush che ieri lo ha presentato al mondo, è "la via
americana alla difesa dell'ambiente". Meno pomposamente ma forse con
maggiore realismo il piano rappresenta la risposta preparata dagli Usa al
trattato di Kyoto, l'accordo raggiunto nel 1997 alla conferenza mondiale
sul clima per impegnare i paesi industrializzati in una battaglia contro i
gas responsabili dell'effetto serra. Un trattato accettato all'epoca
dall'allora presidente Bill Clinton, ma immediatamente sconfessato un anno
fa da Bush all'indomani della sua elezione, tanto da ostacolarlo fin da
subito in tutti i modi. Fino alla presentazione di un vero e proprio piano
anti-Kyoto come quello, fortemente liberista e basato sul volontariato,
illustrato ieri e che ha immediatamente suscitato le critiche degli
ambientalisti. Per pura combinazione, la ricetta elaborata da Bush per il
clima del pianeta arriva da noi proprio mentre il governo dà il via libera
al disegno di legge per la ratifica da parte dell'Italia del Protocollo di
Kyoto tanto inviso oltreoceano.
Il piano Bush. La casa Bianca dice di esserne convinta: il piano sul clima
sarà in grado di garantire un rallentamento della crescita delle emissioni
di gas nocivi senza compromettere lo sviluppo. Particolare non di poco
conto per il presidente Usa, che ha sempre giudicato il protocollo di Kyoto
come un ostacolo alla crescita e una macchina per produrre disoccupazione.
Il pacchetto messo a punto prevede invece un collegamento diretto tra la
riduzione dei gas e la produzione economica. Secondo il progetto, entro il
2012 le emissioni dovrebbero essere portate da 183 a 151 tonnellate
metriche per ogni milione di dollari di prodotto nazionale lordo. In
termini percentuali le emissioni dovrebbero scendere di almeno il 18 per
cento. Inoltre, per incoraggiare le industrie, Bush ha preparato una serie
di incentivi fiscali per 4,6 miliardi di dollari da destinare a chi
sceglierà fonti alternative, mentre è previsto l'inserimento nella prossima
finanziaria di ulteriori 4,5 miliardi di dollari da destinare a un
programma di difesa dell'ambiente. Ovviamente tutto è basato sulla libera
scelta da parte delle industrie di abbracciare una politica ambientalista
oppure no, affidandosi di fatto al solo volontariato nella speranza che gli
incentivi promessi facciano breccia in qualche multinazionale. "E' un
approccio nuovo, dettato dal buon senso", ha spiegato Bush. "La crescita
economica è un fattore chiave per la difesa dell'ambiente, solo la crescita
può finanziare gli investimenti necessari allo sviluppo di tecnologie pulite".
Le reazioni. Il "Progetto sui cambiamenti climatici" rischia di non piacere
quasi a nessuno visto che sono numerosi coloro che si sono detti scontenti
del piano. E non si parla, è ovvio, solo degli ambientalisti. La
commissione ambiente del Senato ad esempio, che gode di noevole influenza,
avrebbe preferito misure più rigide, mentre gli operatori delle centrali
non nucleari volevano un piano ancora più flessibile. Cauto apprezzamento,
invece, nei giorni scorsi era stato espresso dall'Unione europea sulla base
delle indiscrezioni circolate, ma Bruxelles aveva ribadito la sua fedeltà
al Protocollo di Kyoto. E di certo non è un caso se ieri sera un anonimo
funzionario dell'amministrazione Usa ha definito il piano Bush come
"un'alternativa per i paesi che rifiutano il trattato di Kyoto".
Dure, infine, le reazioni degli ambientalisti. "Bush ha solo fatto un
regalo di San Valentino ai grandi inquinatori" ha detto Jennifer Morgan, la
responsabile dei problemi climatici del Wwf, mentre un portavoce di
Greenpeace ha parlato di proposte "deludenti".
La ratifica dell'Italia. Ieri sera Palazzo Chigi ha licenziato il disegno
di legge per la ratifica del trattato di Kyoto. Il provvedimento stabilisce
anche le prime misure nazionali e internazionali per arginare il
riscaldamento globale e prevede i relativi finaziamenti. "L'Italia rispetta
così quanto era stato stabilito in sede europea", ha detto il ministro
dell'Ambiente Altero Matteoli. "I paesi membri infatti si sono impegnati a
ratificare il protocollo entro il 30 giungo 2002 per permettere la sua
entrata in vigore per il vertice mondiale sullo sviluppo sostenibile in
programma per agosto a Johannesburg".