chimici:firmato il contratto



dal manifesto

     
    
 
    
 

14 Febbraio 2002 
  
 
   
Traguardi chimici
Firmata l'intesa per 230 mila lavoratori. Aumenti medi di 88 euro 
EZIO VALLAROLO - TORINO 




No alle tasse, no ai tagli. Oltre seimila persone hanno scandito questo
slogan, ieri mattina, davanti a Palazzo Lascaris, sede del consiglio
regionale, per esprimere la propria contrarietà nei confronti del nuovo
piano socio-sanitario regionale per il triennio 2002/2004. A convo0care il
presidio, Cgil, Cisl, Uil, il cui giudizio sul provvedimento adottato dalla
giunta Ghigo nell'ottobre scorso è estremamente negativo.
Il successo della manifestazione - via Alfieri è rimasta bloccata per
l'intera mattinata - dimostra come in Piemonte l'insofferenza verso le
politiche espresse dal centrodestra sulla sanità stia aumentando in modo
sensibile. Il caso delle tangenti alle Molinette è una ferita aperta, in
molti non hanno apprezzato la sufficienza con cui il presidente Enzo Ghigo
ha ammesso e giustificato i suoi rapporti con l'inquisito numero uno
dell'inchiesta, l'ex direttore generale Luigi Odasso, ancora agli arresti
domiciliari.
I sindacati fanno un'analisi spietata del nuovo piano socio-sanitario: il
diritto alla salute dei cittadini vieni subordinato alle risorse
finanziarie disponibili, entrando in rotta di collisione con quanto
garantito dalla Costituzione; si citano livelli essenziali di assistenza
che andrebbero garantiti a tutti, senza chiarire se siano quelli
individuati a livello nazionale e senza collegarli a una quota reale di
finanziamento; entro il 2003 quasi tutti i presìdi ospedalieri verranno
scorporati dalle Aziende sanitarie locali, mettendo in discussione la
continuità fra prevenzione di cura e riabilitazione, riducendo inoltre la
spesa per la prevenzione; si apre la strada, tramite l'introduzione di
un'idea di sussidiarietà tra gli enti pubblici e i privati, alla
privatizzazione della sanità pubblica. Il tutto viene portato avanti dalla
sola giunta regionale, privando gli enti locali, le associazioni e le forze
sociali della discussione necessaria, quando si intendono apportare tali
mutamenti al sistema vigente.
"L'unico obiettivo raggiunto da Ghigo - ha dichiarato Luciano Sartoretti,
segretario regionale della Cgil funzione pubblica - è stato quello di
tassare di più i piemontesi. In cambio, però, il diritto alla salute non
viene più garantito. Il peso di questo piano socio-sanitario viene
scaricato interamente sulle fasce più deboli della popolazione. L'aumento
dell'addizionale Irpef è stato introdotto per sanare il deficit della
sanità, quando il debito è il frutto dell'incapacità dell'amministrazione
regionale di governare la spesa sanitaria. Parlano tanto di
sperimentazione, in realtà è in atto solo una privatizzazione selvaggia
della cosa pubblica".
Tanti i pensionati scesi ieri in piazza, preoccupati per quello che la
regione ha proposto in merito alle cure sanitarie. A loro nome ha parlato
il segretario regionale della categoria per la Cisl, Gianbattista Campora:
"La sanità deve restare prevalentemente pubblica. Questo piano non piace a
nessuno e non per motivi ideologici. Ma perché non tiene conto delle
esigenze delle persone. Questa di oggi è solo la prima di tante
manifestazioni che si terranno in tutte le città del Piemonte".
A nome dei tre sindacati confederali ha chiuso la manifestazione Giorgio
Rossetto, segretario regionale della Uil. "Siamo in tanti a dire no ad un
provvedimento iniquo. In un anno in Piemonte si sono persi 1.200 posti
letto negli ospedali e i ricoveri sono diminuiti di 24.000 unità. E' in
atto un attacco frontale a sanità, scuola, lavoro. Dobbiamo reagire in modo
unitario e immediato, prima che le deleghe vengano approvate dal governo
nazionale. Non è possibile parlare di razionalizzazione quando l'unica
scelta è quella di aumentare tutte le tariffe".